Le Super Finals di Paola Egonu

22 Maggio 2023 di Alberto Rapuzzi

Finita la festa tanto attesa la malinconia un po’ ci accompagna. Già, perché sabato, nell’immenso Pala Alpitour di Torino si sono spente le luci della stagione per i club europei con le Super Finals, in parole semplici le finali di Champions League maschile e femminile concentrate in un unico giorno nella stessa sede. Nonostante quest’anno nessuna squadra italiana fosse presente, più di 10.000 spettatori sono riusciti a presentarsi e a rimanere 7 ore dentro il palasport, sempre con un comportamento civile come da tradizione del volley. Un’operazione del genere, senza squadre di casa in campo, fino a pochi anni fa sarebbe stata una scommessa molto azzardata. Le lacrime di una pioggia incessante ed implacabile ci hanno ricordato una volta di più la disperazione dell’Emilia-Romagna e il minuto di raccoglimento proposto prima delle partite ci ha permesso di regalare un pensiero a una popolazione che sta soffrendo tanto.

Come da tradizione si comincia con le ragazze, due squadre turche: il campione in carica del Vakifbank e l’Eczacibasi di Boskovic alla sua prima finale in carriera. Prevale il Vakifbank 3 a1, le arancioni lottano per due set ma poi si capisce che non hanno possibilità di successo nonostante riescano a crearsi piccoli vantaggi. Inferiori nell’organico, trovano poi avvolta nella nebbia la loro bomber che chiuderà con 16 punti.

Paola Egonu invece ne fa 40, col 65% positivo. Dall’altra parte della rete non ci sono avversarie in grado di limitarla e lei affonda i colpi senza ritegno, ben allenata e con la testa libera si riprende la scena da par suo: la nostra nazionale non può prescindere da lei se punta a traguardi ambiziosi.  Non si possono dimenticare il fenomeno Gaby e l’ottima prova delle centrali Gunes e Ogbogu, insomma una squadra ritrovata dopo le difficoltà a capirsi delle nuove arrivate nel corso della stagione. Eliminata in campionato dal Fenerbahce, in semifinale è riuscita però a salvare tutto nel momento più importante, dopo aver rischiato tantissimo proprio col Fener in semifinale.

Giovanni Guidetti, alla sua sesta coppa, ha perso la mamma da pochi giorni. Con carattere si è fatto forza ed è riuscito a guidare il suo gruppo nel modo migliore. È stata però un’annata travagliata, con un mercato difficile fatto durante il terremoto, tragedia di cui non si parla più, mentre le nuove bande non hanno reso come ci si aspettava e inserire Egonu necessitava tempo.  alla fine pero’ ha avuto ragione lui.

L’Eczacibasi non ha nulla da rimproverarsi, dopo aver perso la finale del campionato turco con il Fenerbahce pochi giorni fa vive un altra delusione, ma chi ha trovato sulla sua strada era più forte. Boskovic è sola, serve un mercato più efficiente considerando che le risorse finanziarie abbondano.

Un piccolo respiro e si riparte con i maschi, due squadre polacche, ai tempi allenate dal nostro Fefe’ De Giorgi, lo Zaksa bi campione in carica e la squadra dei minatori, lo Jastrzebeski campione di Polonia proprio ai danni del suo avversario di sabato. Partita dalle forti scosse elettriche, equilibrata, vede prevalere per la terza volta consecutiva in questa competizione lo Zaksa al tie break 3 a 2, dopo aver mancato 3 match ball nel quarto set.

Diventa difficile fare una analisi tecnico-tattica quando si viaggia punto a punto, con grandi giocatori dai due lati, e tutto si decide per un dettaglio o un errore forzato: il confine tra vittoria e sconfitta è troppo fine. Certamente lo Zaksa ha un’esperienza superiore in campo internazionale e giocatori predisposti alle finali di un giorno: Sliwka, Kaczmarek, Bednorz (23 punti) sono dotati di grande personalità e anche nei momenti più complicati non perdono la lucidità che serve per riprendersi. Inoltre alle spalle c’è una società da tempo molto organizzata e strutturata che permette di lavorare nel migliore dei modi. Non è casuale che le tre vittorie siano state realizzate con tre allenatori diversi.

A Torino si sono viste le migliori espressioni di due movimenti  molto forti. In Polonia la pallavolo è il primo sport nazionale, con grande tradizione, seguitissimo da un pubblico appassionato, mentre i club turchi spaventano  per le loro possibilità d’investimento supportate anche dal governo.

Quanto all’evento in sé, la Cev si dimostra molto interessata alla parte finanziaria: biglietti cari, la determinazione nell’avere entrate importanti da tutti, un palazzetto imponente dove svolgere le partite, nessun riguardo verso i giornalisti con una tribuna stampa da dove non si vede nulla, la musica a tutto volume che ti stordisce e il buio sugli spalti.

Chiuso il sipario si parte con le nazionali, una stagione lunghissima tra VNL, Europei e qualificazioni olimpiche. Una overdose di volley, che a noi appassionati può anche andare bene ma ai giocatori meno. Sarebbe il caso di ridiscutere il calendari, ma non sembra al momento una priorità, anche in questo caso il business prevale.

È anche il periodo in cui vengono resi noti gli accordi di mercato per il prossimo campionato. Uno ha già destato sorpresa e generato discussione: il ritorno di Julio Velasco nel femminile, precisamente sulla panchina di Busto, dimettendosi dal ruolo di Direttore Tecnico delle Nazionali giovanili maschili. I media hanno celebrato la notizia con grande entusiasmo, in realtà pare che il movimento azzurro perda una figura troppo importante in un settore che ha sempre il problema del reclutamento, a fronte di una scelta che porta il Maestro in una società certamente rispettabilissima, che gli ha fatto un triennale, ma attualmente con un budget molto limitato. Tutto questo porterà a un roster composto da giocatrici molto giovani, alcune in prestito, con i rischi del caso e con prospettive future incerte: speriamo di non vedere Busto e il suo coach lottare per non retrocedere. Intanto fino a settembre Velasco rimane in carica con gli azzurri, poi più avanti vedremo.

Il nostro Oscar Eleni ricorda quando nel basket Tanjevic lasciò la Federazione perché non riusciva a sviluppare i suoi progetti, non abbiamo informazioni per sapere se si tratta di una situazione analoga. La brava Samantha Pini della Prealpina ha scritto che Velasco aveva proposto le sue idee anche ad altre società, quindi pensarlo non è sbagliato.

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