Fracking batte Islam

29 Marzo 2016 di Stefano Olivari

Da mesi stiamo cercando di far scrivere di economia un nostro amico di vecchissima data, analista per conto di una di quelle banche d’affari dei film (la sua però non gli ha messo il cartone con gli oggetti personali sulla scrivania, nemmeno nel 2008), senza pretese ma per il divertimento di conservare le conversazioni via Messenger (definiamo il nostro gruppo ‘Il bar dell’economia’) mentre ci annoiamo nelle rispettive giornate e fornire spunti di discussione ai tanti lettori di Indiscreto che lavorano nel settore finanziario. Amiamo l’economia come mezzo per interpretare la realtà, più che nella logica del ‘Cosa compriamo?’ (del resto con 25mila euro di liquidità non si va lontani, meglio scommettere su Djokovic e il PSV), quindi non mancheranno considerazioni storiche ma anche sull’attualità politica, distinguendo nettamente ciò che pensiamo noi da ciò che pensa quello che noi chiamiamo ‘Benefit’, dal numero di privilegi di cui gode. Rimane inteso che la responsabilità civile e penale di ciò che si scrive rimane nostra.

Indiscreto: Ciao Benefit, aspettando che tu scrivessi un post saremmo arrivati al 2040. Intanto presentati.

Benefit: sono un tuo coetaneo, laureato in altra università. Inizio come bancario (proprio alla cara vecchia cassa) all’alba degli anni Novanta presso un istituto che oggi come marchio non esiste più (tutto è confluito in Intesa-San Paolo), poi grazie a alla mia tesi di laurea e a suoi sviluppi piuttosto banali (in pratica avevo tradotto alcuni manuali di analisi tecnica) mi sono trovato al posto giusto negli anni Duemila, quando tra fusioni ed incorporazioni si sono create buone occasioni per tutti (anche per chi ha deciso di aprire un chiringuito con la buonuscita). Adesso lavoro in una banca rappresentativa di quella che voi complottisti chiamate ‘grande finanza’, vivo in una capitale europea e cerco di individuare tendenze nei vari mercati. Non faccio il gestore da almeno dieci anni, però ai ‘nostri’ gestori (anche a quelli italiani) do indicazioni di massima, da integrare con lo studio delle singole realtà aziendali.

Indiscreto: la mia solita domanda. Se sei così bravo a individuare le tendenze, perché invece di fare l’impiegato di banca, per quanto strapagato, non fai il trader con soldi tuoi?

Benefit: Non sono così bravo, questa la risposta. Grazie alle commissioni di quelli come te, anzi di quelli più ricchi di te, ho una vita migliore facendo il super-impiegato di quella che avrei facendo mille operazioni al giorno in proprio. Quelli bravi non ti spiegano come fanno, quelli bravissimi fanno i soldi sulle notizie: non sull’analisi dei fondamentali, meno che mai su quella tecnica che per un po’ è stata la mia ossessione. Forse ai tuoi lettori sarebbe più utile che intervistassi De Benedetti o Davide Serra…

Indiscreto: ma no, è più facile il copia e incolla da Messenger. E poi dobbiamo soltanto lanciare spunti di discussione, non rivelare la formula della ricchezza. Per questa prima puntata vorrei parlarti di una mia fissazione, poi dalle prossime ti lascio andare a ruota libera. E questa fissazione si chiama petrolio: due settimane fa sono anche andato a un convegno, come spettatore.

Benefit: Addirittura! E cosa ancora non è stato detto sul petrolio?

Indiscreto: intanto ero convinto che ci fosse una crisi di domanda: la crisi, la deindustralizzazione dell’Occidente, eccetera. Invece ho scoperto che la crisi è di sovrapproduzione, non di domanda. Che anzi è costantemente cresciuta. 1,5 milioni di barili in più al giorno. Dai grafici si nota la correlazione perfetta fra aumento dello stoccaggio e diminuzione del prezzo. Bastava comunque leggere i giornali finanziari.

Benefit: Ok, l’offerta è maggiore della domanda e il prezzo cala. Dov’è la scoperta?

Indiscreto: la scoperta, ma per me, è che la produzione è cresciuta soprattutto negli Stati Uniti. Metà della produzione americana è di tipo convenzionale, metà deriva da ciò che noi definiamo fracking (in ammeregano dicono ‘unconventional’, riferendosi anche ad altre tecnologie). Quindi, mia considerazione, gli Usa possono fregare gli arabi producendo di più.

Benefit: ti stoppo subito. I petrolieri americani vogliono fare soldi, non è che producano di più e in perdita soltanto per fottere l’Islam. A quanto ci risulta, molti sono vicini al fallimento e rispetto a un anno fa i mezzi di perforazione in azione sono calati di oltre il 50%. C’è troppo petrolio nel mondo, al di là del prezzo. Infatti i fondi sovrani per mantenere le loro spese pubbliche esagerate stanno disinvestendo a manetta: nel 2016 hanno liquidato posizioni per oltre 50 miliardi di dollari, già più di tutto il 2015. Insomma, questa situazione non può proseguire a lungo. 

Indiscreto: veniamo al punto: come possiamo guadagnarci? Il prezzo del petrolio rimarrà sempre basso?

Benefit: non lo so! Chiedilo a Gordon Gekko… Come scenario quello del prezzo basso è probabile, perché considerazioni di mercato si mescolano ad altre politiche. Non vedo però un crollo, perché questo creerebbe instabilità di altro tipo. Oggi il Brent era a 39,1 dollari. Basso in generale, ma ti ricordo che a metà gennaio era sotto i 30.

Indiscreto: chiudiamo con un’analisi delle tue, finora ho detto tutto io.

Benefit: Il calo del petrolio ha depresso le aspettative di inflazione, per il dispiacere della banche centrali e degli sforzi che stanno facendo per ridare sprint all’economia reale. Tu mi parlavi di Stati Uniti, fracking, eccetera. Sono d’accordo, aggiungerei che negli ultimi 10 anni anche la produzione russa è aumentata notevolmente (15% all’anno). Ma tornando al Nord America (il Canada è decisivo, viene sempre dimenticato), il punto è che ha quasi smesso di importare petrolio dal Medio Oriente o da altri posti. Il diminuito interventismo americano nel mondo dipende anche da questo: mandate voi europei i vostri ragazzi a morire, se volete accendere la luce nelle vostre tavernette. Attenzione a cosa verrà fuori fra poco al vertice OPEC: si inventeranno l’impossibile per sostenere il prezzo, quindi direi che crolli non dovrebbero più essercene. Come scommessa ci sono i margini politici per un ritorno almeno a 50 dollari, di più non credo.

Indiscreto: l’America ci ha quindi salvato un’altra volta, dopo averlo fatto oltre 70 anni fa?

Benefit: No. Ha giustamente salvato soltanto se stessa, prima di tutto politicamente. Se in qualche modo riesce a sterilizzare il suo debito pubblico sarà impossibile ricattarla o farla combattere in guerre non sue. L’Europa è ormai soltanto finanza e servizi, cinquantenni occidentali con risparmio gestito che degustano il Brunello in un weekend di charme e ventenni maghrebini che sognano di ammazzarli. Ma in America purtroppo non mi hanno voluto, come sai, quindi sono qui a lavorare per i cinquantenni del Brunello oltre che ovviamente per me. 

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