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In the box

Pompey the sailor man

Stefano Olivari 21/12/2006

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L’attaccamento per la squadra locale a Portsmouth lo percepisci ovunque. Dai ragazzini che girano con le maglie biancoblù in Commercial Road, ai proprietari dei pub che ti servono birra magari con una maglia Toffs anni Sessanta, ai lavoratori del porto che il simbolo della società, da buoni marinai, se lo portano stampato sul braccio. Siamo nell’Hampshire, estremo sud dell’Inghilterra . Al di là della Manica, oltre l’isola di Wight, ci sono le coste francesi, il tanto osteggiato continente. Proprio quel continente che in passato a qualcuno faceva dire ”Oggi c’è nebbia sulla Manica, l’Europa è isolata”. Furono gli abitanti di questa città che una mattina d’estate del 1941 videro il cielo oscurarsi improvvisamente e sentirono un ronzìo assordante. Erano gli aerei della Luftwaffe, che dopo aver mezza distrutta Portsmouth, si diressero verso il vero obiettivo, Londra. Oggi agli abitanti di Portsmouth sembra di sognare. Sesto posto in classifica, un gioco più che decente, un cannoniere africano completamente ritrovato dopo anni di oblìo ed un sogno europeo che a maggio potrebbe diventare realtà. Non si può certo dire che si ritorni così alla fine degli anni Quaranta quando il Portsmouth, per ben due anni consecutivi -1949 e 1950- conquistò il titolo nazionale. Ora ovviamente è tutto diverso, il potere del calcio è altrove, a Londra e a Manchester, a Liverpool forse. Quella era la preistoria del calcio moderno ma si trattava comunque di una grandissima squadra, che si basava su assi dell’epoca che rispondevano ai nomi di Jimmy Dickinson, Len Phillips, Peter Harris, Duggie Reid e Jimmy Scoular. Gente capace di conquistare anche una FA Cup nel 1939, distruggendo nella finale di Wembley il Wolverhampton per 4 a 1 e tenendo poi nella bacheca la prestigiosa coppa per ben sette anni, visto che ci fu l’interruzione delle attività sportive per gli eventi bellici. Altri tempi si diceva, basti pensare che per i due titoli nazionali ai giocatori come premio venne regalato un buono spesa del valore di 10 sterline da utilizzare nei negozi della città… Oggi però i Pompey sembrano finalmente aver trovato stabilità, cosa insolita da queste parti visto che il club è sempre stato famoso per una spettacolare combinazione di cattiva gestione e sfortuna nera. Per quanto concerne la sfortuna basta citare due esempi recenti. Nel 1992 il Portsmouth fu la prima squadra a perdere una semifinale di FA Cup ai rigori, dopo due pareggi che in anni precedenti avrebbero portato al terzo replay. Appena dodici mesi dopo i biancoblù si videro soffiare la promozione in Premiership dal West Ham , che passò per un maggior numero di gol segnati…. Invece dal punto di vista manageriale, basta fare un nome, Harry Redknapp, l’allenatore che salvò la squadra nel 2004 ma poi, dopo un furioso litigio col presidente Mandaric, se ne andò nel novembre dello stesso anno. Harry pensò bene di andarsene al Southampton che, da quelle parti, è un po’ come se un nostro allenatore passasse a stagione in corso dal Genoa alla Sampdoria o dal Livorno al Pisa. Nel dicembre del 2004 ci capitò di aggirarci nei pressi di Fratton Park e sui muri dello stadio la parola più carina per Redknapp era quella di Judas…..L’allenatore però tornò l’anno scorso e condusse la squadra a un’altra insperata salvezza. Ora i soldi non mancano, c’e’ una nuova proprietà ( si tratta del russo Gaydamak) e in estate hanno accettato di scendere al sud giocatori come il già citato Kanu, il portiere David “Calamity” James e l’ex Arsenal Sol Campbell, oltre a qualche giovane di belle speranze, come ad esempio il croato Kranjcar, un tipino da tenere assolutamente d’occhio, anche se finora non ha certo ripagato i cinque milioni di sterline pagate per lui all’Haiduk Spalato. Fratton Park nel frattempo è sempre lì, casa dei Pompey da ormai un secolo, cioé da quando la squadra fu creata sulle ceneri della compagine amatoriale della Royal Artillery. Da anni si parla di rinnovarlo e di coprire quella tribuna ospiti che rimane ancora l’unica scoperta e quindi a rischio intemperie, dell’intera Premier League. Ad oggi però l’idea pare sia quella di ruotare il campo su se stesso e di ricostruire le tribune modernizzandole. Fratton però è sempre lì, dicevamo, ed a breve potrebbe provare una novità interessante, la ribalta europea.

Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com

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