Boxe
Scrupoli
di Stefano Olivari
Pubblicato il 2009-04-08
Non siamo grandi tifosi delle pensioni assegnate per meriti speciali, dalla legge Bacchelli al vitalizio Onesti, a causa di considerazioni che ci sembrano demagogiche e ‘signora mia’ al solo pensarle. Ma la pensione assegnata per decreto governativo a Giancarlo Garbelli ci sta tutta, non solo perchè soffre del morbo di Parkinson. Fra i pugili più popolari degli anni Cinquanta, nella irripetibile Milano di Rocco e i suoi fratelli, Garbelli è stato campione d’Italia dei pesi welter tra il 1957 e il 1958, ma è ricordato per non essere mai stato sconfitto per ko in 98 incontri da professionista (l’ultimo nel 1972, a 41 anni) e soprattutto per l’epica sfida con il campione ungherese Laszlo Papp (da dilettante tre ori olimpici: Londra nei medi, Helsinki e Melbourne nei medi junior) il Santo Stefano 1960: Garbelli ne uscì con un pari, una delle sole due volte in cui da professionista Papp non riuscì a vincere. Ma soprattutto Garbelli, nell’ambiente soprannominato ‘Scrupoli’ per la mancanza di quella crudeltà che a volte fa il campione, è stato un grande rivale di Duilio Loi negli anni d’oro della nostra boxe: storica la sfida del 1955 con in palio il titolo europeo dei leggeri, vinto di misura da Loi. Purtroppo non siamo mai riusciti a vedere il documentario girato dalla figlia regista Gianna Maria (titolo ‘Il combattente alias The Italian Fighter’), ma la realtà e i racconti dei padri ci hanno fatto lo stesso intuire cosa Garbelli sia stato.