Il trionfo dei non inglesi

8 Maggio 2008 di Stefano Olivari

1. In questi giorni l’Inghilterra sta celebrando il trionfo del proprio calcio, visto che tre squadre inglesi hanno raggiunto le semifinali di Champions League e due di queste – Chelsea e Manchester United – si giocheranno la finale il prossimo 21 maggio a Mosca. Non siamo così certi che sia poi un successo del calcio inglese vero e proprio, visto che queste potenze calcistiche sono zeppe di stranieri (non solo in campo, visto che anche i proprietari non sono inglesi) e la stessa nazionale dei Tre Leoni non è riuscita nemmeno a qualificarsi per l’Europeo 2008. Dobbiamo anche dire che oggi più che mai le Nazionali sono la vera espressione del movimento calcistico di un Paese e solo un Olanda-Romania oggi ci può dire se gli olandesi siano più bravi dei rumeni a prendere a calci un pallone.

2. Dicevamo della finale di Mosca. Sembra che in Gran Bretagna non si parli d’altro, noi invece non vogliamo far passare inosservato un altro avvenimento dello scorso weekend. Non in Premier League, ma molto più in basso, in League One per la precisione. Infatti dopo tre anni di purgatorio, per non dire inferno, il Nottingham Forest torna in Championship, al secondo livello della scala. Questo grazie alla vittoria per 3 a 2 contro lo Yeovil ed alla contemporanea sconfitta patita dal Doncaster a Cheltenham. In questi due anni il Forest – l’unica squadra in Europa ad aver vinto più Coppe dei Campioni (2) che non campionati nazionali (1)- ne ha passati di tutti i colori, perdendo i playoff promozione sia nel 2006 che nel 2007. L’anno scorso addirittura in maniera clamorosa e proprio contro quello Yeovil Town che quest’anno ha fatto sorridere. Infatti nelle semifinali 2007 il Forest vinse fuori casa per due a zero per poi subire una sconfitta con lo stesso punteggio al City Ground e uscire battuto ai supplementari con un netto quanto imbarazzante 5 a 2. Anche quest’anno la squadra non ha mai dato l’impressione di solidità, ma con un po’ di fortuna la promozione è arrivata e i giocatori attuali sono diventati quasi eroi per quei giovani tifosi che, per ovvie ragioni di età, non hanno potuto vivere i momenti felici dati dai vari Shilton, Francis, Archie Gemmill e compagnia bella. Una squadra fantastica, allenata da quel genio calcistico che rispondeva al nome di Brian Clough e che dettò legge in Inghilterra e in Europa per almeno un lustro a cavallo fra gli anni ’70 e ’80. Oggi il Nottingham Forest è un’altra cosa e quei tempi non torneranno più. Il ritorno in Championship però, restituisce un briciolo di dignità ad una società tanto gloriosa.

3. La scorsa settimana avevamo segnalato che qualche giornalista di casa nostra non è poi così informato su quanto succede al di là della Manica e questa settimana, per non essere da meno, vogliamo ripeterci. La Gazzetta dello Sport di lunedì 5 maggio, all’interno di un occhiello, ci segnala che il Queens Park Rangers, club di Championship che sta lottando disperatamente per non retrocedere, sta cercando di ingaggiare Zinedine Zidane come allenatore. Non mettiamo in dubbio l’ennesima bomba di mercato – tra l’altro Gigi De Canio si è dimesso e gli Hoops dovranno trovare un nuovo manager -, ma la squadra di Briatore si è tolta dalla zona pericolo da almeno due mesi e soprattutto lo ha fatto lunedì 5 maggio, visto che il campionato di Championship è finito il giorno prima con il QPR che è arrivato a metà classifica.

4. Mentre scriviamo queste righe, oggi giovedì 8 maggio a Torino si è aperta la Fiera del Libro, manifestazione che durerà fino a lunedì 12. Nei giorni scorsi si è fatto un gran parlare di Israele e di chi odia Israele: secondo i soliti schemi del nostro giornalismo politico, molto più becero e tifoso di quello sportivo pur illudendosi di essere più nobile. Ma rimaniamo nel nostro modesto campo e parlando di libri diciamo che ci piacerebbe che si discutesse una volta tanto dello stato dell’editoria italiana e di quella sportiva in particolare. Nel Paese in cui c’è l’obbligo di avere il tesserino per svolgere la professione giornalistica – unico Paese in Europa assieme alla Turchia – le Case Editrici che si occupano di sport (e non solo quelle) nascono e falliscono da un giorno con l’altro, entrano in liquidazione, promettono e non mantengono ma soprattutto solitamente non pagano lo straccio di un quattrino a chi magari ha lavorato per un anno intero se non di più ad un’opera. Quello che dovrebbe bastare agli autori è la soddisfazione perché “non è da tutti vedersi pubblicato un libro”. Noi che scriviamo il tesserino dell’Ussi non ce l’abbiamo, la professione quindi non la facciamo “seriamente” ma lasciateci almeno il diritto di dire una cosa che molti altri “tesserati” non dicono.

Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com

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