La morte di Moana Pozzi e dell’Italia di Vicini

Fascino di un'icona pop capace di conquistare pubblici diversi, che oggi avrebbe 60 anni. A lei saranno per sempre legate anche le Notti Magiche di Italia '90...

28 Aprile 2021 di Stefano Olivari

Moana Pozzi avrebbe compiuto 60 anni da poco, essendo nata a Genova il 27 aprile 1961, e vista la sua passione per lo sport sarebbe stata una splendida sessantenne. Purtroppo è morta nel 1994, chiudendo anche dal punto di vista pop la storia della Prima Repubblica che lei ha vissuto da protagonista del mondo dello spettacolo e anche per interposti uomini famosi, da Craxi a Tardelli.

Di certo la sua figura non si può dimenticare, anche perché ha conquistato pubblici diversi e non soltanto i frequentatori di cinema porno, che nonostante le videocassette VHS negli anni Ottanta esistevano ancora: come dimenticare il Magenta di via Raffaello Sanzio, a Milano, ed il centralissimo Lyceum a Varese? Oggi sostituiti da un anonimo condominio e da un bel bar, dove fra l’altro siamo stati di recente. Ma tornando a Moana, bisogna ribadire che lei è stata una delle poche dive del porno ad avere un reale successo presso il pubblico generalista: non solo con i tanti film ‘normali’ in cui ha recitato, come Amami passato qualche notte fa su Rete 4, ma anche con le ospitate televisive.

Nella carriera di Moana Pozzi anello di congiunzione fra l’hard e il pop ovviamente è Cicciolina e Moana Mondiali, poi arrivato ai giorni nostri con diversi titoli, che nessuno ha mai guardato con la disposizione che di solito si ha verso un film porno ma soltanto per ridere già all’epoca, era il 1990, dell’Italia e di noi stessi. Il culto non è infatti solo per Moana e Ilona Staller che prima delle partite con Germania, Argentina e Olanda devono spompare Klinsmann (lo fa soltanto Moana), Maradona (il mito Ron Jeremy, nel suo genere Maradona) e Gullit, ma per il contesto etico e politico che un film di serie B, anzi di serie C, forse di Interregionale, che non potrebbe essere rivalutato nemmeno da Tarantino ubriaco, descrive meglio di tanti saggi.

Il finto Montezemolo che decide di ingaggiare le ragazze per aiutare gli azzurri, il finto Biscardi, la presa in giro delle giornaliste (in alcuni casi la realtà avrebbe poi superato la fantasia di Riccardo Schicchi), i ritiri delle squadre, le immagini di gioco sgranatissime e montate a caso, le vallette (Miss Pomodoro e Ida Fabry), fino al lisergico festeggiamento dell’Italia di Vicini campione del mondo. Il cui sogno sarebbe morto prima di Moana.

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