Risposta agli sceicchi

1 Dicembre 2008 di Alec Cordolcini

Nuovo Indiscreto e nuova Radio Olanda, più snella rispetto al passato e meno legata a vincoli di periodicità. Sappiamo che è una battaglia persa in partenza, ma il desiderio di parlare con un minimo di conoscenza di Eredivisie e dintorni rimane sempre forte, soprattutto quando capita di leggere su un quotidiano sportivo che “il Nac Breda si trova in testa al campionato per la prima volta nella sua storia”. Verrebbe da chiedersi come abbia fatto allora il club del Brabante del Nord a vincere un titolo nazionale nel 1921. Forse già all’epoca esistevano versioni fiamminghe di Guido Rossi e Tronchetti Provera? Ovviamente non tutto il panorama giace in un simile stato di degrado, vedi l’ottimo lavoro svolto da Sportitalia, sia con le partite proposte che con gli highlights della giornata. Perché non è necessario ritenere la Eredivisie il campionato più bello, come sostiene da anni senza sprezzo del ridicolo l’autore di questa rubrica (del resto non esiste forse gente che preferisce “Nuvole in viaggio” di Kaurismaki al “Gladiatore” o “Elvis, Gesù e Coca-Cola” di Kinky Friedman ai romanzi di Camilleri?), per potersi gustare un torneo vivace, combattuto e non privo di valori tecnici interessanti. Non è facile nel calcio odierno di livello medio-alto trovare campionati con cinque-sei potenziali candidate alla vittoria finale. In Serie A la controrivoluzione è già finita, nella Liga e in Premier è lotta a due, o quasi, in Germania tutti a fare il tifo per lo strepitoso Hoffenheim per impedire al Bayern, pur partito male, di prendere il largo. In Olanda questo non accade (più). In Olanda si giocano il titolo Az Alkmaar, Ajax, Nac Breda, Twente, Groningen e pure il disastrato Psv Eindhoven di quest’anno, tutti club racchiusi in una manciata di punti. E’ la conferma di un trend avviatosi già da qualche stagione, frutto di un livellamento delle forze in campo che è contemporaneamente positivo e negativo. Da un lato è infatti innegabile la crisi che attanaglia, con tempi e modi diversi, le big storiche: il Feyenoord paga la mancanza di uno strutturato progetto tecnico-tattico con squadre smantellate e ricostruite ogni estate (e a dicembre il sogno scudetto è già svanito); l’Ajax soffre per un vivaio un pizzico inaridito e per clamorosi e ripetuti errori di mercato, frutto di una strategia gestionale quantomeno discutibile; il Psv Eindhoven infine, una volta terminata l’onda lunga di Guus Hiddink e del super-talent scout Piet de Visser, è sprofondato nella mediocrità, di gioco e soprattutto di uomini. D’altro canto però sono contestualmente cresciute le realtà di provincia: Az e Twente hanno alle spalle due presidenti, Scheringa e Munsterman, con liquidità non indifferenti, almeno rispetto al contesto olandese, mentre le “nordiche” Groningen e Heerenveen puntano forte sullo scouting per colmare almeno in parte il gap finanziario che le separa dalle società di vertice, e ci riescono spendendo meno, ma meglio. Assoluta mosca bianca è invece il Nac Breda, squadra atipica nel panorama della Eredivisie perché basa la propria forza più sull’organizzazione difensiva del collettivo che su un gioco offensivo capace di esaltare i singoli talenti (che tra le fila dei gialloneri scarseggiano). E le trasferte sui campi delle piccole quali Heracles Almelo non sono più gite fuori porta come accadeva qualche anno fa. Lo scotto da pagare per questo livellamento lo si vede in Europa, dove i club oranje faticano a superare la fase a gironi di Uefa. Ce la faranno Ajax e forse Twente, mentre al Nec Nijmegen rimarranno solo gli applausi per essere uscito sconfitto a testa alta contro Dinamo Zagabria e Tottenham. Per Heerenveen e Feyenoord invece il livello era troppo alto. Ma l’alternativa sono, con tutto il rispetto, gli sceicchi. Non è il caso.
Alec Cordolcini
wovenhand@libero.it
(in esclusiva per Indiscreto)
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