L’università Louis

22 Aprile 2009 di Alec Cordolcini

di Alec Cordolcini

1. Champagne, nonostante tutto (de Volkskrant). Il successo di Dirk e Louis (AD). Tutto è bene quel che finisce bene (De Telegraaf). Az, titolo a bassa tensione (VI). Sconfitta e trionfo (Radio Olanda). Forse i tifosi dell’Az Alkmaar accorsi in massa sabato sera al DSB Stadion si aspettavano di festeggiare in loco il titolo nazionale invece di attendere il pomeriggio successivo tifando Psv Eindhoven, ma dubitiamo che qualcuno abbia osato lamentarsi. Certamente l’incontro con il Vitesse ha sfiorato il surrealismo; non che l’Az sia apparso granchè tonico e brillante, ma le due reti siglate dai gialloneri di Arnhem si pongono a metà tra un maleficio voodoo e la più pura casualità. Nella prima Ricky van Wolfswinkel si è trovato la palla sul dischetto del rigore, solo davanti a Didulica, dopo una serie di rimpalli che in nove casi su dieci avrebbero mandato il pallone verso il fondo del campo oppure lo avrebbero ricacciato sulla trequarti; nel secondo il tiro, potente ma nulla più, di Alexander Büttner ha incocciato il corpo di Swerts finendo sotto l’incrocio dei pali. Due tiri in porta, due gol. Stadio ammutolito di fronte al riaffiorare di antiche paure (il campionato di due anni fa perso all’ultima giornata). Una manciata di ore dopo il Psv sotterrava l’Ajax 6-2 scacciando l’incubo. Az campione per la seconda volta nella sua storia.
2. Se al posto di Louis van Gaal ci fosse stato Marco van Basten, oppure Huub Stevens, l’Az avrebbe comunque vinto il campionato? Domanda che può apparire stucchevole nella sua impossibilità di trovare una risposta univoca, ma che diventa utile per evidenziare i meriti di un tecnico che in molti consideravano bollito e fuori tempo massimo. Perché il successo dell’Az è soprattutto il successo di Van Gaal, e la dimostrazione di come un progetto serio e ponderato sia più importante dei soldi. Il club di Alkmaar possiede, grazie al presidente-banchiere Dick Scheringa, il quarto budget della Eredivisie con 28 milioni di euro. Davanti a esso le tre grandi: Ajax (65), Psv Eindhoven (55) e Feyenoord (38). In estate gli ajacidi hanno investito 28 milioni di euro in nuovi giocatori, il club della Philips circa 20. L’Az invece, reduce da un’annata flop caratterizzata da pesanti investimenti sul mercato (Ari, Pellè, El Hamdaoui) senza alcun ritorno in termini sportivi, ha impostato la ricostruzione partendo dal materiale che aveva in casa. Il pieno recupero degli infortunati Schaars e Martens, il rientro alla base dei prestiti (Luijckx, Lens), più alcuni interventi minori (Swerts, Moisander, Van der Velden, Klavan) a basso costo, eccezion fatta per il nazionale australiano Holman che però non ha inciso. I veri protagonisti comunque sono stati quei giocatori che l’anno prima in campo non erano andati oltre l’undicesimo posto: De Zeeuw, Romero, Dembele, Mendes Da Silva, Jaliens, Pocognoli, più i già citati Schaars, Martens, Ari e El Hamdaoui. Dall’oro al ferro e di nuovo all’oro. Con tanti ringraziamenti al fabbro.
3. Dell’Az campione ne parliamo oggi anche sul quotidiano Il Giornale. In questa sede ci limitiamo a ribadire come il successo non arrivi alla fine di un “campionato dei poveri”, termine che in Olanda si usa per indicare la vittoria di una outsider favorita dalla contemporanea annata negativa delle big. I numeri sono tutti dalla parte dei Van Gaal boys, che hanno conquistato (a tre giornate dalla chiusura) 76 punti contro i 72 del Psv campione della passata stagione, segnando 62 reti e subendone 17 (65-24 il saldo del club della Philips). Senza contare i numerosi primati del club ritoccati in questa Eredivisie: maggior numero di partite chiuse a reti inviolate (17), miglior serie senza sconfitte (25 partite), maggior numero di minuti consecutivi senza subire reti (957, record stabilito dal portiere argentino Sergio Romero), maggior numero di vittorie in trasferta (12).
4. Curiosità finale: l’azienda Amstel celebrerà il successo del club del Noord Holland mettendo in commercio una serie speciale composta da 300mila bottiglie da birra da 50 cl dotate di apposita etichetta Az-kampioen van Nederland. Costo uguale a quello di una normale bottiglia da mezzo litro. La Amstel fece un’operazione simile nel 1969, quando produsse esemplari celebrativi a tiratura limitata per qualificazione dell’Ajax alla finale di Coppa dei Campioni (poi persa contro il Milan di Gianni Rivera). Gesondheid!
wovenhand@libero.it
(in esclusiva per Indiscreto)
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