Occhio alle vecchiette russe

23 Maggio 2012 di Alvaro Delmo

Buranovskiye Babushki

A Baku prima semifinale dello Eurovision Song Contest 2012 archiviata e pronostici più o meno rispettati in una Crystal Hall con palco immenso e presentatori un po’ ingessati (soprattutto il ragazzo, Eldar, vincitore lo scorso anno). Fuori il rapper montenegrino Rambo Amadeus con la sua Euro Neuro (titolo quanto mai attuale) e la lettone Anmary, che ha una vaga somiglianza con l’annunciatrice RAI Alessandra Canale: evidentemente la sua Beautiful song non è sembrata così meravigliosa al pubblico. Studiati bene comunque i movimenti in scena delle coriste.

Stessa sorte per il gruppo vintage israeliano Izabo, che a nostro parere avrebbe comunque meritato qualcosa di più, la sammarinese Valentina Monetta con la ormai ben nota canzone dedicata a Facebook, nonostante una buona performace vocale, e i ticinesi Sinplus per la Svizzera. Bravini ma la pronuncia inglese del cantante poteva esserre affinata maggiormente. In ogni caso la sua voce ci ricorda vagamente quella di Marian Gold degli Alphaville, anche se con meno estensione.

Non ce l’hanno fatta nemmeno la diciassettenne fiamminga Iris, in gara per il Belgio con Would you, così come gli austriaci Trackshittaz, passati abbastanza inosservati con un brano hip-hop: Woki Mit Deim Popo. Non amiamo particolarmente il genere quindi eliminazione per noi ci sta. Aggiungiamo, visto che siamo in tema, che non finiremo mai di rimpiangere abbastanza il grandissimo Falco. Abbastanza impalpabile tra gli eliminati infine la finlandese Pernilla che ha cantato in svedese När Jag Blundar.

Passano invece il turno e vanno in finale (sabato 26 maggio ore 21, diretta su Raidue) la coppia islandese Greta Salóme & Jónsi, la cui Never Forget è una delle canzoni più classiche presenti in gara e l’albanese Rona Nishliu che, con una acconciatura e un look piuttosto originale, ha strillato sulle note di Suus. I voti hanno promosso anche Grecia (Eleftheria Eleftheriou, Aphrodisiac) e Cipro (Ivi Adamou, La la love) che hanno presentato in entrambi i casi cantanti emerse da X-Factor su brani piuttosto mainstream e dimenticabili.

Un po’ meglio e comunque divertenti i rumeni Mandinga con i loro strumenti giocattolo (o erano veri?) e soprattutto il moldavo Pavel Parfeny. Molto bene gli ungheresi Compact Disco: Sound of our hearts è un buon brano che potrebbe figurare bene nello scenario internazionale se promosso adeguatamente. Stesso discorso, con qualche punto in meno, per la danese Soluna Samay il cui berretto ci ha fatto fare un salto indietro ai tempi di Love Boat e del capitano Stubbing.

Ma arriviamo ai due ‘fenomeni’ della serata. I primi sono gli irlandesi Jedward che stanno piano piano rovinando la bella immagine che la musica dell’isola verde si è costruita in tanti anni. Waterline è un passo avanti rispetto alla Lipstick dello scorso anno ma il passaggio del turno è piuttosto inspiegabile. Salgono invece alla grande le quotazioni delle russe Buranovskiye Babushki. La loro Party For Everybody ha registrato una ottima accoglienza anche perché nel corso dell’esibizione le arzille vecchiette hanno trovato pure il tempo di cuocere dei dolci in un forno che ruotava sul palco… Seconda semifinale giovedì sera sempre alle 21. Niente diretta RAI ma visibile comunque in streaming sul sito ufficiale dello Eurovision Song Contest.

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