L’Eredivisie che verrà

31 Luglio 2009 di Alec Cordolcini

di Alec Cordolcini

1. Nell’estate 2008 Marko Arnautovic era solo un giovane di interessanti prospettive che aveva raccolto collezionato qualche presenza in prima squadra con il Twente, senza però mai riuscire a trovare il gol. Oggi lo troviamo nell’Inter. Il suo ex compagno di squadra Eljero Elia vantava già quattro stagioni in Eredivisie, ma il rendimento modello alti e bassi non lo rendeva proponibile in chiave mercato all’Ajax, figuriamoci all’estero. Oggi è in nazionale, e dopo aver detto di no al Manchester City si è accasato all’Amburgo. Nella città portuale troverà Marcus Berg, scoperto dai più al recente Europeo under-21 ma da anni bomber da oltre 15 gol a stagione. Poi ci sono Daniel Pranjic e Edson Braafheid, neo acquisti del Bayern Monaco. Esempi che testimoniano come anche in tempi di crisi la Eredivisie non abbia perso la propria capacità di coltivare e valorizzare talenti. Questa sera Heerenveen-Roda aprirà la nuova stagione. Il sottobosco di potenziali affari di mercato rimane altrettanto interessante e fertile. Di seguito proponiamo una rapida carrellata.
2. Tra Maradona e Van Gaal, ecco Sergio Romero (classe ’87), miglior portiere del campionato 08/09. Esplosivo tra i pali, rapido nei riflessi a dispetto dell’altezza (1.92), il numero uno argentino è risultato uno degli elementi fondamentali nella vittoria dell’Az mantenendo inviolata la propria porta in ben 22 partite. Oro olimpico a Pechino con l’Argentina (titolare dai quarti di finale al posto dell’infortunato Ustari), stimatissimo dal ct della Selecciòn Maradona, che lo ha fatto esordire dal primo minuto a Glasgow contro la Scozia. Proviene dal vicino Brasile invece Douglas Franco Texeira (88), formatosi nel vivaio del Joinville Esporte Clube ma trasferitosi in Olanda senza aver disputato un solo minuto nella massima divisione brasiliana. Difensore centrale possente, leve lunghe, forte di testa, nello spumeggiante Twente del rinato Steve McClaren Douglas ha puntellato la difesa con precisione e personalità, mostrando una sorprendente capacità di adattamento al calcio europeo. Destinato a seguire la parabola ascendente del connazionale del Chelsea Alex.
3. La deficitaria gestione Van Basten in casa Ajax non ha lasciato solo macerie. Il lancio in prima squadra di Gregory van der Wiel (’89) è tutta farina del sacco dell’ex milanista, che lo ha riconvertito da difensore centrale (ruolo ricoperto nelle giovanili) in terzino destro preferendolo al più quotato (e costoso) Bruno Silva. E’ sbocciato un talento che si ispira a Dani Alves definendosi “difensore di professione, attaccante per attitudine” e che nel giro di pochi mesi è passato dall’esclusione dall’Under-21 in partenza per le Olimpiadi di Pechino alla maglia da titolare della nazionale maggiore durante le qualificazioni per Sudafrica 2010. Veste invece la casacca dei Diavoli Rossi belgi ormai dal 2007 Jan Vertonghen (’87), rude mastino mordicaviglie dai numerosi utilizzi: mediano, difensore centrale oppure esterno sinistro, ovunque lo si metta lui corre e azzanna, non disdegnando qualche puntata a rete per sfogare il proprio sinistro potente. Curiosa la storia legata al suo primo gol da professionista: coppa d’Olanda 05-06, Ajax 2-Cambuur, gli avversari gettano fuori la palla per soccorrere un infortunato, alla ripresa del gioco lui la restituisce con una palombella da oltre 50 metri che si infila nel sette. Ma giura di non averlo fatto apposta.
4. Il portafoglio vuoto aguzza l’ingegno e l’attitudine alla sperimentazione. Così il Feyenoord ha scoperto le geometrie di Leroy Fer (’90), centrocampista multifunzionale piazzato nel cuore della mediana del club di Rotterdam per dettare tempi e ritmi, proprio come fa il padre del giocatore antilliano in ambito musicale con la sua banda di ottoni “Red Hot”. Un metronomo non velocissimo ma dinamico e puntuale negli inserimenti sui calci piazzati. In attesa però di ripetere un altro affare modello Drenthe, il Feyenoord si coccola anche Diego Biseswar (’88) e Georginio Wijnaldum (90), i due scudieri dell’intramontabile Roy Makaay. Il primo è uno spirito anarchico con trascorsi tribolati (la scorsa estate venne cacciato da un provino allo Sheffield United dopo un solo giorno) che svaria sull’out sinistro, dribbla e conclude con destro a giro; il secondo ha trasferito il suo sogno di diventare un acrobata da circo sui campi da gioco. Paragonato al primo Seedorf, Wijnaldum lo ha battuto in precocità, debuttando in Eredivisie all’età di 16 anni e 148 giorni.
5. Nella stagione 1986/87 Erik Willaarts dell’Utrecht si classificò secondo nella classifica marcatori alle spalle di Marco van Basten, all’epoca bomber dell’Ajax. Potrebbe imitarlo a breve il nipote Ricky van Wolfswinkel (’88), ottimo bagaglio tecnico unito a movenze rapide e fiuto del gol da rapace d’area di rigore. Tutte qualità mostrate nel Vitesse in un campionato iniziato da signor nessuno e concluso sotto i riflettori. Adesso dovrà ripetersi proprio nell’Utrecht. In ambito olandese si conosceva già invece il brasiliano Paulo Henrique Carneiro Filho (’89); gol all’esordio nell’Atletico Mineiro (10 giugno 2007, 1-0 al San Paolo), doppietta alla sua “prima” con l’Heerenveen (5-1 al Nac Breda il 15 dicembre dello stesso anno). Aumentato quest’anno il minutaggio, sono cresciuti di conseguenza i gol, e la stagione si è chiusa in doppia cifra. Ambidestro, è agile, tecnico e svaria molto. Una rete da urlo in Coppa d’Olanda al Nec Nijmegen, con palleggio e pallonetto al volo a scavalcare il portiere. Altro pezzo forte del club frisone è Roy Beerens (’87), ala destra veloce e tatticamente ordinata che ha dimostrato come a volte fare un passo indietro possa favorire la propria carriera piuttosto che penalizzarla. Cresciuto nelle giovanili del Psv Eindhoven, nell’estate del 2007 Beerens ha rifiutato il contratto propostogli dal club della Philips preferendo accasarsi in provincia, all’Heerenveen, dove è diventato subito titolare. Stella dell’Under-21, quando gli è stato chiesto quale fosse stato l’avversario più tosto affrontato finora ha risposto senza esitazioni “l’italiano Davide Santon”. Tra piccoli campioni ci si intende subito.
6. Da tempo immemorabile il calcio ungherese non riesce a produrre un top player. Per questo motivo è ancora più forte la pressione su Balasz Dszudszak (’86), esterno mancino scuola Debrecen (tre titoli nazionali in quattro stagioni, delle quali le ultime due da titolare) arrivato nel gennaio 2008 al Psv Eindhoven. Esordio fulminante a suon di reti, poi un rallentamento la stagione, anche perché penalizzato da un modulo troppo rinunciatario. Veste la maglia della nazionale maggiore già da un anno e mezzo. La stoffa c’è tutta, adesso serve personalità e continuità.
7. Per finire un’autentica scommessa. La scorsa estate lo sconosciuto Luuk de Jong (’90) fu il maggior goleador delle squadre olandesi nelle amichevoli precampionato, tanto da guadagnarsi una chance da titolare nel De Graafschap e chiudere il campionato con un bottino, 8 ret
i, che gli è valso il passaggio al Twente. Quest’anno la situazione si è ripetuta con l’altrettanto sconosciuto Genaro Sneijders (’89), re del gol delle amichevoli estive con 12 centri. Gioca nel Vitesse e può quindi evitare il trappolone del prestito in Eerste Divisie, tomba delle aspirazioni di tanti goleador in erba.
wovenhand@libero.it
(in esclusiva per Indiscreto)

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