Thohir a breve termine

17 Febbraio 2014 di Dominique Antognoni

Siamo pro-Thohir nella stessa misura in cui il 99% dei giornalisti italiani sono stati pro-Moratti negli ultimi 18 anni. Magari prendendolo in giro in privato, ma in pubblico attaccando sempre l’allenatore o il giocatore di turno. Tutti inevitabilmente ‘ingrati’. Onestamente non pensiamo che con Thohir arriveranno mai all’Inter giocatori paragonabili a Ronaldo, Vieri, Ibrahimovic, eccetera, cioè fuoriclasse al massimo del loro valore di mercato, ma un modo nuovo di gestire un club calcistico in Italia senz’altro sì. Parlando con le nostre fonti, più o meno di passaporto indonesiano, dopo la buona prova dell’Inter a Firenze, ci siamo stupiti per la mancanza di interesse nei confronti dei risultati parziali. Bella prestazione, una delle migliori dell’Inter di Mazzarri, ma cosa potrebbero dire manager plurilaureati sul fuorigioco di Icardi? Insomma, anche noi in fondo siamo cresciuti con il commento morattiano dell’ultimo rigore o dell’ultimissima voce di mercato in tempo quasi reale sotto la Saras ed abituarci ad un mondo nuovo è difficile. In ogni caso, da questo nuovo mondo abbiamo raccolto qualche considerazione fresca, proprio mentre l’amministratore delegato Marco Fassone (uno dei pochi ‘vecchi’ a sopravvivere, anche in prospettiva) è a Giacarta per il passaggio delle garanzie bancarie e altre vicende.

1) Nessun dirigente deve avere interesse a stare sulle prime pagine, esternando le proprie opinioni o addirittura proclami. Il rapporto con i media deve essere professionale, senza corsie preferenziali per gli adulatori. I media amplificano l’immagine e i fatti della squadra, mentre i dirigenti devono rimanere mediaticamente un passo indietro.

2) La stagione in corso serve solo per resettare tutto, ma proprio tutto, solo che non lo possiamo dire apertamente con la squadra ancora in lotta per l’Europa League. Il quinto posto è il nostro obbiettivo, per adesso. Lavoriamo per costruire un gruppo di lavoro, un club fortissimo in ogni settore, con specialisti e non amici o parenti. I risultati sportivi non devono arrivare fra un secolo, ma già dalla stagione 2014-15: quello che viene chiesto a Mazzarri è quindi chiaro. Il terzo posto e in seguito una continuità di partecipazione alla Champions League saranno la base sportiva e di marketing su cui costruire.

3) Useremo moltissimo i canali ufficiali per comunicare, da Inter Channel al sito www.inter.it, in modo che non ci siano fraintendimenti. Sappiamo che i giornali sono abituati altrimenti (sarebbe interessante capire chi ha messo in giro le voci sulla cessione del DC United), ma non è un nostro problema.

4) L’anno prossimo l’obiettivo sarà entrare in Champions, come già detto. Il sogno, questo non lo avevamo ancora detto, è competere per la finale che si giocherà a Milano il 2016, che non significa arrivarci ma solo avere una squadra che potenzialmente possa arrivarci. Dalla stagione 2016-17, secondo i nostri piani finanziari, non ci dovrebbero essere più sbalzi, né di ordine finanziario né sportivo. Considereremo la missione compiuta quando l’Inter sarà stabilmente fra i primi dieci club al mondo secondo criteri di fatturato, di immagine e sportivi.

5) I grandi acquisti in questo momento non servono, sarebbero solo tentativi dilettantistici di accorciare i tempi e noi lavoriamo in un altro modo. In più a gennaio è folle buttarsi e comprare senza lungimiranza.

6) La squadra della prossima stagione sarà composta da giocatori per il presente come Hernanes e da giovani di grande prospettiva. Un mix, ma niente modello Arsenal come è stato scritto e detto. Dal club londinese prenderemmo solo la bravura che hanno nel saper aspettare la crescita dei ventenni, noi ci concentreremo sul nostro vivaio e su nuovi arrivi.

7) Nessuno ha mai pensato di mettere un tetto per gli stipendi, anche se l’abbiamo letto (sempre con cifre diverse per questo presunto ‘tetto’, fra l’altro). Il tetto dipende dal buon senso, non da formule matematiche.

8) Perché è stato accelerato l’addio di Branca? Agiamo per il bene del club, certe scelte meglio farle prima che dopo.

9) Thohir è deluso e perplesso per il modo in cui viene trattato il suo lavoro. È all’Inter da pochi mesi e sul suo operato si fanno bilanci nemmeno fosse lì da 20 anni.

10) Lo scambio Guarin-Vucinic non è stato fatto, ma non certo per la ribellione dei tifosi. Una volta avvertito dello scenario che si stava profilando, visto che l’ultima parola sarà sempre la sua, Thohir ha giudicato assurdo  scambiare (alla pari) un trentunenne quasi al capolinea con un giocatore importante per chi vuole fare qualcosa di buono nel presente. E chi ha messo in piedi l’operazione è stato rimesso al suo posto, in attesa di ulteriori e silenziosi provvedimenti. Perplessità anche per le dichiarazioni di Marotta, come se questa operazione non fosse la miliardesima nella storia del calciomercato a saltare poco prima della firma.

Le nostre fonti ci chiedono di non mettere virgolettati e le accontentiamo, per il bene di Indiscreto e degli altri giornali (compresi quelli dove il livoroso titolare della rubrica Inter si sente scavalcato) per cui lavoriamo. Di sicuro molte persone, una in particolare, si pentiranno di avere sottovalutato Erick Thohir. Appuntamento alle prossime puntate, per entrare ancora di più nel mondo thohiriano visto che le cose da dire sull’Inter stanno finendo. Di sicuro la frequentazione diretta con uomini di Thohir ci ha fatto cambiare idea su un aspetto fondamentale dell’operazione: credevamo che l’orizzonte temporale fosse di molti anni, per ricostruire squadra e società, invece loro stessi considererebbero un fallimento non tornare stabilmente in Champions League entro due stagioni.   

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