ABBA, un Voyage lungo 50 anni

3 Settembre 2021 di Paolo Morati

Dunque gli ABBA sono tornati. Due nuove canzoni in attesa di un intero album e di uno show tra realtà e ologrammi. Il progetto, battezzato Voyage per una delle più clamorose e attese reunion della storia, arriva dopo che la band svedese, scioltasi nel 1982, ha comunque continuato per decenni a mietere successi, tra film e spettacoli ispirati alla sua musica nonché numeri clamorosi in termini di vendite. Un solo dato: lo scorso luglio la raccolta ABBA Gold ha festeggiato le mille settimane di presenza nella classifica britannica.

Ma tornando al presente, abbiamo ascoltato con attenzione I Still Have Faith In You e Don’t Shut Me Down, la doppietta che anticipa il lavoro completo, previsto per il 5 novembre, concentrandoci in particolare sul sound, che è poi ciò che insieme all’ensemble vocale delle due protagoniste Agnetha Faltskog e Anna-Frid Lyngstad, ha caratterizzato le hit degli ABBA, ispiratori di un numero infinito di cover band in tutto il mondo.

Ecco, di fatto il tempo non sembra essere passato, nel senso che Bjorn Ulvaeus e Benny Andersson, e i loro collaboratori, hanno semplicemente riportato indietro le lancette dell’orologio là dove si erano fermate. Una scelta appropriata considerato il marchio di fabbrica inimitabile, ma anche prevedibile visto che nessuno poteva aspettarsi funambolici cambi di rotta per piacere a tutti costi alla generazione streaming.

Voyage appare di fatto, almeno da questi primi segnali, come un’operazione musicalmente indirizzata a chi ha vissuto l’epoca d’oro del pop o ne è rimasto successivamente affascinato. Insomma, fortunatamente niente virate verso l’attualità, da I Still Have Faith In You (classica e lunghissima ballad, 1 milione di visualizzazioni nelle prime tre ore di pubblicazione….) e Don’t Shut Me Down (da disco anni Settanta, compresi violini e quel piano insinuante). Nell’attesa di ascoltare tutto il disco e ancor più di sorprenderci se e quando vedremo anche in Italia lo spettacolo che coinvolgerà (inizialmente a Londra) le caratterizzazioni digitali dei quattro ABBA insieme ai musicisti dal vivo. Insomma indietro, ma anche avanti di 50 anni. O quasi.

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