Spagna 2018

24 Luglio 2008 di Stefano Olivari

Per noi il Mondiale del 1982 non è mai finito, non ci ha sconfitto nemmeno l’Italia di Lippi e forse non ci arrenderemo neppure quando in Spagna se ne giocherà un altro. Prima di quanto si pensi, forse, visto che l’idea meravigliosa di Angel Maria Villar è quella di mettersi in competizione con l’Inghilterra (unica candidatura ufficiale, finora) per ospitare l’edizione del 2018. Un’idea che nella politica sportiva spagnola non è stata accolta bene da tutti: il mondo Real Madrid, ad esempio, è rimasto freddo, al contrario del presidente del Barcellona Laporta che nella vicenda vorrebbe avere un ruolo di primo piano. Il presidente della federcalcio spagnola, nonché vicepresidente FIFA, sta mettendo in piedi un asse politico da qualcuno sulla stampa spagnola definito ‘autonomista-zapateriano’: un po’ di catalani, un po’ di baschi (Villar è stato un ottimo difensore dell’Athletic Bilbao, quello che fu finalista con la Juventus nella Coppa UEFA 1976-77), molto progressismo coordinato dal segretario di stato per lo sport Jaime Lissavetzki, pezzo grossissimo del PSM-PSOE (in pratica la federazione madrilena del partito socialista). Con una carta non troppo segreta da giocare, su suggerimento di Blatter: il Portogallo, che si candiderebbe congiuntamente ma come chiara ruota di scorta. In ogni caso si deciderà nel 2011: la Russia della situazione ha tutto il tempo di prepararsi.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

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