Calcinfaccia
Affittasi Eto’o, solo referenziati
Giovanni Capuano 12/10/2011
di Giovanni Capuano
Al momento di concreto c’è solo l’estenuante trattativa per portare a Bologna Kobe Bryant. Per un’amichevole? Un mese? Tutta la stagione?. Idea certamente riuscita dal punto di vista del marketing societario visto che delle ipotesi di ingaggio parla ormai tutto il mondo con ricadute evidenti in termini di pubblicità del marchio-Virtus. Basta digitare la combinazione “Kobe + Bologna” su Google per vedersi aprire oltre 2 milioni di pagine.
Quindi bravo Sabatini e chiudiamola lì, senza nemmeno voler entrare nel discorso tecnico per capire se abbia un senso affittare il miglior giocatore del mondo, riempirlo di soldi e rendere un’intera stagione poco più di un’esibizione dal contenuto agonistico e sportivo pressoché nullo. Comunque vada a finire la vicenda-Kobe, il rischio è, però, che l’esempio venga seguito da altri e diventi l’ultima moda dello sport italiano che non ha più i soldi per permettersi i grandi campioni ma non vuole rinunciare a togliersi comunque lo sfizio.
Ci riferiamo alle voci che circolano a Milano e che vorrebbero Eto’o sulla strada di un clamoroso ritorno a tempo in maglia nerazzurra. Accadrebbe dopo la conclusione del campionato russo prevista per la metà di novembre. Invece di riposare per quattro mesi (la Premier ricomincia a metà marzo) Eto’o sarebbe disposto a traslocare nuovamente a Milano per mettersi a disposizione di Ranieri.
Nostalgia del calcio vero? Probabile. O, forse, semplicemente una bufala come tante. Inutile stare a capire quanto all’Inter servirebbe arruolare una sesta punta dopo Milito, Pazzini, Forlan, Zarate e Castaignos, o se togliersi lo sfizio di rimetterlo in nerazzurro per una decina di partite (derby compreso) valga il rischio di bruciare qualunque progetto tattico. O, ancora, interrogarsi sulla convenienza di un leasing che nella migliore delle ipotesi costerebbe a Moratti 4-5 milioni di euro in due mesi con molte incognite a livello assicurativo. Il fatto stesso che l’ipotesi circoli rapprenta una deriva che vorremmo contrastare. Preferiamo campionati senza fuoriclasse, magari di livello più basso rispetto al passato e con meno lustrini da mostrare al mondo piuttosto che esibizioni buone soprattutto per il marketing. Se la moda è affittare il campione che non possiamo permetterci, meglio poveri ma felici…
(12 ottobre 2011, per gentile concessione dell’autore, fonte: Calcinfaccia)