Vans, le scarpe delle preppy

Addio a Paul Van Doren, fondatore di un'azienda di successo, nota per scarpe che in California e in Italia avevano un significato diverso...

11 Maggio 2021 di Stefano Olivari

Qualche giorno fa è morto Paul Van Doren, fondatore della Vans insieme a suo fratello James e ad altri soci. Proprio l’azienda che ad Anaheim produceva e vendeva ‘le’ Vans, le famose sneakers che a seconda del paese hanno avuto significati diversi ma sempre con il comune denominatore del successo. In Italia negli anni Ottanta sono state scarpe molto amate dalle preppy, negli Stati Uniti sono state un simbolo degli skater, dei surfisti e della libertà in stile californiano. Poi il mito della diversificazione (un anno dopo gli stessi professori ti avrebbero spiegato la bellezza del concentrarsi sul core business) fu fatale anche alla Vans, che nel 1988 passò di mano.

L’idea di base di Van Doren nel 1966 fu quella di una scarpa da barca ma indossabile anche in altri contesti, con suole (le Waffle) e tela molto più resistenti rispetto alla concorrenza, con un design minimalista ed un prezzo modesto. All’inizio fenomeno solo californiano, grazie agli influencer del tempo come gli skater-surfer Tony Alva e Stacy Peralta (due degli Z-Boys), il modello Authentic spopolò presto in tutti gli Stati Uniti e con il ritardo ovvio a quei tempi arrivò poi da noi. Altro modello mitico la Off the wall, sempre originata dalla cultura skater, per poi allargarsi a Vans più borghesi e meno identitarie.

Venendo all’Italia, le Vans dopo essersi diffuse in un circuito di iniziati ebbero un primo grande boom a metà degli anni Ottanta, per entrambi i sessi ma soprattutto per le ragazze, quelle del genere preppy. Cioè, sintetizzando il significato nostrano, quelle che prendevano a modello le ragazze medio-borghesi o che lo erano direttamente (in questo senso non molto lontane dalle preppy, da prep-school, statunitensi). Nell’immaginario collettivo la versione femminile del paninaro, ma nella realtà antecedenti e sopravvissute al paninaro, le preppy anni Ottanta oltre che per le Vans si caratterizzavano per la cartella di Naj Oleari, per i colletti di Pupi Solari, oltre che per il Moncler e tutto il resto. Passato quel decennio magico, la Vans sarebbero tornate in Italia ad essere scarpe come le altre, prima di un ritorno di fiamma in chiave skater ad inizio millennio. Concludendo, quale opinione abbiamo delle Vans? Superga più resistenti. Al di là del fatto che mai tradiremmo le Converse.

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