L’importanza del fattore umano

19 Marzo 2010 di Cristiano Valli

di Cristiano Valli
Una partita dello sport che fra praticanti ed appassionati è fra i più seguiti del pianeta, il calcio, è un affare gestito da non più di quattro persone. Un arbitro, due guardalinee ed il quarto uomo. Tutto nel peggior concerto di discrezionalità assortite che si siano mai viste nella storia dei regolamenti.
Questo garantirebbe al calcio di mantenere la centralità del fattore umano. Che è una puttanata. Quando i vecchi dicono delle cose che potrebbero tutte finire alla voce ‘nostalgia dei tempi andati’ poi si dovrebbe trovare almeno una giustificazione. Quella di blatter è appunto il fattore umano. E poi quell’altra: quella che va bene la finale del Mondiale, ma sui campetti di periferia? Come se non fosse questa una disparità che sussiste in ogni sport del pianeta. Che un tale fenomeno planetario non abbia saputo darsi regole per rendersi credibile (anche per chi ci investe, mica solo per i tifosi) è sconcertante e non ha paragoni nello sport professionistico. Moviole a parte, prendendo gli sport più praticati al mondo e quelli con più seguito televisivo, risalta subito una gigantesca anomalia (abbiamo tolto gli sport in cui c’è qualcuno che arriva primo ed in cui l’arbitro conta in modo relativo): se si esclude il cricket che ha un campo gigantesco (ma alla fine accade tutto in un fazzoletto), lo sport meno controllato del pianeta è proprio il calcio. Con un addetto ogni 2070m² circa di campo (dove per addetto si intende persona preposta al rispetto del regolamento di gioco nelle competizioni internazionali). Seguono il rugby (1750m²), l’hockey su prato (1251m²), il football americano (581m²), il baseball (436m²), l’hockey su ghiaccio (200m²), il basket (71m²), il tennis (21m²), la pallavolo (18m²) ed il pugilato (13m²). Ora: va bene il fattore umano, va bene il no alla tecnologia (cioè, non va bene, ma facciamo finta), ma vi rendete conto che in quel campo di arbitri veri ce ne vanno almeno cinque o sei? Domanda stupida. ‘Fattore umano’ significa che da un secolo vincono più o meno gli stessi o evoluzioni (nel senso di gruppi e club che conquistano il potere) degli stessi.
Cristiano Valli
Cose Rosse

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