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Giornalismo

Scalfari o Montanelli?

Stefano Olivari 14/07/2022

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È morto Eugenio Scalfari, dopo 98 anni vissuti intensamente e con lucidità quasi fino all’ultimo. Insieme ad Indro Montanelli è stato fra i pochi giornalisti italiani capaci di scrivere articoli memorabili e al tempo stesso di avere una grande popolarità a prescindere dalla televisione, unendo a questo anche il ruolo di direttori ed editori (con i soldi degli altri, anche se poi Scalfari ne avrebbe guadagnati tanti in proprio). Il Giornale, fondato da Montanelli nel 1974, e Repubblica, fondata da Scalfari nel 1976, con due visioni del mondo diverse sono stati per molti anni quotidiani capaci di fare opinione ed anche, molto di più Repubblica, con grandi risultati di vendita. Tutto questo prima che i fondatori (Montanelli nel 1994 creò la Voce, Scalfari nel 1996 lasciò la direzione ad Ezio Mauro rimanendo come opinionista) vivessero in prima persona il declino dei loro giornali.

Fedeli al dogma giornalistico secondo cui i morti sono un pretesto per parlare di noi, ricordiamo che indegnamente abbiamo nel cassetto le lettere di entrambi (ovviamente scritte dalle rispettive segretarie, ma da loro firmate), necessarie per attestare la collaborazione ai loro giornali ed ottenere quindi il tesserino di pubblicista. Tutte cose del Novecento, come del resto Scalfari e Montanelli, dei quali vanno ricordate anche le differenze: di pubblico target, di atteggiamento verso il potere, di stile di vita. Con una sintesi brutale potremmo dire che Montanelli scriveva molto meglio, ma Scalfari ha inciso molto di più sulla vita politica italiana. L’età anagrafica (Montanelli era del 1909, Scalfari del 1924) ha portato entrambi ad essere accusati di fascismo ed entrambi non hanno mai rinnegato questa fascinazione giovanile. Cosa che nel caso di Scalfari, visto il suo diverso target, è stata più coraggiosa.

Scalfari o Montanelli? Il nostro ‘Di qua o di là’, per scegliere il più grande giornalista italiano di ogni tempo, non ha doppi e tripli livelli di lettura ma riguarda soltanto chi fra loro ha lasciato di più e sarà quindi più ricordato fra qualche decennio. Cosa votiamo? Montanelli ha lasciato libri memorabili, davvero da studiare anche come modello di stile (gli storici nella media scrivono da cani), ma Scalfari è stato un genio nel fare e gestire giornali, e la sua Repubblica rimane un modello di giornalismo politico, senza l’ipocrisia (anche montanelliana, va detto) dei fatti separati dalle opinioni. Leggiamo Montanelli e nel sondaggio votiamo Scalfari. Suona un po’ come l’immortale ‘Castigo la straniera e vado a letto con Zartolin’, ma rende l’idea.

info@indiscreto.net

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