I sottoproletari di Pasolini

8 Marzo 2022 di Gli amici di Budrieri

Gentile Direttore, ci scusi se dalla trumpiana periferia ovest di Milano ci permettiamo di interrompere la vostra narrazione di Putin cattivo e pazzo, come se cattivo e pazzo fossero la stessa cosa e come se per due decenni non ci aveste raccontato altro mentre gli studenti manifestavano contro gli americani. Il tutto mentre voi giornalisti vi siete trasformati da esperti in virologia in maestri di geopolitica, gente che ha sempre letto Limes e non le ultime sul rinnovo di Brozovic, gente che conosce a memoria Pasolini e che si sente in dovere di scrivere un ricordo del suo centenario, alla Veltroni. Comunque la disturbiamo non per dire la nostra sulla tragedia dell’Ucraina, ne sanno forse di più gli spacciatori maghrebini qui all’angolo dei videopoker del Champions Pub, ma per aggiornarla sulla vita del maestro Budrieri.

Che venerdì, poco prima di seguire insieme a noi Inter-Salernitana su una scheda di DAZN condivisa (Ping la gestisce insieme all’amico Aniello, startupper di Secondigliano che ha appena beneficiato dei fondi del PNRR: del resto vogliono buttare nel cesso 95 milioni per qualche toppa allo stadio di Firenze) ha ricevuto una telefonata del suo vecchio amico Biden. Ovviamente non è che gli abbia spiegato la strategia americana per arginare Putin, al di là del fatto che non esista alcuna strategia: è che non avendolo visto in formazione, contro la squadra di Nicola, voleva soltanto sapere cosa avesse Perisic.

Budrieri, ancora scosso per alcune punzecchiature dell’Erminia (che lo ha accusato di leggere Dostoevsky, accusa ingiusta visto che Budrieri legge quasi soltanto Sarugia), che gli ha detto che vorrebbe essere posseduta da Trudeau, gli ha risposto in maniera sgarbata. Fra l’altro è di oggi l’avviso dell’INPS che la sua pensione di tranviere gli sarà corrisposta in rubli, il tutto solo perché sulla porta del trilocale di via Novara è comparsa una Z. Pur essendo un’icona degli Spetsnaz (ma lo è anche dei Navy Seals), Budrieri è un pacifista convinto, l’ultima cosa che farebbe è mettere sulla porta un simbolo militare russo: al massimo una foto di Bachlechner, o una di Lady Renata. Poi si è saputo che quella Z l’aveva fatta con un cacciavite uno zingaro di 7 anni (anche se nato nel 1984) e quindi non punibile, per segnalare la casa dei Budrieri come terreno di caccia. Tanto poi Sala darà la colpa alla mascolinità tossica e al patriarcato, al limite al diesel di quei pezzenti di Lissone e Settimo Milanese.

Forse non le abbiamo ancora raccontato che Ridge Bettazzi si è trasferito a Milano, Pinarella di Cervia gli stava stretta e nella metropoli ha finalmente trovato la sua dimensione. Per il momento in un monolocale senza finestre in via Novara, ma con il sogno di NoLo. Scrive tutto il giorno per Hidegkuti, che da qualche settimana è entrato nel Metaverso e sembra piaccia tantissimo ai big spender della pubblicità. Ha appena partorito un longform dei suoi, 437.000 battute sull’esonero di Bielsa dal Leeds, usando l’espediente di un Bielsa che incontra Buffa ad un convegno intitolato ‘Ezio Vendrame maestro di resilienza e di sostenibilità’ ed insieme, bevendo una tazza di mate, ricordano tutti i gesti di generosità che hanno visto protagonista Andrea Agnelli. Cioè nessuno, per questo solo uno bravo come Ridge poteva farci un longform.

Noi invece siamo più sintetici, le medie fatte in via Martinetti al turno pomeridiano da sovraffollamento (negli anni Sessanta c’erano uomini e donne che scopavano, anche se oggi può sembrare incredibile) ci hanno lasciato dentro questo stile. Diciamo soltanto che uno come Budrieri, costretto a leggere sul bancone della Sammontana una Gazzetta che titola ‘Pioli magie scudetto’, non può mettersi a discutere con gente che non comprerebbe più gas dalla Russia ma al tempo stesso pretende di stare in casa in maglietta a gennaio. Gente che troverebbe in 5 minuti una soluzione condivisa per Donetsk e Lugansk se soltanto non fosse troppo impegnata a valutare le richieste di Dybala, menti acute convinte di avere fatto la Resistenza guardando il Trono di Spade ed Empoli-Bologna a porte chiuse.

E che adesso chiedono cazzutissimi interventi militari, con due condizioni: a morire devono mandare i figli degli altri (traduzione di “L’esercito di professionisti”) ed i termosifoni non dovranno mai essere freddi. Nel 2022 i vecchi sottoproletari di Pasolini, uno che Budrieri ha conosciuto bene (vicenda davvero troppo lunga da raccontare, magari faremo uno spin-off: diciamo solo che per lo scrittore Budrieri rappresentava l’Italia ideale), sono diventati loro. Con dialetti ruspanti, pieni di parole intraducibili come braccetti e quinti, e vestiti un po’ peggio, con le loro tute Legea modello Massaggiatore della Turris. La distanza dalla Storia è la stessa.

*Ciò che avete appena letto è uno scherzo, anche se non tutto è falso. Ai nostri tempi lo avrebbe capito anche un bambino, nel 2022 ci vuole il disclaimer.

Per contattare il maestro Budrieri, che non ha internet ma è presente sul dark web (dove acquista droga dello stupro, ovviamente, oltre ad abbonamenti a Telepiù Grigio): info@indiscreto.net

Share this article