Terza stella a destra

24 Novembre 2009 di Libeccio

di Libeccio
Ibrahimovic fedele all’aliquota, le designazioni di Moggi, la terza stella di Blanc, il patteggiamento dimenticato e l’oblio della stampa che conta.

1. Il trasferimento di Zlatan Ibrahimovic daIl’Inter al Barcellona è stato inquadrato dalla stampa nazionale ed estera in vari modi. “Non ne può più di predicare nel deserto”, “Ha litigato con Moratti dopo l’esclusione in coppa”, “Non ha più feeling con Special One”, “Ha contro mezzo spogliatoio”, “Non sopporta Balotelli”, “Ce l’ha con i tifosi dell’Inter che non hanno mai gradito la sua distanza dal tifo organizzato” e una decina di altre avventurose ipotesi. Non è uno scandalo dire che la ragione principale per cui Ibra è volato in Spagna consiste nel fatto che in quel paese gli operatori del calcio hanno una tassazione su quello che guadagnano che era (fino a quando Ibra è giunto in Spagna) del 24% contro il 43 applicato in Italia. Quindi per Ibra il trasferimento al Barca ha rappresentato principalmente un enorme guadagno finanziario netto pur a parità di ingaggio o con l’ingaggio lievemente ridimensionato rispetto a quello che aveva all’Inter. In subordine c’è stato anche l’appeal che il Barca è in grado di esercitare su qualsiasi grande giocatore (non farà piacere agli interisti, ma pazienza: solo da noi giocano brasiliani o nigeriani che da piccoli tifavano Milan, Juve o Inter), ma il motivo principale è stato economico. Mentre Ibra e famiglia giustamente gioivano per i maggiori introiti, il governo spagnolo spinto dalla crisi economica che ha colpito il paese in modo particolarmente grave, legiferava per portare la tassazione al 45% a far data dal primo gennaio 2010. Facile o prevedibile a questo punto vedere presto Ibra con le valigie in mano destinazione Italia, al di là della Champions League che con i blaugrana potrebbe vincere (ma non è che la vincano ogni anno). Anche considerato che la tassazione in Italia, pur rilevante, è comunque una delle meno pesanti tra i Paesi che ospitano campionati di elìte: in Germania ad es. è del 45% e in GB è addirittura del 50%.
2. Riportiamo dagli atti del processo Calciopoli uno stralcio tra i mille utilizzabili (ce ne sono anche di molto peggiori): “Secondo l’accusa i dirigenti di società coinvolti intrattenevano rapporti confidenziali e di pesante condizionamento con i designatori arbitrali atti ad influenzare le designazioni per le partite delle proprie squadre in modo da ottenere arbitri considerati favorevoli ai fini del risultato. In questo erano spesso appoggiati o spalleggiati dagli esponenti della federazione coinvolti nell’inchiesta. Era pratica comune inoltrare attraverso i designatori arbitrali o la federazione recriminazioni, provvedimenti disciplinari e velate minacce nei confronti degli arbitri considerati non favorevoli. Particolarmente difficile la situazione della Juventus, per la quale si può ipotizzare la presenza di una cupola, una sorta di sistema di condizionamento con cui Luciano Moggi riusciva a gestire a suo piacimento le designazioni degli arbitri nelle diverse partite di campionato arrivando anche a forme di intimidazione e vessazione sui diretti interessati se ostacolavano tale disegno o tentavano di limitarne gli effetti”.
3. Il tifosissimo bianconero Jean-Claude Blanc, alla Juve dal giugno 2006, insiste col concetto delle tre stelle da cucire sulla maglia al prossimo campionato (ancora da vincere, peraltro) dalla Juve. Comunque la si pensi su Calciopoli, la semplice logica vorrebbe che se la terza stella venisse cucita Blanc dovrebbe farsi da parte e lasciare che Moggi e Giraudo riprendano in mano la barra del comando in casa Juve perché a quel punto egli sarebbe per forza di cose da considerarsi una sorta di scherzo del destino. Insomma, se Moggi non ha fatto niente di male, perché mai uno come Blanc guida la Juve? Troppi gli uccellini diventati rapaci da guerra e troppi quelli che in quella squadra spaccavano il mondo e poi trasferiti altrove sono diventati miti e inoffensivi agnellini. Non si parla solo di giocatori.
4. Ma il personaggio Blanc merita un’altra riflessione, tanto per non parlare sempre di Moggi. In un paese senza tifosi la Juventus sarebbe stata radiata da qualsiasi campionato, ma ha avuto solo la B per le colpe parzialmente emerse di buona parte della concorrenza. Un top manager come Blanc saprà quando e perché si patteggia una pena tramite rito abbreviato. Patteggiamento che a quanto è noto lo stesso Blanc e la attuale dirigenza hanno reclamato e accettato di buon grado. Il patteggiamento presuppone riconoscere gli errori commessi (reati) e ridurre la probabile sanzione (ben più pesante) collaborando con i giudici. Frutto di questa collaborazione sono stati la immediata rescissione di ogni rapporto con Moggi e Giraudo e il loro allontanamento coatto. Finanche Bettega, non troppo coinvolto nello scandalo, è stato allontanato manu militari come persona sgradita: non risulta che sia stato accompagnato alla porta da Berlusconi, Moratti, Della Valle o Rosella Sensi.
5. Conclusione: Blanc fa solo propaganda spicciola e confusa, ma tutto sommato comprensibile nella logica del compattamento in funzione anti Inter (anche per questo Cobolli Gigli è stato giubilato). Stranissimo che nessun dirigente federale (giuste o sbagliate, le sanzioni sono arrivate dalla Figc e non da Marte) intervenga a censurarlo duramente. Altro capitolo, che magari affronteremo in futuro, quello dell’oblio del 90% della stampa che conta su questi temi: esattamente come prima di Calciopoli. Meglio esaltare le pillole di saggezza di Mourinho (in sintesi: abbiamo vinto oppure hanno perso) o il Milan formula fantasia (quando va bene): se si leggono sempre meno giornali la colpa sarà anche un po’ di quello che c’è scritto sopra?
Libeccio
(in esclusiva per Indiscreto)

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