Polonia-Italia fuori dalla nicchia

17 Settembre 2023 di Alberto Rapuzzi

Il vento della passione dei 10.000 del PalaEur non riesce a spingere in porto la nostra nazionale di volley maschile, sconfitta in finale dalla fortissima Polonia con un netto 3 a 0. Polonia che ha dovuto aspettare ben 14 anni per riprendersi il titolo di campione d’Europa e che se lo è ripreso in maniera indiscutibile. In questa cornice meravigliosa si sono affrontate le attuali migliori squadre al mondo (ed infatti gli azzurri nel 2022 il Mondiale lo hanno vinto, battendo i polacchi a casa loro), però il servizio travolgente e costante dei biancorossi e la serata di grazia di Wilfredo Leon hanno sempre tenuto indietro i nostri azzurri dal punto di vista tecnico e psicologico.

Va dato ampio merito a questa nazione che considera il volley uno sport importante, con ampio spazio sui media che non lo considerano un intruso. Questo innesca un circuito virtuoso che porta investimenti, professionalità da fuori, tra l’altro anche De Giorgi li ha allenati mentre diversi altri nostri allenatori hanno lavorato nei loro club. Hanno una generazione importante, esperta e forte fisicamente, disposta al sacrificio per migliorare sotto la guida preziosa di Nikola Grbic, individualità straordinarie come Leon e Sliwka oltre a tanti bravi giocatori, basti pensare che Semeniuk era in panchina. Certo non è un caso che con lo Zaksa abbiano vinto le ultime tre Champions Legue.

L’esito della finale di ieri sera non toglie nulla all’eccelente cammino della nostra Nazionale, sempre protagonista con una squadra compatta, giovane, in grado di coprire due cicli olimpici, con la possibilità di crescere se i nostri troveranno sempre piu’ spazio nei club in un campionato competitivo come quello italiano. Guidata in modo sicuro  ed efficace dallo staff tecnico ha sempre risposto, rischiando tanto nei quarti contro l’Olanda, poi tenendo a distanza una Francia pericolosa ma che ha patito i problemi fisici di Ngapeth.

Fefé De Giorgi, cacciato da vincente dalla Lube nel febbraio 2021, ha costruito con pazienza e chiarezza di idee questa squadra che nella sua gestione ha vinto europeo e mondiale oltre al podio di ieri. Priorità è stata data alla formazione di un gruppo pronto ad aiutarsi e a soffrire insieme: discorso che in uno sport come la pallavolo, dove non è che qualche giocata geniale possa risolvere tutto, dovrebbe essere scontato ma che volte non viene compreso dai media generalisti affamati di personaggi. Senza bisogno di atteggiamenti aggressivi o da santone, De Giorgi con la sua competenza ha indicato il cammino che serve per primeggiare e i ragazzi lo seguono sapendo che solo con il lavoro potranno restare ai vertici. Molte altre soddisfazioni ci aspettano, Parigi è dietro l’angolo ma in ogni caso questo ciclo non finirà a Parigi.

Dopo la festa ci si risveglia, come accaduto per l’Europeo femminile. Anche il torneo maschile è stato decisamente troppo lungo: della salute degli atleti e della qualità dell’evento, contorno compreso, abbiamo già scritto più volte, non è che l’estate 2023 abbia evidenziato tendenze nuove. Semmai si sono accentuate quelle vecchie: nei palazzetti si cerca sempre più di impostare uno spettacolo fastidioso, con musica alta e un tifo guidato che andrebbe analizzato da uno psicologo, mentre le frequenti immagini televisive dall’alto impediscono di vedere dove si trova il pallone: follia pura.

Per quello che concerne il nostro movimento c’è da valutare come lo si voglia far crescere ed espandere nel migliore dei modi. Fino a non molto tempo fa era snobbato dai più, e pensare di andare su Rai 1 in prima serata per partite della prima fase impensabile. In questo Europeo intinerante abbiamo avuto palazzetti pieni, ascolti televisivi importanti, poi certo se Mattarella dà una mano con la sua presenza l’evento aumenta di importanza in automatico. Ma l’evento ovviamente non basta, per recuperare più risorse nel sistema serve una managerialità più competente ed organizzata, anche se i dirigenti della pallavolo si sanno vendere meglio di quelli di altri sport e vengono spesso descritti come illuminati: ma chi inflaziona il proprio prodotto, con il proliferare di manifestazioni e partite inutili, non ci sembra avere un visione di fondo valida. Un fronte sempre aperto è quello della collaborazione fra settore maschile e femminile, per evitare sovrapposizioni per quanto riguarda i grandi eventi: stiamo parlando dell’unico grande sport in cui le donne interessano quanto gli uomini, e a volte anche di più, senza bisogno di filtri politicamente corretti.

L’aspetto mediatico ha un peso decisivo nello sviluppo di uno sport: non è l’unica cosa che conta perché non tutti gli sport farebbero il 25% di share anche se messi su Rai 1, ma è importante. Sky ha acquistato i diritti per i due tornei preolimpici che altrimenti non si sarebbero potuti vedere in Italia, poi contano anche i divulgatori soprattutto per chi assiste da poco alle partite o legge i giornali soltanto quando l’Italia vince. Insopportabile la coppia Rai, dove Andrea Lucchetta ritiene di essere più importante dell’evento e da troppo tempo si esprim in maniera fastidiosa, mentre Colantoni praticamente gli fa da spalla con tutti i suoi limiti: ma forse a qualcuno va bene così, visto anche il livello di altre telecronache. Personalmente crediamo che i commenti di Andrea Zorzi su Sky siano quelli di cui il volley ha bisogno, anche se la popolarità vera di uno sport arriva, ancora nel 2023, dall’essere trasmessi in chiaro sui primi canali Rai: per Italia Polonia 4.173.000 spettatori con il 25,3% di share su Rai 1 e circa un decimo su Sky. Si riparte dalla conquista di 3 quasi telespettatori su 10.

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