Serie videoludiche da rigiocare

23 Aprile 2020 di Indiscreto

La serialità è ormai una realtà che incide in tutti i campi dell’intrattenimento, dai film a libri: che sia un’aggiunta a posteriori o un’opera pensata per dipanarsi nell’arco di più episodi, ormai si tratta di una componente quasi abituale della narrazione. Un media come il videogioco, con il rilievo che riveste oggi anche grazie al successo di titoli come Fortnite, non poteva essere da meno.

Anche in questo caso, nel corso degli anni si è assistito alla nascita, e talvolta anche al tramonto, di serie videoludiche che hanno segnato, in positivo o in negativo, generazioni di videogiocatori. Ancora oggi alcune serie, particolarmente ispirate, sono in grado di regalare ore di divertimento e coinvolgimento: recuperarne e perfino rigiocarne qualcuna potrebbe essere un’ottima idea.

Partiamo con Grand Theft Auto. Cominciata nel 1997 con GTA e proseguita nel 1999 con GTA2, il vero e proprio decollo della saga avviene nel 2001 con la svolta portata da GTA3, che pone le basi dell’evoluzione della narrazione. Aspetti comuni dei vari titoli, cinque in totale fra il 2001 e il 2013, sono una o più città liberamente esplorabili e una narrazione che segue le vicende di un protagonista alle prese con il sottobosco di attività criminali al suo interno. Le trame dei singoli giochi, che si svolgono in contesti cronologici distinti ma connessi, sono unite da personaggi secondari e numerosi richiami, dando una profondità di narrazione che ancora oggi intrattiene il giocatore.

Un altro esempio relativamente moderno è Red Dead Redemption. L’open world ambientato nel west americano ha riscosso un successo enorme nel 2010, anno di lancio del primo titolo. Nel 2018 è stato seguito dal secondo capitolo, narrativamente un prequel del primo, che ha confermato lo spessore dell’opera. Come nell’universo di GTA, sviluppato dalla medesima software house Rockstar, la narrazione si sviluppa lungo i titoli richiamando personaggi, vicende e luoghi, coinvolgendo fortemente il videogiocatore. Contraddistinta da una convincente trama e da un mondo credibile e ben caratterizzato, quello della frontiera americana a cavallo fra ‘800 e ‘900, la serie è uno dei lavori più interessanti degli ultimi anni. Si ipotizza un terzo capitolo che funga da ulteriore prequel, a concludere una sorta di “trilogia western” all’indietro di Rockstar, ma si tratta per ora di mere ipotesi.

Interessante è anche il caso di Batman Arkham. Fra i supereroi a fumetti più conosciuti, l’uomo pipistrello è stato protagonista di innumerevoli trasposizioni videoludiche, oltre che cinematografiche. Fra i videogiochi, la serie Arkham ha segnato probabilmente il punto più alto raggiunto, nonostante il finale che ha diviso il pubblico fra entusiasti e critici. Sviluppatasi in tre titoli principali oltre a vari spin off fra il 2009 e il 2016, la serie è caratterizzata da un’ambientazione vasta e da una ricostruzione particolarmente ispirata di Gotham City, insieme a un cast di antagonisti che ripercorre la pluriennale narrazione fumettistica del pipistrello.

Grande successo anche per The Witcher. Grazie anche alla serie tv, rinnovata per una seconda stagione dopo il successo della prima, il mondo creato dallo scrittore polacco Andrzej Sapkowsky gode di ottima salute. Nata come racconto fantasy e conosciuta pressoché esclusivamente entro i confini polacchi, la serie è stata trasposta in videogioco per la prima volta nel 2007, seguita da altri due titoli nel 2011 e soprattutto nel 2015, anno in cui The Witcher 3 ha vinto il premio come gioco dell’anno. Aspetto centrale della trama è un sistema di scelte morali che porta a finali diversi, e che fra i tre giochi può essere “trasportato” in maniera che le scelte compiute in un titolo abbiano riflesso nelle vicende del titolo successivo: l’escamotage rende la narrazione un’esperienza attagliata al singolo videogiocatore, con una personalizzazione che consente di rigiocare più e più volte.

Impossibile poi non avere mai sentito parlare di Assassin’s Creed. Fra i titoli più originali del primo decennio degli anni 2000, la serie prende le mosse nel 2007 da una premessa centrale: le memorie di un antenato possano essere rivissute attraverso il DNA di un suo discendente. È questo l’incipit sul quale Ubisoft ha costruito il suo mondo, con avventure storiche e una trama nel presente che si sviluppa lungo i vari titoli della serie, ancora in corso d’opera. Proprio la doppia trama, costituita da un lato dalle memorie dell’antenato in questione e dall’altro dagli eventi che si svolgono nel presente, rende la serie un ottimo esempio di intrattenimento videoludico. Punto di forza sono le ambientazioni storiche nelle quali si svolgono le vicende e che vengono così esplorate dal videogiocatore: si va dalla Terra Santa della Terza Crociata all’Italia rinascimentale, dai Caraibi del 1700 alla guerra di indipendenza americana, dalla Parigi rivoluzionaria alla Londra in piena rivoluzione industriale fino agli ultimi titoli che, fra l’Egitto Tolemaico e la Grecia della guerra del Peloponneso, hanno provato a riportare la serie ai fasti dei primi giochi. A patto di accettare un’innegabile “stanchezza” con la progressione dei titoli, è una serie che vale la pena essere giocata tutta d’un fiato.

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