Il mondo interno di Sneijder

29 Febbraio 2012 di Anna Laura

di Anna Laura
La notte dei lunghi coltelli. Dichiazioni di Snejider: “Io non dico che devono cacciare Ranieri, ho senso di appartenza…”. Lettura: Ranieri conferma di essere un perdente e le sue tecniche di motivazione sono inefficaci. Ancora l’olandese dell’Inter: “Guardo spesso la Premier League, non che voglia andarci ma solo per conoscere i giocatori e prepararmi alla sfida con l’Inghilterra”. Lettura: come Ibrahimovic con la Champions, avrei voluto ma non posso. Dichiarazioni di gente del mondo del calcio. Un trucco. Il tentativo di simulazione della propria realtà ideale, uno dei tanti tentativi di assoluzione personale.
Dichiarazioni, nient’altro: non prendiamole per verità, comprendiamole. C’è disparità tra mondo interno e dichiarazioni, altrimenti avremmo la sindrome di Dio. Nella Genesi ogni intento di Dio è seguito da una dichiarazione (“sia la Luce”, e la luce fu) solo che la dichiarazione e l’intenzione sono idealmente coerenti e si avverano per conseguenza, qui invece siamo al buffonismo di “Non mi sono accorto che la palla era dentro”, che naturalmente fa il paio con “abbiamo vinto sul campo…” con l’accezione possibile della frequenza telefonica. Dichiarazioni. Su queste frasi i tifosi si dividono sulla appartenenza a una fede calcistica, non sulla credibilità del calciatore. Ciò è paradossale e contro alla logica. Una cosa è vera se è verificabile. E una opinione non è mai verificabile, è solo una angolazione del proprio punto di osservazione. Non è mai e sottolineo mai una verità, piuttosto una verità personale. Snejder ha la sua, Moratti anche, Buffon pure. Ognuno ha nascosto parti di realtà e sembra che nascondere parti di realtà dia grandi piaceri, visto che difendono le proprie dichiarazioni. Un bel mondo, non c’è che dire, un modo per dire che “tutto va come deve andare”. Così almeno cosi dicevano gli 883.

Anna Laura, 29 febbraio 2012

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