Il Brasile che vola

24 Luglio 2008 di Stefano Olivari

Non è ancora chiaro quale edizione dei prossimi Mondiali ospiterà il Brasile, visto che la pericolosità delle strade sudafricane sta facendo nascere nella testa di Blatter idee (non che girare per Rio o San Paolo con la faccia da europeo sia molto meglio, ma almeno lì l’odio etnico è molto più sfumato) basate su elementi concreti: da un Brasile anticipato ad una Germania bis, passando per qualsiasi cosa faccia titolo. Sia come sia, il Brasile non sarà pronto nel 2014 e meno che mai lo sarebbe nel 2010, ad accogliere il previsto mezzo milione di turisti-tifosi da tutto il pianeta. Questione di aeroporti: lo dice il vicepresidente dell’Aviazione generale brasiliana, l’associazione delle compagnie aeree private del paese (che quindi parla per tornaconto personale, ma a volte gli animal spirits del capitalismo contribuiscono al bene comune), che prevede quattro milioni di movimenti in quel mese, circa il doppio del normale. Non è un problema di voli, che si possono sempre aumentare, ma di capacità degli aeroporti: in un paese con distanze immense e strade virtuali non è una questione da poco, magari il Mondiale potrà servire a migliorare le mitiche infrastrutture. Ricordando le aiuole di Italia Novanta, l’ultima delle quali terminata sotto casa nostra poche ore prima di Argentina-Camerun, si può essere ottimisti.

Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

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