Anni Ottanta

L’attentato a Reagan

Stefano Olivari 30/03/2021

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L’attentato a Ronald Reagan del 30 marzo 1981, 40 anni fa, lo ricordiamo come se fosse oggi, perché al di là della nostra ammirazione per Reagan, al livello di Alex Keaton, tutto ciò che fa parte degli anni Ottanta lo ricordiamo come se fosse oggi. Nel primo pomeriggio il presidente degli Stati Uniti dopo un discorso al Washington Hilton, e mentre salutava fan e curiosi in strada, fu colpito di rimbalzo da un proiettile fra i 6 sparati verso di lui da John Hinkley, 26 anni, che gli perforò un polmone: dopo l’operazione e tre settimane di ospedale l’allora settantenne ex attore ed ex governatore della California uscì quasi come nuovo, grazie anche al suo classico spirito (storica la copertina di Time con la domanda: Why is this man so popular?). Gli andò meglio rispetto al suo portavoce James Brady, che avrebbe vissuto il resto della sua vita su una sedia a rotelle. Ma chi era Hinckley? Un pazzo, si disse, innamorato della Jodie Foster adolescente di Taxi Driver, che sparando a Reagan voleva attirare la sua attenzione. Uno stalker della peggiore specie, che mandava decine di messaggi, senza mai risposta, ai recapiti conosciuti dell’attrice (Yale compresa). Di sicuro Hinckley era figlio di ricchi petrolieri, senza particolari problemi fino ai vent’anni quando velleità artistiche (si era trasferito a Los Angeles per diventare musicista) e altre ossessioni, fra cui le armi, lo condussero all’idea di ammazzare Reagan per avere il quarto d’ora di celebrità ed impressionare la Foster. Fu riconosciuto incapace di intendere e di volere, escamotage fino a quell’epoca rarissimo, in sostanza la fece franca. Hinckley è rimasto 35 anni in varie strutture psichiatriche, quasi tutte abbastanza morbide (morbidissime, per gli standard statunitensi), ed oggi è in una specie di semilibertà. L’anno scorso abbiamo letto che un giudice federale gli ha permesso di esporre i suoi dipinti.

The assassination attempt on Ronald Reagan on March 30, 1981, 40 years ago, we remember it as if it were today, because beyond our admiration for Reagan, on the level of Alex Keaton, everything that is part of the 1980s we remember as if it were today. In the early afternoon the President of the United States after a speech at the Washington Hilton, and while he was greeting fans and onlookers in the street, was hit by a bullet among the 6 fired at him by John Hinkley, 26 years old, which perforated a lung: after the operation and three weeks in hospital the then seventy-year-old former actor and former governor of California came out almost as good as new, thanks to his classic spirit (historic Time cover with the question: Why is this man so popular?). He fared better than his spokesman James Brady, who would live the rest of his life in a wheelchair. But who was Hinckley? A madman, they said, in love with the teenage Jodie Foster in Taxi Driver, who wanted to get his attention by shooting Reagan. A stalker of the worst kind, who sent dozens of unanswered messages to the actress’ known addresses (including Yale). Hinckley was the son of rich oil men, without particular problems until he was twenty years old when artistic ambitions (he moved to Los Angeles to become a musician) and other obsessions, including weapons, led him to the idea of killing Reagan to have a quarter of an hour of fame and impress Foster. He was recognized as incapable of understanding, a very rare ploy at that time, in essence he got away with it. Hinckley remained 35 years in various psychiatric facilities, almost all of them quite soft (very soft, by US standards), and today he is in a kind of semi-freedom. Last year we read that a federal judge allowed him to exhibit his paintings.

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