Quelli che contano gli autogol

9 Dicembre 2008 di Cristiano Valli

Un fantasma si aggira per l’Europa. Dal millenovecentonovantotto. E’ il numero relativo alle autoreti del calcio. La questione in sé è nota. Da allora si assegna il gol a chi effettua il tiro, deviazioni o no. Però il fatto che non le si conti più, non significa che siano scomparse. Anzi.
Così capita che uno che in genere la domenica pomeriggio abbia davvero poco da fare, si metta a tenere il conto di quante delle reti segnate nello scorso campionato sarebbero state conteggiate come autorete. con la vecchia regola. E scopra che il dato è statisticamente impressionante. negli anni Ottanta si viaggiava ad una media di una trentina di autoreti complessive. per l’intero campionato. oggi si viaggia ad una media di cinque/sei a giornata. con surreali picchi in doppia cifra (i dati del dettaglio li custodisco gelosamente, così chi copia dovrà sbattersi almeno un minimo). Il dato è oggettivamente impressionante ed io (il tipo di sopra che non ha nulla da fare la domenica pomeriggio) non ho sinceramente gli strumenti tecnici per analizzarlo a fondo. Ma a naso i palloni di ultima generazione qualcosa devono centrarci. Come ha spesso avuto modo di spiegare Stefano, si tratta di palloni che non cambiano tanto in dimensioni e peso rispetto al passato. Ciò che cambia è la distribuzione del peso al loro interno. il che ne modifica radicalmente l’inerzia. Ora, io non sto a fare valutazioni su ciò che è meglio o peggio e sul calcio di una volta che non c’è più. Per quelle c’è Gianni Mura. Resta il fatto che in mezzo all’area qualcosa di molto significativo è cambiato. E sarebbe bene tenerlo presente quando ci fanno trasmissioni e seminari e stage dedicati alle crisi di vocazioni di difensori e portieri. Forse, semplicemente, negli ultimi anni il loro lavoro è diventato maledettamente più complicato.
Cristiano Valli
(per gentile concessione dell’autore, fonte: Cose Rosse)
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