Un talento Excelsior

1 Settembre 2009 di Alec Cordolcini

di Alec Cordolcini

1. L’ultima frontiera di questo calcio che non conosce limiti si trova in Kuwait, patria di Sayed Abdullah Sulaiman, 11enne aspirante calciatore che ha trovato un ingaggio in Europa nell’Excelsior Rotterdam, Eerste Divisie olandese. Con un provino? No, con un documentario dal titolo “Sayed, Soccer Talent”, girato dal regista olandese Hans Groenendijk (con la supervisione del padre del ragazzo) e presentato al Gulf Film Festival di Dubai. Una pellicola che racconta sogni e ambizioni di un ragazzino arabo nel corso di uno stage effettuato nel Feyenoord all’età di 9 anni, sullo sfondo dell’incontro/scontro tra due culture, quella occidentale e quella araba, sempre piuttosto distanti tra loro. Una pellicola, costata 20mila euro, sottoposta all’attenzione di numerosi club europei di prima fascia, quali Liverpool, Barcellona e Manchester United. “Durante quei giorni”, ha raccontato Groenendijk, “il mio telefono ha cominciato a scottare. Mi chiamavano un sacco di procuratori per sapere se il ragazzo era già sotto contratto con qualche club”. La scelta di Sayed, già inopinatamente ribattezzato ‘Il Messi del Medio Oriente’ (“e chi lo chiama così”, prosegue il regista olandese, “gli fa solo del male, perché le qualità ci sono ma la strada è ancora molto molto lunga”), è però caduta sull’Olanda, paese dove il padre Reda ha trovato lavoro, anche grazie all’intervento del governo del Kuwait, come magazziniere al porto di Rotterdam.
2. Valutazioni etiche a parte, l’Excelsior è forse il miglior club olandese nel quale un giovane emergente possa capitare. Perché il terzo club di Rotterdam ha alle spalle una recente ma consolidata tradizione di svezzamento di giovani virgulti, spesso provenienti in prestito dalla casa-madre Feyenoord, che possono iniziare il loro percorso nel calcio professionistico senza la pressione che regna in piazze più esigenti. Negli ultimi anni al Woudestein si sono così visti Robin van Persie, Mounir El Hamdaoui, Salomon Kalou, Royston Drenthe, Michel Fernandes Bastos (e qualcuno al Feyenoord si starà ancora mangiando le mani per non aver compreso il talento di questo gioiello che oggi fa faville nel Lione), Brett Holman e Thomas Buffel. Tutti nazionali, o in procinto di diventarlo. La tradizione di squadra dalla linea verde prosegue tutt’oggi, in una Eerste Divisie che ha nell’Excelsior una sorta di under-21 con ben cinque giocatori provenienti dalle giovanili del Feyenoord nell’undici titolare (il difensore Nieveld, il centrocampista Wattamaleo e il tridente d’attacco Schet-Erasmus-Janota, 10 reti complessive in 5 partite). A questi si è appena aggiunto lo sfortunatissimo Tim Vincken, dotata ala destra messasi in evidenza nel mondiale casalingo under-20 del 2005 ma che non vede il campo, causa incredibile raffica di infortuni, da oltre 50 mesi.
3. E’ un neofita del professionismo invece Roland Bergkamp, qualità ancora tutte da verificare ma cognome che non può passare inosservato. Attaccante classe 91, Roland è cugino di terzo grado del famoso Dennis, che ha dichiarato di conoscere a malapena. Lo scorso 14 agosto a ‘s Hertogenbosch è arrivato il suo debutto ufficiale; la carta d’identità segnava 18 anni e 4 mesi. Tra Daley Blind e Rodney Sneijder, tra Lorenzo Davids e Robbin Kieft, ecco un altro cognome importante che sale sul palcoscenico. Con l’augurio di non trovarsi un domani nel Monza del turno, ingaggiato dall’illustre parente diventato nel frattempo patron del club.
wovenhand@libero.it
(in esclusiva per Indiscreto)
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