Milano da non bere

Questa notte è una camera a gas

Stefano Olivari 20/01/2003

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di Unhappy Hour
Un altro frequentatore dei locali preferiti da calciatori, giornalisti e pseudo-giovani milanesi bene, buon amico dell’indimenticato Erminio Ottone, ci regala uno spaccato di vita notturna. Vita? Per chi riesce a respirare…

Se siete delle persone solari e avete voglia di

divertirvi, allora dovete vivere a Milano. La città

meneghina infatti offre una vasta gamma di posti dove

trascorrere le serate in felicità ed allegria,

complici soprattutto i confort che locali e discoteche

mettono a disposizione.

Tanto per fare un esempio c’è un famoso locale che,

tant’è il suo prestigio, è gradita la prenotazione.

Peccato però che se chiedi un drink (Gin-lemon tanto

per fare un esempio) dell’alcol neanche vedi una

goccia. In compenso però, lo paghi 14 euro (cifra

tutto sommato onesta per una limonata…).

Di notte il cuore di Milano si trasferisce in Corso

Como. Circa a metà di esso c’è un locale che, in

attesa che vada in vigore la legge anti-fumo, ha avuto

la bella trovata far fumare i clienti nel piano

superiore e di proibirlo in quello inferiore.

Risultato: nell’angusta scala procede un continuo

crocevia di poveri fumatori che abbandonano fidanzati

e amici per dar sfogo ai propri vizi. E il piano

superiore? Saturo di fumo passivo, ovviamente, per la

felicità del povero barman che magari non ha il vizio.

Se poi vuoi andare a ballare, a Milano hai l’imbarazzo

della scelta: una diversa dall’altra però tutte con il

comune denominatore che dopo due ore, due ore e mezza,

iniziano a rimettere gli stessi dischi.

Intanto però puoi bere (sempre al prezzo di una

limonata, o quasi): d’altronde di sete ne hai sempre

considerando l’efficienza degli imponenti sistemi di

ricambio dell’aria. Poi, se sei davvero fortunato e

hai le conoscenza giuste (ma quelle che contano) puoi

anche accedere nel mondo magico del privè,

raggiungendo di conseguenza uno stato d’estasi. Una

volta lì dentro ti vedi il resto della discoteca da un

profilo di verso, di manifesta superiorità.

Con tutto il rispetto per le discoteche, da che mondo

è mondo, il massimo del divertimento, lo puoi trovare

nelle feste private.

Ti devi sbrigare però, perché se l’ingresso è

consentito entro l’una e ti presenti all’una, due

minuti e tredici secondi, ti senti dire “Chi sei tu?

Ormai è tardi, qui non entra più nessuno!” suona

categorico il buttafuori (selezionatore secondo i più

recenti principi d’eleganza). Peccato, che festa! Una

festa tanto straordinaria che dando un’occhiata dentro

si vede uno spazio libero immenso, degno delle steppe

siberiane, con 4 gatti ai lati che si stanno rompendo

i coglioni.

Però la tua buona azione l’hai fatta: perlomeno hai

fatto sentire importante uno stronzetto qualsiasi,

ridisegnato autoritario buttafuori per l’occasione.

Dopo tutto questo divertimento torni a casa a ridosso

della mattinata e aspetti con fibrillante trepidazione

la serata successiva, nella speranza che limonata

costi sempre 14 euro, di trovare il pr giusto per

entrare nel privé, che il buttafuori sia in vena di

grazie entro e non oltre l’una.

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