Coronavirus, perché i cinesi a Milano non si ammalano

12 Marzo 2020 di Stefano Olivari

I cinesi di Milano non si ammalano, per lo meno non di coronavirus. Fra i tanti luoghi comuni di questo folle periodo sembra fra i più fondati, stando agli stessi medici ospedalieri, che non danno spiegazioni al fenomeno ma notano la sua entità numerica. Vale anche in altri posti con comunità cinesi numerose, su tutti Prato. Di più: abbiamo letto su Panorama che in Toscana sono stati monitorati nelle scuole 1.300 alunni di origine cinese. Nessuno positivo al coronavirus. Come si spiega tutto questo?

In due modi. Il primo è che pochi fra i cinesi che vivono in Italia e a Milano sono originari della regione dove si trova Wuhan e che pochissimi hanno rapporti diretti con la Cina: anche nel 2020 è un bel viaggio, per costi e disagi. Il secondo, che a Milano abbiamo notato in prima persona chiedendoci un mese fa perché mai stessero chiudendo tutti i nails center, è che la comunità cinese è coesa come poche e che passato l’ordine di servizio di mettersi in auto quarantena tutti lo hanno rispettato senza aspettare il decreto di Conte.

Evidente il fenomeno in via Paolo Sarpi, già sfumato in zone dove i commercianti cinesi sono mescolati ad altre etnie. Un bar cinese che spesso frequentiamo (praticamente non puoi entrare se non sei uno scommettitore), la Giada di via Paravia, è sbarrato da tanto e solo fuori tempo massimo abbiamo capito il perché. Così mille altri, seguendo un passaparola che non è dipeso da ordini di Xi Jinping ma da uno spirito comunitario paragonabile a quello dei milanesi di cinquant’anni fa, anche se non possiamo dire che i milanesi di oggi si stiano comportando male.

Abbiamo detto ‘spirito comunitario’, ma con l’autorazzismo che contraddistingue gli italiani se la stessa cosa fosse accaduta in una comunità calabrese di Dortmund saremmo già a parlare di ndrangheta. Tornando al punto, non possiamo escludere che i cinesi-italiani contagiati dal coronavirus esistano, ma di sicuro sono partiti con un mese di anticipo nel mettere in sicurezza sé e gli altri. I legami, anche solo per interposta persona, con la madrepatria, sono serviti almeno ad avere una percezione del pericolo superiore alla nostra.

Share this article