Chi sta a casa non vale

16 Luglio 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

Una Supercoppa Inter-Lazio giocata nell’Italia da Sorpasso di sabato 8 agosto avrebbe riscontrato più interesse ‘fisico’ che a Pechino? No, a meno di non farla disputare a Rimini. Quello televisivo è un altro discorso, visto che l’attuale assenza di offerte concrete è figlia dell’orario italiano, le 14, e di una base d’asta esagerata (600mila euro) per un periodo che per le televisioni conta pubblicitariamente zero: di qui il Vespa registrato tre mesi fa sui grandi amori della storia, il Partitone di Sky, i trentottesimi passaggi dello stesso film (però Sapore di Mare Due l’abbiamo visto lo stesso per la trentottesima volta: nel ‘Pizza fredda e birra calda’ detto da Eleonora Giorgi a Ciavarro c’è tutto il senso dell’esistenza), i premi di giornalismo dati da conduttori sudaticci a tromboni che scroccano il soggiorno nelle località ospitanti. Senza allarmismi alla fine le pretese della Lega scenderanno e noi popolo bue avremo la nostra fuga dalla famiglia, mentre una genericissima ‘Asia’ si godrà la prova generale di quella che dal 2010 sarà la partita delle 12 e 30 (il ‘non detto’ del bando è che sarà sempre quella migliore della domenica) e che comunque importerà meno della minacciata trentanovesima giornata di Premier League da esportazione. Ma cosa volevamo dire? Che chi è a casa in estate, per lavoro o mancanza di lavoro, viene considerato uno sfigato. Anche nel 2009.
stefano@indiscreto.it

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