Svegliarino
Velocità dell’informazione
Stefano Olivari 30/03/2012
Life in the fast lane, ma gli Eagles purtroppo non c’entrano. In molte città italiane ci sono limitazioni al traffico nelle zone centrali: districarsi fra divieti, corsie preferenziali, ticket e orari è difficile, ma con un po’ di impegno (basta leggere i vituperati giornali) ce la possiamo fare tutti. Inutile dire che nel Sud del mondo, tanto amato dai cantanti e dai poeti, la furbizia non è una vergogna ma un valore. Non come da quei tristi calvinisti, poco flessibili e senza il nostro sole. E così è accaduto a Milano che il pass per le corsie preferenziali (quelle, per intenderci, dove potrebbero in teoria circolare solo taxi, mezzi pubblici e mezzi di pubblica utilità) non sia più uno status symbol per furbi, per la mitica e non adeguatamente definita ‘casta’, ma è ormai a disposizione di cani e porci. Nemmeno il Comune, che in teoria vorrebbe dimezzarli, sa quanto siano esattamente questi pass, alcune stime parlano di circa 5mila… Pensate, 5 mila persone la cui circolazione velocizzata è ritenuta di interesse pubblico. Quindi non più una casta, ma un esercito. Al 90% composto da furbi. Questo il link a un elenco parziale dei beneficiati, pubblicato da Repubblica, con personaggi di culto che ci sono caduti sotto gli occhi e altri che di sicuro ci sono sfuggiti. In ordine sparso, Paolo e Marina Berlusconi (più Silvio, ma in quanto parlamentare), Bedy Moratti (ma non Massimo, lui gli allenatori li può esonerare anche al telefono), Roberto Colaninno, una quantità di banche e di enti oltre il confine dell’assurdo, tutti ma proprio tutti i politici che vi vengono in mente, ma soprattutto (e qui volevamo arrivare) i giornalisti. Con inclusioni di superculto come Cesare Cadeo e altre solo di culto, come Elio Corno e Tiziano Crudeli (chi guarda le tivù locali lombarde li conosce: sono i più conosciuti fra quelli che esultano ai gol di Inter o Milan), l’immancabile Emilio Fede, Valerio Staffelli (sarà interesse pubblico la consegna veloce dei tapiri?) e mille figure minori che noi conosciamo ma che non abbiamo la pretesa siano conosciute oltre il casello di Melegnano. Cosa vogliamo dire, da Esopo (anzi Fedro, perché ormai il copyright è scomparso) dei poveri? Che quando tutti truffano non c’è più la truffa. Non siamo ancora a questo punto, nemmeno in Italia, ma lo scenario è comunque spaventoso e vale per situazioni ben più gravi di un pass privo di senso.
Twitter @StefanoOlivari