Gli scacchi animati di Battle Chess

Complice la fortunatissima serie La regina degli scacchi, è probabile che tra i regali più gettonati di questo Natale ci siano le scacchiere. Ma non è questo di cui abbiamo intenzione di parlare oggi, bensì di un videogioco molto particolare che uscì nel lontano 1988 per mano della Interplay: Battle Chess. Sviluppato per il leggendario Commodore Amiga e poi portato su molte altre piattaforme, Battle Chess aveva la particolarità di offrire una serie di animazioni dei diversi pezzi (che tra l’altro rispecchiavano graficamente i nomi inglesi, vedi il cavallo che era un cavaliere e l’alfiere che era un vescovo) nel momento in cui si spostavano o dovevano battagliare tra loro.

Parliamo di immagini in movimento ed effetti sonori a tema, una innovazione divertente con siparietti disabilitabili che visti più volte non offrivano però ulteriore sorpresa. Tuttavia, con i suoi dieci livelli di abilità Battle Chess non era un semplice cartoon ma rappresentava comunque una certa sfida per gli avversari umani che potevano anche giocare su una scacchiera bidimensionale, in un’epoca in cui i due titoli di maggiore grido erano quelli delle serie Chessmaster e Colossus. Il tutto con un’intelligenza artificiale che si poggiava su processori drasticamente meno potenti rispetto agli odierni (quello centrale dell’Amiga girava a 7Mhz), che poteva essere forzata a compiere la mossa evitando che il computer elaborasse tutte le combinazioni possibili.

Ecco che tali software così come quelli di oggi sono nipoti e pronipoti di quel Mac Hack, primo programma che giocava a scacchi, sviluppato dal MIT a partire dal 1957 e impegnato in un torneo dieci anni dopo, per arrivare poi agli storici scontri tra il supercomputer Deep Blue e il campione mondiale Garry Kasparov, tra il 1996 e il 1997, veri spartiacque di una sfida tra uomo e macchina oggi più che mai attuale. Un Kasparov che poi a sua volta avrebbe avuto su PlayStation il suo videogioco dedicato, Virtual Kasparov.

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