Walter e Andrea Zenga, colonne di Mediaset

15 Febbraio 2021 di Indiscreto

Walter Zenga e Andrea Zenga: il possibile futuro allenatore del Crotone, dove tutto sommato ha lasciato un buon ricordo, e suo figlio, fra i personaggi più discussi del Grande Fratello VIP. Chiunque capiti almeno per un minuto sua giorno sulle reti Mediaset sa benissimo di cosa stiamo parlando e noi senza snobismo ieri in tarda serata siamo stati rapiti da un’ora lisergica di Live-Non è la D’Urso in cui lo Zenga più famoso, in collegamento da Dubai con la terza moglie Raluca e i due figli piccoli, rispondeva per l’ennesima volta alle accuse, da parte di Andrea ma anche di Nicolò (i due figli avuti dal matrimonio con Roberta Termali, sua partner in Forza Italia), di essere stato un padre assente.

La nostra domanda è semplice: perché la saga degli Zenga appassiona così tanto, al punto che Walter e Andrea Zenga sono quasi diventati colonne di Mediaset? È evidente che Canale 5 questa storia la cavalchi per gli ascolti, come è giusto che sia, ma siccome gli ex campioni, come del resto le persone normali, con famiglie divise e litigiose non mancano ci si chiede il perché di tutto questo interesse per Walter Zenga, Andrea Zenga, Nicolò Zenga, Jacopo Zenga, eccetera (ieri in studio c’era anche il fratello di Walter, Alberto), con tutte le ex mogli o fidanzate.

La nostra risposta pop è che la televisione, nel senso di televisione guardata attraverso il televisore e non smartphone o computer, ha spettatori sempre più anziani. A chi ha cinquant’anni il nome di Zenga evoca un mondo, quello che abbiamo raccontato nel libro Zenga e i suoi fratelli (dove non si parla del privato, bensì della periferia fisica e psicologica), ma anche semplicemente il meraviglioso calcio italiano degli anni Ottanta e dei primi Novanta.

Chi è giovane conosce invece meglio Andrea Zenga e le sue vicende con Rosalinda Cannavò, come si evince dagli hashtag sui vari social network. Perché la televisione generalista non è morta, ma sta sempre più diventando la benzina per alimentare discussioni che avvengono altrove. Come appunto nel caso di Zenga, pretesto per riproporre una delle nostre (poche) idee, che sarebbe la seguente: il divismo nel calcio c’è sempre stato, è soltanto che il calciatore 2021 ha molti più strumenti per esprimersi rispetto al calciatore 1991.

Siccome all’epoca facevamo i giornalisti sportivi, cosa che purtroppo non facciamo oggi, possiamo testimoniare che in proporzione lo Zenga di quel periodo aveva un impatto sulla gente superiore a qualunque campione dell’Inter o della Nazionale di oggi. In altra prospettiva possiamo dire che il pubblico 2021 è molto più informato rispetto al pubblico 1991. Poi è chiaro che tutti abbiamo nostalgia dei nostri migliori anni, del vinile e di tutto il resto. Anche di un Canale 5 rivolto alla piccola e media borghesia che voleva elevarsi.

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