Basket
Tutti a Disneyland
Oscar Eleni 08/12/2014
Oscar Eleni in occhiali scuri nella parigina Disneyland seguendo da lontano Pianigiani e Meneghin, vestiti d’azzurro, spiando le reazioni dei commentatori di SKY che ha riscoperto il valore del basket nazionale dopo l’abiura, dopo l’arroccamento snobistico sulle torri della NBA. Parigi per il sorteggio europeo affrontato in quarta fascia con Polonia, Belgio e Macedonia. Le gazzette dicono che tutti sono in ansia aspettando Azzurra Tenera una squadra da sbarco, come sapete, dove dovrebbe esserci il miglior Belinelli di sempre, ah saperlo, potendo contare sulla voglia di rivincita del Danilo Gallinari che cammina sul ghiaccio di Denver e soffrirà davvero questo recupero. Diciamo che sarà un’Italia con nuove certezze se, seguendo ancora le gazzette, ci sarà spazio per gli italiani che stanno facendo buone cose in campionato, basta che i tipi Della Valle e Pascolo non finiscano in fondo alla panchina come nell’ultima estate. Ehi, scettico blu, hai dimenticato Gigi Datome e Bargnani. Veramente Datome lo ha dimenticato l’allenatore dei Pistons e ritrovarlo dopo un’altra stagione a scaldare panchina ci spaventa più dell’ultimo agosto. Su Bargnani pensateci voi, anche se al centro e in posto quattro siamo messi maluccio perché non crederemo mai che il Cusin allontanatosi dall’euroclub sarà migliore anche se allenato da un maestro come Pancotto, anche se ispirato da Luca Vitali come dicevano Caja, Petitti e Fadini nella notte di Sport Italia, una televisione che al basket ha dato e sta dando molto più di quello che ha ricevuto da chi non sa cosa sia la riconoscenza.
Parigi o cara, anche per espiare. Una volta ci mandò, proprio a Disneyland, seguendo Ronaldo, il Corsport. Fu un mangia e bevi tormentato, la fame e la noia ci tennero lontano dalle massime di Pelè, meglio sfruttate da colleghi pazienti e, sicuramente, più bravi ad ascoltasre il vecchio re. Ci rimanemmo male. Lo ricordiamo ancora. Adesso sarà la stessa cosa. Chi li avvicina i santi ritrovati di SKY? Certo il basket ha fatto bingo, riaprendo la strada per il cielo dei figli del vorace Murdoch, ma facciamo fatica a capire questa capriola sul basket nostrano dopo aver sghignazzato sulle offerte gold e silver della Lega basket. Ora hanno preso il pacchetto gold e quello silver, ma della Lega nazionale. Non solo. Nella calza che troveremo sotto l’albero da gennaio ci sarà anche la femminile e, udite, udite, i campionati europei, uomini e donne, ma qui capiamo di più lo sberleffo alla Rai che per manifestazioni importanti teneva tutti sulla corda, decidendo all’ultimo momento e con il minimo impiego di mezzi. Sarà anche per questo, godendosi sul fiume mediatico una personale piccola vendetta, che Petrucci, trattato sempre male in RAI, ha patteggiato con SKY anche lo spazio per un canale basket che la Federazione non avrebbe mai potuto mantenere e produrre, una mossa spiazzante per la Lega alla ricerca del colpo per dimostrare che la battaglia sulla visibilità è stata vinta.
Illusioni e merende sui prati battendo le mani a quello che sembra il basket piacione dopo gli orgasmi quasi generali, grazie Gamba di averglielo detto chiaro che certe difese fanno venire la nausea del gioco, per il tiro a segno di Sassari-Milano, la giostra da artigianato in Fiera per Dinamo ed Emporio, con il rischio che intervengano, come a Rho, i nuclei antisofisticazione davanti a prodotti lucenti, ma spesso scaduti. Sassari e il suo corri e tira è andata in fondo alla classifica del suo girone in eurolega. Milano ha dovuto accontentarsi di fare la corsa sulla debolezza dei polacchi e, per poco, non si faceva uccellare dal Bayern al Forum quando in difesa è andata sul precipizio con le infradito.
Chiaro che Banchi può permettersi ogni tipo di copione in commedia. Alla fine avrà ragione lui. Da come celebra la vittoria dell’anno scorso, quella che è arrivata a fil di sirena e non soltanto contro Siena in liquidazione, dopo il tonfo di coppa Italia e il regalo di eurolega al Maccabi, sembra uno di quelli che hanno voglia di cioccolato per mancanza d’affetto ed elogi. Sappiamo che non è facile gestire una squadra “lunga”, che deve essere triste guardare negli occhi un cerbiatto come Gigli e fargli capire che sarà il protagonista della canzone di Jannacci, gioco anch’io, no, tu no, come dice l’orco di Detroit a Giggino nostro. Sappiamo che lui sa educare anche l’egoismo più sfrenato, schivando le meteore esterne e il fuoco amico, sapeste come è strano vedere certa gente legata all’Emporio che passa il tempo a spiarlo e criticarlo, ma sarebbe ora di spiegare perché potendo cambiare squadra, da vincente, è andato su certi giocatori tipo Kleiza che possono incantare al tiro a segno, ma non nella battaglia vera, come del resto il James volante. Certo in Italia gli basta ed avanza perché Sassari è nuda al centro e in difesa ha cercato una dimensione nuova, senza trovare la corazza utile quando al tiro trovi la nebbia o una difesa seria.
Milano a spasso? No. Venezia la valuteremo alla fine. Intanto siamo contenti per Micione Charlie, anche se cercare nella memoria ci ha fatto sgridare da un veterano della Reyer, il lettore del “Giornale” Arcangeli quando ricordando un primo posto della Noalex di Geroli, accidenti che dimenticanza perché lui era davvero da duri banchi quando urlava ai rematori, ci siamo avventurati, abbiamo sintetizzato tutto sul regno del paron Zorzi, di Lelli, De Respinis, Carain, dell’Arsenale, mettendo la Misericordia e il Sansovino nella stesa storia e dimenticando il doge Ligabue. Meglio essere letti e criticati che ignorati. Abbiamo già fatto ammenda con l’interessato e ora speriamo di poterla raccontare fino in fondo questa Reyer unica nave bifronte che ha una squadra nella serie A maschile e femminile. Sarà anche un vulcano mai spento il Brugnaro sotto ammonizione continua, però i fatti dimostrano che meriterebbe davvero di correre per fare il sindaco, trovando magari l’accordo per il famoso palazzo che manca per il grande salto.
Una carenza che, purtroppo, hanno anche le altre candidate alla giga finale del basket, cominciando dalla Reggio Emilia che resta la più completa anche adesso che è in difficile fase digestiva per mettere insieme le pietre trovate all’inizio, quando i grandi nomi erano in riparazione, e il nuovo mondo del Menetti dalla pazienza smisurata se, pure lui, si deve spesso difendere dal fuoco amico.
Via con le pagelle dalla sala degli specchi dove a Disneyland si perde l’orientamento.
10 A Fabrizio FRATES che ha saltato la grande muraglia per andare in Cina. Coraggioso, lungimirante, pazienza se dentro gli resterà la rabbia per essere stato scaricato dal basket nazionale. Speriamo che lo seguano anche altri.
9 A MarShon BROOKS altro cerbiatto dell’Emporio che illumina certe notti e in molte altre si perde a piedi nudi nel parco. Apprezziamo la sua intelligenza comportamentale e quando deve spiegare le notti a mezzo servizio riconosce che la presenza di Hackett, oltre a quella di Gentile, lo porta spesso ai margini. Ora se lavorerà davvero per capire il basket sotto questo cielo allora avremo un talento in più da celebrare.
8 A Ferdinando MARINO, presidente di BRINDISI e della LEGA, per la gestione umana dell’infortunio del Simmons che poteva davvero far svoltare la stagione alla squadra di Bucchi come avevamo visto a Cantù, per l’intervento opportuno sulla goliardata, inopportuna, di Pozzecco e di altri della società varesina, nella conferenza stampa al pala Pentassuglia.
7 Al Paolino MORETTI che esce sempre alla distanza come capita agli allenatori che pensano a come si può adattare la loro idea di gioco ai nuovi arrivati nel pianeta Italia. Qualità invidiabili, ma anche quando era giocatore il suo fioretto arrivava sempre dove l’avversario non se lo aspettava.
6 Alla GORIZIANA che ha ospitato nella sala d’onore il Lorenzo Sani viandante con il suo bellissimo “Vale tutto”(il 17 sarà a Firenze dal meraviglioso Carlà defensor fidei sulla linea Cappellari della scuola italiana). A Vittori, Zollia e il Tigre Mauri che gli hanno fatto da scudieri nela sala dove si rievocava, purtroppo, la caduta senza perdono di Pondexter, carceriere feroce, uno dei capitoli più affascinanti in un libro che non è davvero incentrato sulla Virtus Bologna come scrive chi dà voti, dimostrando di non aver letto davvero.
5 A SKY che ci aveva fatto credere di non considerare il basket italiano degno delle sue telecamere. Ora che ci offrirà serie B e serie C, oltre alla femminile, adesso che ha rubato la Nazionale alla Rai, qualcuno dovrà pur spiegarci perché ci fu il divorzio dal campionato portando amarezze sparse negli abbonati che avevano scelto di pagare proprio per seguire certi sport.
4 A Gigi DATOME se resta ancora a fare da spettatore nell’America sognata. Qui in Europa avrebbe grandi opportunità e soltanto il campo ritrovato gli darà la forza per riproporsi dove fingono di non vederlo. Ecco, Pianigiani da Disneyland potrebbe andare diretto a Detroit. C’è un bellissimo aereo da Parigi.
3 A Pino SACRIPANTI che non vuole ascoltare a ritarda il taglio dei rami finiti nelle ruote della sua automobile della speranza. Doveva farlo dal primo allenamento. Ha dei cicisbei che in difesa non sacrificano nepure le pelliccine. Lui e Cantù sono abituati alla sofferenza, ma anche allo splendore. Nei tempi cupi tutti uniti, in quelli belli tutti abbracciati. Ora c’è gente che va dalla parte opposta, verso cioccolate svizzere, sfidando la pazienza di un pubblico ed una presidentessa a cui tutto si può rimproverare, ma non certo di aver avuto fretta o esigenze esagerate.
2 Ai MOLTISSIMI che sono balzati in piedi dichiarando che Sassari-Milano della nona giornata è stato uno spot per il basket. Quale basket? Quello dove la parola difesa, il concetto squadra viene sacrificato, come molto spesso nella NBA fuori dai play off, a questa ricerca del tiro, meglio se da tre, così stai lontano da qualche gomito appuntito. Non ci siamo divertiti in quel ciapa e tira. Certo una partita con tante facce, ma se davvero Sacchetti ha avuto la conferma di quello che pensava allora ci preoccuperemo per lui.
1 Al gioiello Amedeo DELLA VALLE che sta facendo cose stupende e, come prevedeva suo padre, sa far cambiare ritomo ad una squadra, se non la smetterà di perdere concentrazione sul rientro in difesa per questa ricerca dell’abbraccio ideale con la curva dopo un tiro ben fatto. Un difetto di tanti giocatori italiani, quasi si sentissero troppo soli in mezzo a tanti stranieri, spesso non tutti bravi.
0 A Gianmarco POZZECCO se non la smette di ascoltare soltanto il suo grande istinto da capopopolo, di baciantino amato dal mondo intero, cercando di entrare finalmente nella parte che può interpretare benissimo. Lui, con gli allenatori, ha sempre avuto rapporti difficili, ma si sarà reso conto che certe lezioni sono state importanti. Ora tocca è lui sull’incudini e altri presunti assi battono come martelli. Vero che i campioni, spesso, giurano che contano i giocatori e non i tecnici, ma restiamo convinti che società solide, serie, organizzate facciano la fortuna di tutti, tecnici a assi, ma è sicuro che se un buon allenatore non fa vincere quello scadente provoca disastri da cui ci si risolleva dopo tantissimo tempo, ammesso che ci si risollevi. I giovani , in campo, fuori, gli allenatori che studiano per entrare in commedia vi guardano, cara gente. Per questo in certe organizzazioni le cattive maniere, gli stracci vengono multati.
Oscar Eleni, in esclusiva per Indiscreto