Il ritorno di Ernesto Pellegrini

27 Febbraio 2014 di Dominique Antognoni

Pellegrini sta per ricomprarsi l’Inter. Per avere più click e vendere meglio i banner pubblicitari (stiamo scherzando: la gente del mestiere dice che siamo poco ‘verticali’…) avremmo dovuto proporre un titolo del genere. Che non corrisponde alla verità, ma le è meno lontano rispetto alla maggior parte dei titoli che leggiamo in un giorno medio… Ha fatto un balzo sulla sedia e ha cominciato a sognare, appena saputa la notizia. Il direttore di Indiscreto, milanese da una generazione (la sua), sta già scalpitando mentre ricorda quell’intervista a casa Pellegrini nel 1994, mentre la figlia Valentina (ai tempi una bambina, si è sposata lo scorso giugno e fra i presenti al matrimonio c’era anche Berlusconi, che con il suo ex rivale nel derby ha mantenuto negli anni un ottimo rapporto) e il cane Inter giocavano con la Coppa Uefa appena vinta da Berti e compagni. Anche se è il primo, il direttore, a sapere che la strada è ancora lunga. Però un barlume, anzi 200 milioni di barlumi di speranza ci sono: ebbene si, esiste la possibilità concreta che un giorno forse non lontanissimo Inter torni a essere milanese, nel senso di squadra con una proprietà milanese.

Al di là dei mega-scenari, i fatti sono semplici e chiari. Ernesto Pellegrini ha informato ufficialmente Erick Thohir di essere interessato a rientrare in possesso dell’Inter, a 19 anni da quando la vendette a Massimo Moratti, mettendo sul piatto soldi veri: 200 milioni di euro, cifra non assurda visto che tiene conto sia di quanto messo finora dal gruppo indonesiano (75 milioni di euro) sia di quanto dovrà mettere con le prossime ricapitalizzazioni). Non sono solo parole. Non è una favola e ancor meno una invenzione, è accaduto: ricordate il livore di alcuni media che, sprezzanti, qualche settimana fa informavano di una cena fra Thohir e Pellegrini, dove il neo patron avrebbe chiesto informazioni all’ex presidente? Andò diversamente, fu Pellegrini a invitare Erick nella sua villa a 500 metri da San Siro.

Durante un’altra cena a casa sua, tenutasi il 25 gennaio, il 74enne imprenditore ha convinto alcuni imprenditori milanesi a partecipare alla cordata, per arrivare ai 200 milioni citati. Certo, la domanda è facile: perché non ha acquistato il settanta per cento da Moratti, l’estate scorsa? Semplice, l’ha saputo a cose fatte e contratti quasi firmati, non avendo il tempo necessario per raccogliere consensi e soldi. E poi, come un po’ tutti, era convinto che mai Moratti si sarebbe separato dall’Inter (infatti non se ne è ancora separato). Ora invece ha raccolto adesioni entusiastiche da parte di quasi tutti i contattati (gli invitati alla cena erano esattamente 15): tutti interisti, tutta gente a cui 20 milioni non fanno la differenza, quasi tutti mai entrati nel calcio. Uniti nella sofferenza per l’Inter nelle mani di uno straniero, per quanto possa essere pieno di buone intenzioni e di progetti seri e lungimiranti.

La seconda domanda è altrettanto semplice: perché mai Thohir dovrebbe vendere? Finora ha sborsato 75 milioni, nel prossimo anno ne metterà in campo altrettanti (per tacere delle garanzie bancarie per cui subentrerà a Moratti). Se davvero il gruppo Pellegrini gliene offre 200 lui e il suo gruppo farebbero un guadagno di oltre 50 milioni in meno di un anno: per un imprenditore vero e puro (razza inusuale o quasi in Italia) sarebbe un affare da leccarsi i baffi, visto che le potenzialità commerciali dell’Inter saranno anche grandi ma di sicuro sono incerte. Sia chiaro: Erick Thohir ha ascoltato questa disponibilità e Pellegrini non ha fatto alcuna offerta ufficiale. Ma l’ex presidente, che ad alcuni giornalisti (che poi non l’hanno scritto, chissà perché) ha confermato sia la cena che il contatto con Thohir, non ha fretta e pensa che il tempo lavorerà per il suo progetto. Quando Thohir si stancherà della burocrazia e nei metodi italiani, ma soprattutto della sufficienza con cui è stato accolto dall’ambiente del calcio, lui si farà trovare pronto.

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