Cattedrali del rumore

5 Maggio 2008 di Stefano Olivari

Oscar Eleni nel vento ristoratore della notte madrilena che toglie l’appicicaticcio di una giornata balorda, brindando con un cameriere gentile che insiste a versare Orujo blanco nel bicchiere pieno di ghiaccio urlando in galiziano, la sua terra, che da uva mala oruxo bueno, nel suo linguaggio si aggiunge una ics, uno stordimento alcolico che impedisce di sentire il rumore della auto dirette verso la piazza della fontana Cibeles, così bella che un re egoista la voleva smontare per metterla nei suoi giardini salvo poi trovarsi contro la Comunità del villaggio diventato la capitale più alta d’Europa, oltre 600 metri sopra il mare. Bandiere del Real al vento per la vittoria nella Liga calcistica, un modo come un altro per dimenticarsi del resto, ad esempio che la squadra di baloncesto non era nella finale di eurolega dove l’italiano Ettore Messina, nato a Catania, cresciuto nel Veneto, tanto per confondere chi straparla di razze, entrava nella grande chiesa degli allenatori vincenti conquistando la sua quarta coppa europea, due volte con la Virtus Bologna, due volte con l’Armata Rossa di Mosca che nel palazzo dello sport madrileno ha sconfitto il Maccabi, cambiando anche la storia del mercato.
Messina e il suo gruppo resteranno per un altro anno a Mosca, con tanti complimenti al Corbelli che ritardando la vendita ad Armani ha impedito un aggancio che sembrava già fatto e che era davvero importante. Dovrà rispondere pure di questo e se è vero che il Barcellona, dopo aver perso il precontratto con l’allenatore europeo più richiesto, punterà su Sergio Scariolo, anche se adesso sembra in vantaggio su di lui Pepu Hernandez l’allenatore della Spagna campione del mondo, allora avremo tante altre cose da chiedere a chi si è illuso di aver salvato Milano, quando la verità la conoscono tutti. Sasha Djordjevic che rimpiange i giorni da grande giocatore, dopo queste ultime stagioni nell’inferno, aveva già fermato una coppia che conosceva bene: Scariolo allenatore e Lucio Zanca manager. Adesso aspetteremo altre mosse, intanto i treni sono passati o stanno passando.
Messina e il suo trionfo in una serata dove il CSKA ha scoperto che Siskaukas, il miglior giocatore della stagione, si era perduto nel ridondante circo ULEB, dove alla vigilia sono stati premiati i migliori dell’anno e fra questi c’era Danilo Gallinari che ora qualcuno pensa di vedere nelle scelte NBA, ma con la via d’uscita di un contratto che gli permetterà di restare in Europa, anche se è difficile che possa andare proprio a Mosca dal Messina che gli avrebbe dato lezioni importanti, per la mente, per la tecnica, visto che il Cska sembra deciso a rinconfermare tutti, chiudendo le porte al giovane talento che ora dovrà davvero pensarci bene prima di giugno perché nella squadra russa, se resta così, un posto per lui sarà difficile trovarlo. Festa assurda, lunga, noiosa che i legaioli italiani hanno bocciato con il solito metodo: “Se l’avessimo organizzata noi ci avreste crocifisso”. Ettorre il nostro Tancredi sempre sofferente nella battaglia agonistica da abbracciare come ha fatto lui con la sua famiglia, madre, sorella, moglie, cognata, in una serata di finta felicità nel ricordo del fratello Attilio appena perduto. Come sempre volevano abbracciarlo anche altri, una cosa quasi disgustosa quando vedi che dei nessuno vorrebbero impossessarsi del trionfo di un grande allenatore. Capita sempre così ed è meglio scappare anche se poi ti trovi nella bolgia di Cibeles per la vittoria del Real arrivata insieme a quella del Bayern, ma non a quella dell’Inter.
Tornando al rumore del titolo dobbiamo proprio dire che questa idea di farsi colonizzare dallo spettacolo americano è quanto di peggio si possa fare per portare la gente nei palazzi e tenerla lontano dalle televisioni lecca lecca che inquadrano la coppa e non danno audio a Messina che avrebbe cose importanti da dire. Odiare il rap, rumore per stordire, non basta, questi non vogliono che la gente possa chiacchierare, sentirsi, preferiscono vederla ubriaca ed insensibile al rumore, convinti che il casino sia anche divertimento. Poveri noi, poveri i fondatori dell’ULEB, come l’avvocatone Porelli premiato al Circus insieme ai fondatori Portela e Lespiteau, che mai avrebbero voluto un imbarbarimento del genere, ma basta vedere chi lavora in questa organizzazione per capire tutto il resto. Pavoni con zaino che addirittura non ricordano le partite e quando Siena cura il suo dolore profondo vincendo il terzo posto al supplementare con il Tau, con tante cose su cui discutere, una finalina dove Bucaneve Spahija, allenatore eccellente, dovrebbe essere fatto santo e non cacciato visti certi giocatori, sparano in video che per la terza volta ha conquistato il terzo posto europeo, mentre invece è soltanto la seconda. Considerando che all’esordio in Catalogna andò benino, ma non fu così a Tel Aviv nel 2004.
Confusione, rumore, festa inutile pur sentendosi orgogliosi di essere terzi in Europa, con il rispetto e la simpatia della gente per il popolo mensanino e il suo commovente canto della Verbena medicamentosa, con la sola sofferenza di dover aspettare l’inizio dei play off rimuginando sul regalo fatto al Maccabi del camionista Sherf, domandandosi se questo CSKA che in finale ha avuto poco e niente da Siskaukas, Smodis, Anderson, l’impalpabile Khryapa, restituito dalla NBA senza dentro niente, avrebbe potuto essere battuto come pensiamo in tanti. Siena e le sue manie di perfezione e santità, quando invece servirebbe il marciapiede, impaurita soltanto dalla sue strane angosce nelle partite senza domani, ma certa di avere in mano un campionato italiano dove non ci sono rivali, se è vero che a Roma, nelle liti quotidiane, si fa già il nome di Tanjevic per sostituire Jasmin Repesa che doveva fare squadra e invece non ha una squadra.
Fiesta madrilena per il CSKA che stranamente, ma i miliardi valgono, aveva una prima fila di tifosi privilegiati e scomposti che andavano dietro al piffero del manager Sergy Kushchenko che in tre giornate ha fatto cappotto: seconda coppa per chi ne aveva già vinte 5, riconferma di Messina. Giornate madrilene per commuoversi vedendo la grande Ignis ricomporsi nel gruppo Ossola, Meneghin, Morse, con famiglia al seguito, un Bob felice perché adesso insegna lingua italiana all’università, Manuel Raga. Sentendo Bob McAdoo, assistente ai Miami, un grandissimo, che ripete a tutti di non aver avuto giornate più felici di quelle passate a Milano dopo la notte dell’incredibile rimonta sull’Aris Salonicco. Parata reale per tanti campioni, parata ben fatta, ma forse bastava questo, invece in mezzo ai santi, tipo Radja, Kukoc, Brabender, Divac, Sabonis, hanno messo di tutto allungando il brodo, un caldo madrileno da intossicazione. Pagelle pensando ai ragazzi del quartiere belgradese di Zeleznicar vincitori del trofeo giovanile, presentando al mondo degli scout americani, un esercito in nota spese, un talento di 2.12 come Dejan Musli e uno slavo classico, nel bene e nel male, come Andrea Milutinovic. Bella festa dove abbiamo ritrovato Pino Grdovic con il Cibona Zagabria pieno di talenti, un grande allenatore per giovani che lavorava a Milano ai tempi di Tanjevic e poi a Bologna, uno che abbiamo lasciato andare via. Vedremo se tornerà adesso che tutti hanno promesso all’abate Petrucci di occuparsi davvero del vivaio. Un Petricco pastorale che ama la Lega da mandare in sposa alla Federazione anche se nelle sacrestie dei giornali italiani hanno provato a sgridarlo perché vorrebbe collaborazione dall’associazione giocatori che invece minaccia scioperi assurdi.
Pagelle di Eurolega per distendersi i nervi, dopo aver sentito l’aria fresca della notte:
10 Ad Ettore MESSINA che nel suo tormento esistenziale riesce comunque tirare fuori il meglio da una squadra che aveva peccato tanto e che anche nelle finali non ha convinto.
9 Al grande SATO senese, il principe africano che sul campo è un leone, un artista, un uomo squadra al punto da far correre verso di noi vecchi amici greci, giornalisti importanti come Filipous Syrigos che chiede

va a voce alta il nome dell’agente per poterlo portare ad Atene. Un omaggio senza speranza perché Minucci, giustamente, non lascerà mai andar via un tipo del genere.
8 A Trajan LANGDON scelto come giocatore più utile delle finali anche se avevamo votato Holden, uomo chiave per battere il Tau e uomo importante anche per tenere il Maccabi abbastanza lontano per non accorgersi che davanti aveva un Armata spezzata in due.
7 A Shaun STONEROOK che anche anche in giornate tormentate ha dimostrato di essere davvero l’uomo che può tenere in piedi Siena quando gli altri girano spaventati intorno al canestro sparacchiando da tre.
6 A Lele MOLIN, l’assistente di Messina, uno che avremmo dovuto tenere in Italia dandogli incarichi adeguati, ma a Treviso hanno perduto il senso dell’orientamento.
5 A Simone PIANIGIANI che non ha capito in tempo che su certi marciapiedi serve davvero la faccia di tolla di uno SHERF più di un video dove sai tutto dei tuoi nemici, ma non conoscerai mai il loro cuore e per questo il modesto Garcia, come si è visto in finale, ha fatto strage quando doveva essere soltanto un comprimario.
4 A Victor KHRYAPA restituito dalla NBA senza dentro niente. Quando capiremo questo forse riusciremo ad organizzare finali dove invece del rumore si privilegerà il piacere di stare insieme, potersi parlare, senza andare dietro ai pifferai con microfono. Gallinari ci pensi.
3 Agli americani del TAU, cominciando dal noto Singleton, perché guidare gente del genere porta al manicomio, anche perché c’è il piccolo esercito di so tutto mi che li considera vittime e non carnefici di squadre che hanno un grande pubblico, una grande passione.
2 Alle VENTUNO, l’ora delle nuove finali che avvelenano la vita dei giornali, notturne costose che ora si ripeteranno per tutto il periodo dei play off senza che nessuno possa rispondere a certe domande. Dicono che la TV paga e comanda, ma poi la maledicono, ma soltanto in via ufficiosa.
1 All’arbitro lituano BRAZAUSKAS che anche nella finalina ha fatto capire perché quando lo trovi nella tua partita ti viene freddo. Lui, ma anche altri che erano a Madrid.
0 All’ULEB che con questa voglia di rumore ha tradito la carta dei padri fondatori che ha premiato in una notte lunga, esagerata, ma soltanto per togliersi il peso dallo stomaco.

Oscar Eleni, da Madrid
Fonte: www.settimanasportiva.it

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