Svegliarino

Il ventennio di Geronzi

Stefano Olivari 18/03/2008

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Se Cesare Geronzi non avesse fatto carriera, diventando da dominus della finanza romana e calcistica del centro sud a occupante di una delle poltrone più importanti d’Italia (presidente di Mediobanca), la Roma non sarebbe in vendita ma si sarebbe trovato qualche finanziamento-magheggio in attesa di soci di osservanza geronziana piuttosto che del cattivo americano (variante giornalistica: il mafioso russo, alla Ramenko) di turno. Di sicuro i media sportivi non hanno mai parlato abbastanza di quello che è stato l’uomo più potente del calcio italiano negli ultimi venti anni: più di Berlusconi e Moratti, che con vari gradi di pulizia (ma comunque con soldi loro) hanno sempre lavorato solo per le rispettive società, più dei vari Cragnotti e Tanzi, da lui sostenuti anche nelle imprese più folli, più di Franco Carraro, nel corso degli anni solo spostato di casella, da una federazione ad una banca, addirittura più dell’editorialista cattolico (in attesa dei pezzi di Rosa & Olindo sulle questioni condominiali) Luciano Moggi che è sempre stato un suo uomo, ben prima della Gea dei figli di papà (Moggi e Geronzi, fra gli altri). Una buona occasione per analizzare il geronzismo potrebbe essere il procedimento penale per fallimento del Perugia. Durante la seconda udienza è infatti emerso che Geronzi è indagato per false dichiarazioni al pubblico ministero. A sua volta Luciano Gaucci è accusato di diffamazione nei confronti dello stesso Geronzi, della moglie e della figlia Chiara (l’ex socia Gea, attualmente giornalista del Tg5, covo di ‘figli di’ degno di un ospedale pubblico italiano). Vale però la pena ricordare, al di là dei tecnicismi del processo, uno degli inizi ‘sportivi’ del tutto: cioé la denuncia dell’ex allenatore Arcadio Spinozzi, secondo cui la vendita di Nakata alla Roma per 40 miliardi servì solo a ripianare il debito con la Banca di Roma piuttosto che a soddisfare i tanti altri creditori del Perugia, fra cui Spinozzi stesso. La cosa interessante è il pegno del 99% delle azioni del Perugia dato a Capitalia a garanzia del credito: mettendo insieme tante cose, pensando alla Moggi League dei direttori sportivi forforosi e a tanto altro, viene in mente quel Perugia-Juventus 1 a 0 ed a come la società bianconera accettò il verdetto di una partita clamorosamente irregolare.

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