Il lavoro secondo Mtv

5 Dicembre 2009 di Andrea Ferrari

di Andrea Ferrari
Videomusic va ricordata per un motivo apparentemente banale: fu il primo canale italiano interamente dedicato alla musica e se è vero, per dirla con Nanni Moretti, che “le parole sono importanti”, va dato atto a quel canale, che in molti ricordano con nostalgia, di essere sempre stato coerente con la sua “mission” : videoclip, concerti, monografie, interviste e pochi fronzoli. Quel canale ormai non esiste più da oltre un decennio.

Anche il suo successore Tmc2 (acronimo di Telemontecarlo, altra icona 80’s) durò poco, travolto anch’esso dal naufragio del suo proprietario Vittorio Cecchi Gori. Il suo posto nell’etere fu poi preso definitivamente da Mtv, che decise così lo sbarco in grande stile dopo alcuni anni in cui trasmetteva solo in alcune ore al giorno su circuiti minori (ci vengono in mente Primarete, in Lombardia, e Tele+3). La programmazione di quei primissimi anni semi-clandestini non era affatto male, una buona dose di programmi musicali presi da Mtv uk e Mtv Usa, chart internazionali, approfondimenti (ad esempio i vecchi rockumentary che ora si trovano su youtube sono spesso pregevoli); di “extramusicale” poco, pochissimo e comunque di buon livello (vedi “Kitchen” con Andrea Pezzi e Mao). Nei primi anni 2000 Telecom Italia media rilevò il 49% e fece le cose in grande: il canale musicale acquistò così a pieno titolo la fama che lo contraddistinse. Oggi, invece, “Music television” di musica ne manda in onda ben poca e spesso di livello infimo; adatta al “target”, verrebbero a dirti alcuni dei responsabili, cialtroneggiando con termini presi sul bignamino del marketing manager. Facendo zapping capita quindi d’imbattersi in reality più finti dei capelli di Biscardi, cartoons penosi, gag di comici che non fanno ridere nessuno, spettacoli presentati da Ambra Angiolini; insomma, roba da veri masochisti. Il tutto condito con la peggior retorica giovanilista sinistrorsa e radical chic, ad opera di Veejay semi-analfabeti e vestiti tutti uguali. Linus e Nicola Savino in confronto sembrano Socrate e Kant. Poi capita di leggere notizie come questa: ”Bella, giovane, impegnata: il 12 settembre la rete televisiva musicale di Telecom Italia Media celebra a Genova il “suo” Primo Maggio con l’Mtv Day, l’annuale maxiconcerto che celebra il compleanno dell’emittente abbracciando scopi sociali legati al mondo dei giovani”. Un mondo di cui fanno parte anche molti dei 104 precari che la stessa Mtv ha lasciato a casa nei mesi scorsi con il mancato rinnovo di contratti a tempo determinato in scadenza. Quelli coinvolti dai tagli, spiegano i rappresentati sindacali, sono collaboratori e dipendenti con un passato di precarietà che arriva fino a nove anni: “a progetto” solo sulla carta, ma di fatto inseriti in un rapporto di lavoro a tutti gli effetti subordinato e continuativo. Le organizzazioni del lavoro accusano l’azienda di proporre ai precari “tagliati” un vero e proprio ricatto: firmare una conciliazione con cui rinunciano ai diritti (teoricamente) acquisiti in virtù dei loro trascorsi professionali all’interno di Mtv, come condizione necessaria all’attivazione degli ammortizzatori sociali in deroga. Atteggiamenti che stridono decisamente con le finalità dichiarate (”Lavoro: trovare lavoro, trovare un lavoro pagato decentemente, che ti consenta di vivere da solo, di essere autonomo e non dipendere più dalla tua famiglia”) dell’iniziativa “Tocca a noi” lanciata dalla stessa rete e promossa proprio all’Mtv Day, con lo scopo di presentare al Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare a favore dei giovani. Insomma, per Mtv è importante che le nuove generazioni possano trovare un lavoro, naturalmente “pagato decentemente”, a patto che vadano a cercarlo da un’altra parte…
Andrea Ferrari
(in esclusiva per Indiscreto)

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