Nesta non sa comandare la difesa

17 Luglio 2002 di Stefano Olivari

Bar Inter, 17 luglio 2002. Sono le sei di un pomeriggio senza notizie, una volta tanto la Gazzetta sul banco dei gelati è in condizioni decenti. Vito sta fottendosi al videopoker le commissioni sui pochi appartamenti che riesce ad affittare. La sua giacca verde chiaro è orribile come la sua vita, ma nessuno se ne rende conto. Magrissimo, basso, capelli neri lisci unti tipo Grease, ma il gel non c’entra. Sarebbe sudaticcio anche se il videopoker fosse al Circolo Polare Artico. Ma è a Milano, zona San Siro, e il Nino lo ha fatto tarare per lasciare ai giocatori il trenta per cento delle giocate. Vito è sempre nell’altro settanta, ma dice sempre, soprattutto a se stesso, di avere vinto. Ha 35 anni, vive con i genitori, si è fatto la prima sega a 27 mettendo l’asciugamano del bidet sulla maniglia della porta del bagno per paura che la madre lo spiasse dal buco della serratura. L’Agenzia Immobiliare Casa Nuova, copertura per il troione di un trafficante di droga, lo sfrutta da 11 anni, e lui la ripaga parlando male ai potenziali clienti degli appartamenti che vuole vendere o affittare. Insomma, un pirla, visto che il suo fisso è di 600 euro al mese. Nella sua vita si è sentito vivo solo quando dal secondo anello di San Siro ha potuto insultare Bergomi, ad ogni rilancio sbagliato e ad ogni incertezza, con il volto trasfigurato in una maschera assatanata. L’ha sempre considerato la causa di tutti i mali dell’Inter, anche della sconfitta con il Liverpool nella finale di Coppa dei Campioni del ’67 (era il Celtic, ma la colpa sarebbe stata comunque di Bergomi, che all’epoca aveva 4 anni).
Il Walter, grattandosi i coglioni di destro, lo stuzzica: ”Vito, a questa Inter mancano solo Bergomi e Ferri”. Ecco, Ferri lo sopportava ancora meno di Bergomi, però preferiva insultare Bergomi. Le carte gli hanno detto ancora male, e di calcio non ha voglia di parlare. A raccogliere la provocazione è Franco, le cui chiazze subascellari hanno raggiunto i fianchi. L’ufficio postale dove lavora chiude alle 19 e 15, ma lui ha degli orari suoi. La camiciola è sempre azzurra: ”Ma che Bergomi e Ferri! Nesta è di un’altra categoria, e Moratti fra poco lo prende. State tranquilli, lui è uno che la grana al momento giusto la tira fuori…”. Non si capisce quali siano le fonti di Franco, visto che non legge nemmeno la Gazzetta, ma nel bar tutti annuiscono. Il Walter si toglie la renna e la appoggia su una sedia di ferro laccata di giallo e ovviamente scheggiata, poi con la mano a badile prende dei Fonzies guasti e se li caccia in bocca. ”La verità – scandisce le parole, in modo che lo senta anche Max, che sta leggendo un fumetto porno -, è che di gente come lo Zio si è perso lo stampino. Campioni, ma prima di tutto uomini e professionisti seri”. Ah, con lo Zio lì in mezzo non passava nessuno….il Nino e il Lele parlano all’unisono, che nemmeno Paola e Chiara, e anche Vito, sotto di 15 euro, pare annuire. Intervento decisivo del Roberto, al quale la Regione Lombardia ha appena mandato una lettera di richiamo, forse in considerazione dei 15 minuti lavorati negli ultimi sei mesi: ”Ma ve lo vedete lo Zio con il cerchietto sui capelli alla Nesta?”. Domanda buttata lì con l’espressione sarcastica che solo l’interista vero sa tirare fuori. Quell’espressione di chi cerca consenso e gli sembra impossibile non avere ragione. Qualche risata, il Walter sostiene che Nesta è frocio, Max dice che ha letto su Novella 2000 che è fidanzato, il Walter gli ribatte che è una copertura. Gliel’ha detto uno che Nesta lo conosce bene, ma non aggiunge particolari su questo informatore.
Max appoggia il Camionista sul tavolino traballante e va al bancone a prendere una patatina alla paprika, chiedendo al Nino ‘una birretta’. Budrieri è un po’ spento, a mezzogiorno l’orribile figlia maggiore, 30 anni mal portati, gli ha detto che andrà a convivere con il suo vicino di scrivania, 54 anni e la moglie che non lo capisce. Però lui non lascerà la moglie, almeno non formalmente, e poi Budrieri ha scoperto che è milanista, per giunta abbonato, ed è pure brutto, bruttissimo, ai livelli di Vito. Ma la giornata del pensionato ha un guizzo, quando dal suo camicione di flanella escono poche ma decise parole: ”Per me non cambia niente, anche se arriva Nesta. Non sa comandare la difesa, del resto non è che tutte le generazioni nasca un Picchi…”. Aaaahhhh, Picchi……il mormorio nerazzurro sale. E Budrieri tira la stoccata: ”Quel Nesta lì è bravino, ma non è da Inter….”.
(5-purtroppo continua)
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

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