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La versione di Pazienza

Stefano Olivari 14/12/2022

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Da sempre ci interessano le persone con più vite e Francesco Pazienza è senz’altro una di queste. Anzi, la spregiativa definizione di ‘faccendiere’ significa, in positivo, anche questo: giocare su più tavoli, essere in grado di relazionarsi con chiunque senza moralismi. Il suo libro più recente, La versione di Pazienza, uscito ormai quasi un anno fa per Chiarelettere e da noi letto soltanto adesso, può essere visto come un grande romanzo oppure come la versione di parte di vicende vere, poco importa: nelle pagine di Pazienza si trovano tutti gli ingredienti della storia italiana degli anni Settanta e Ottanta, ma anche di quella successiva viste le carriere di molte persone da Pazienza ben conosciute.

Laureato in medicina, appassionato di immersioni e collaboratore del grande Cousteau, consulente del Sismi ed in particolare del generale Santovito, mediatore per conto di Roberto Calvi negli anni finali della sua parabola, giocatore di una partita tutta sua fra monsignor Marcinkus e Papa Wojtyla con i finanziamenti occulti a Solidarnosc sullo sfondo, amico del leggendario Federico Umberto D’Amato (la spia numero uno nella storia d’Italia, forse), ispiratore di mille trame internazionali come gli attacchi mediatici a Jimmy Carter o le manovre di Noriega in Nicaragua. Qualsiasi caso italiano o internazionale di quegli anni ha Pazienza non diciamo al centro ma in posizione privilegiata per quanto riguarda la conoscenza dei protagonisti.

Uomo ricco, poliglotta, con accesso a tutti i potenti del mondo, cosa ha rovinato Francesco Pazienza a detta di Francesco Pazienza? La P2. Non perché lui l’abbia combattuta, anzi pur non facendone parte, e disprezzando le millanterie di Gelli, Pazienza ne ha frequentato molti iscritti. Ma perché è stato accusato di farne parte, nel quadro delle indagini sul depistaggio riguardante la strage alla stazione di Bologna nel 1980. Storia lunghissima, interessante ed impossibile da sintetizzare: in pratica Pazienza viene accusato da un magistrato ed un ufficiale dei Carabinieri destinati a diventare famosi, Domenico Sica e Mario Mori, ed alla fine condannato a 10 anni di reclusione (con tanto di periodi ingiustificati di 41 bis), non per la strage in sé ma per aver portato le indagini su una pista internazionale poi rivelatasi senza sbocchi.

A Pazienza è legata anche la stagione del cosiddetto Super Sismi, sorta di servizio segreto all’interno del servizio segreto (in complottese ‘i servizi deviati’), più volte citato nel libro. Che si legge in maniera agilissima, soprattutto avendo le basi almeno cronachistiche dell’epoca. Pazienza si ritiene perseguito da Sica, da parte della magistratura e anche da parte del sistema, che non vedeva (avrebbe visto) con favore un battitore libero con le mani in pasta in troppo situazioni. Opera da regalare agli appassionati di misteri della storia italiana. Molto belli i capitoli su Calvi, con una interpretazione di sue scelte apparentemente folli (nemmeno Pazienza sa quanto fosse ricattato o ricattabile), e Marcinkus, per una volta rappresentato con pregi e difetti: non l’anima nera della Chiesa, ma spesso un esecutore con il compito di cambiare la Storia. Ovviamente non sappiamo se quella di Pazienza sia la verità, ma certo la versione di Pazienza è ben raccontata.

stefano@indiscreto.net

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