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Anni Ottanta

L’età del Moncler

Stefano Olivari 08/11/2022

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Non abbiamo mai avuto un Moncler. Questo pensiero di un certo spessore ci è venuto in mente leggendo che per il suo settantesimo anno di vita Moncler avrà una linea di giacche con il logo dell’Inter, che sarà messa in vendita qualche ora prima di Inter-Bologna. Certo i Moncler di oggi sono belli e nemmeno paragonabili a quelli orrendi degli anni Ottanta, che trasformavano chiunque nell’omino Michelin. Ed ovviamente questa premessa è un pretesto per riparlare del nostro decennio del cuore, che in Italia ebbe proprio in questo piumino uno dei suoi simboli.

Lo portavano i paninari e i paninari wannabe, e quando diventò di moda in Italia, era il 1984, costava sulle 300.000 lire quando lo stipendio medio era di circa 600.000: oggi un Moncler corto costa a dir poco 1.200 euro, ma ci sono modelli con cui si arriva agilmente in zona 1.600. Ognuno può fare le sue valutazioni su come stessimo meglio o peggio, sul potere d’acquisto, eccetera. Fra l’altro ricordiamo che all’inizio ‘il’ Moncler era declinato al femminile, ‘la’ Moncler, prima di cambiare genere e di inserirsi nel guardaroba obbligatorio dei paninari e non soltanto del loro insieme alle Timberland, ai Frey e a tutto il resto.

Al di là dei paninari, fenomeno durato pochi anni ma a suo modo memorabile (l’unica cultura giovanile italiana che non sia stata la copia sfigata di un modello straniero), la storia della Moncler è interessante perché è dal 1993 che è italiana, quando la Pepper la acquistò dalla famiglia dei fondatori francesi, e dal 2003 sotto il controllo (a fasi alterne) di Remo Ruffini. Non solo, ma dal 2020 la Moncler è anche proprietaria di Stone Island, altro marchio di culto del decennio anche se rivolto non soltanto ai giovani.

Perché non abbiamo mai avuto un Moncler, né mai lo avremo? Non per una questione di soldi, considerando quanti ne buttiamo via oggi in stupidaggini e quanto ieri i nostri genitori fossero disposti a sacrificarsi per ogni nostro capriccio. Forse nella nostra testa è qualcosa del passato, vedere nel 2022 un liceale con il Moncler ci fa lo stesso effetto di vederne uno con la kefiah: roba da Carnevale o per raduni nostalgici. Del resto i marchi sono importanti perché evocano qualcosa e suggeriscono comportamenti: a noi di andare all’OVS.

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