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Atletica

Un titolo per Gallinari

Oscar Eleni 04/07/2022

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Oscar Eleni fra i vigneti della Moravia, tenendo al fresco cantina i bianchi e i rossi, ringraziando il canto dei fiumi, felice di ricordare il collega Piero Ratti, Gazzetta, club esclusivo del ciclismo  he praticava prima di fare il giornalista, perché lui e la moglie ceca, vera  difesa umana contro crudeltà gratuite nella professione, ci parlavano incantati di quella terra. Noi, con sadismo, promettendovi, così da fermare le solite maledizioni, per domani, un’aggiunta sulla prima uscita  ufficiale di Pozzecco con Azzurra Fremebonda, rosolati da Caronte e in attesa che Pompiere ci dia respiro e magari acqua, invitiamo, chi non osa sfidare la calca covidica di ritorno, per un brindisi con vino buono e aceto da servire ai cattivi nelle celle dello Spielberg di Brno dove Pellico potrebbe raccontare anche di chi ci stordisce con i giochetti della politica da vetrina senza niente di nuovo da proporre oltre ai lamenti perché tutto aumenta, meno gli stipendi, perché le pensioni verranno taglieggiate, perché il male di oggi si poteva prevedere almeno l’altro ieri.

Moravia non lontanissima dalla Budapest benedetta per il nuoto che si godrà anche un bell’Europeo, mondo così distante da altri. L’atletica ne soffrirà nella bufera di casa Tamberi, con Jacobs isolato un po ‘ troppo tardi, una staffetta dorata che sembra un cronicario, il basket che ha tendenze da rana con bocca larga ereditate da dirigentoni di altri mondi. Pallavolo, per fortuna ancora libera dal vizio che portano i grandi stipendi, ma vicina a certi burroni con la garanzia, però, di avere una bella e sana organizzazione. No, il calcio se ne fotte se la gente ride per il secondo Mondiale saltato, tanto il mercato perenne tiene in piedi povere tirature. Vuoi mettere le visite mediche di Lukaku e il duro lavoro di chi porta  gioielli e quattrini in vacanza e poi scopre, come chi espone orologi  da milioni oltre il finestrino, che i ladri, come i maghi del doping, sono sempre un giro avanti?

Paltrinieri chi? Sì, la sua storia è meravigliosa, ma soltanto se abbinata al grande amore per una splendida Fiamingo regina di spade. Basta un richiamo. Al massimo si può fare eccezione per il talento di Sinner, magari perché il direttore gioca a tennis con il caporedattore. La pallanuoto battuta ai rigori nella finale mondiale? Bravi, sette più, anche se il Campagna che ne ha viste  tante e ha vinto moltissimo meriterebbe il dieci per il ringraziamento alla squadra, senza accusare nessuno, una verità che il calcio sconnesso non capirebbe come dichiarazione finale dopo una sconfitta ai rigori e basterebbe chiedere a Sacchi cosa gli hanno fatto trovare davanti a casa dopo la finale americana persa col Brasile. A lui e anche ad altri usciti ai rigori, una cosa ben diversa, come si capisce, da chi, invece con i rigori ci campa perché come diceva un genio della musica “Non bisogna avere paura di tirarli”.

Il sindacato barbieri che mi concede il lunedì adesso si chiede perché il miliardario Doncic può andare in campo con la sua Slovenia per eliminare la Croazia e per battere soltanto di 3 la Svezia, mentre da noi si deve cacciare un allenatore che ha fatto bene per poter convincere i mejo prof del bigoncio a tornare con Azzurra petrucciana, anche se poi i ragazzi d’oro, Datome a parte, hanno tutti detto che non se ne parla, almeno Belinelli ed Hackett, mentre il Gallinari che sogna Boston, per poter mandare al diavolo chi lo sfotte chiamandolo milionario zero tituli, promette, come Banchero, venuto in terra per ridare sogni ad una scuola che produce ben pochi giocatori di livello, già impegnato a soddisfare le richieste di Orlando e della dura vita NBA, che ci sarà quando la Patria chiamerà alle armi che, nello sport, per fortuna non sono mostruose come quelle che al momento arricchiscono i venditori del mondo, gli speculatori, quelli che il grano lo nascondono, il gas te lo regalano soltanto in camere attrezzate per lo sfoltimento di massa.

Non avendo ancora elementi per valutare il mercato delle vacche cestistiche, anche se Armani e Segafredo hanno già ritoccato dove la lingua ha battuto dolorosamente nella stagione, con Milano, giustamente amareggiata per aver perso il genio del Chacho Rodriguez, Bologna solo in parte consolata dal nuovo assetto che non prevede più l’azzurro Tessitori, che farà a meno dell’Alibegovic che aveva cuore e talento, perché questa storia dell’azzurro Pajola, intenzionato ad andare al camp estivo di Dallas, agiterà i sonni di Scariolo e, sicuramente, anche dell’allargata famiglia federale che ieri ha festeggiato il bronzo mediterraneo delle ragazze nel tre contro tre e salutato con tisane rigeneranti i successi delle rappresentative italiane nei tornei dei veterani, prigionieri del sogno che coraggiosamente sfidano  il tempo ed avversari agguerriti in Europa o nel mondo.

Non avendo nostalgia per vacanze che difficilmente potrebbero aiutare per la perdita della salute, dei denti, della ragione, senza invidiare chi si accalca su aerei che non partono, su spiagge dove un bicchiere d’acqua ha il suo maledetto prezzo, non trovando parole per consolare quelli che vengono definiti fannulloni perché non servono a tavola, non accettano lavori per pochi euro all’ora, convinto che chi ha perduto tanti soldi con l’incantatore dovrebbe chiedersi se pure lor signorotti hanno qualche colpa avendo creduto alle stesse favole che oggi ti somministrano nel mondo dove radio, televisione hanno imprigionato il desiderio del gioco, dell’intrattenimento e della chiacchiera. No, al potere  ci sono e ci resteranno i venditori  della morte bianca, del fumo. Noi rassegnati ad ascoltare chi giura di aver trovato un veterinario che opera per 4000 euro, un dentista che promette sorriso felice soltanto se prima gli hai messo sul tavolo un bel pacchetto di euro, tremando all’idea di dover frequentare posti dove danno passaporti o carte d’identità cartacee, per quelle elettroniche citofonare Quirinale.

Aspettando con ansia i raduni dei calciatori, il campionato già ad agosto con escursione a gennaio in Arabia per il derby di supercoppa fra Inter e Milan che ci farà dimenticare i pronto soccorso lager dove devi lasciare ogni speranza anche se ti tengono sulla porta, noi andiamo su pagelle da temperatura esagerata, volando via dal nido del cuculo cestistico che al momento cerca di covare  idee e prole altrui.

10 Al NUOTO dove ci hanno spiegato che se hai progetti seri, allenatori bravi, una base solida, allora puoi davvero cercare gloria in vasca e  nelle acque libere. Basterebbe copiarli ? Mah.

9 A DONCIC, campione sloveno del basket, giocatore di Dallas, che ha dimostrato cosa vuol dire voler bene a chi ti ha indicato una strada, al Paese dove sei nato.

8 A Dino ZOFF voce narrante nel mondiale 1982, del silenzio stampa, portiere parante nelle sfide importanti sul campo e nella vita. Una saggezza, un modo di  fare che ci manca. Un uomo verticale nato con la vocazione del portiere che al giovane cronista curioso ricordò con una frase che nella vita e nella professione: “Prima di tutto ci vogliono lealtà e serietà”.

7 Al ferrarista  SAINZ che ha salvato il muretto Ferrari dai calcioni che tirava LECLERC  danneggiato dalla strategia mentre regnava il caos dietro la maledetta macchina salvezza. Ne andasse bene una.

6 Alle PALLAVOLISTE che hanno ripreso a murare e schiacciare, presentando le stelle, ma anche valorizzando i ricambi. Anche qui qualcuno avrà la pazienza di informarsi su come si coltivano i giardini per il progetto Italia.

5 Al CONGRESSO di arti magiche dove vanno procuratori impegnati ad essere padri e magari anche padroni dei campioni che vivono un felice professionismo.

4 Alle VACANZE LUSSUOSE dei campioni che ci costringono a vedere con simpatia il lavoro di mantenimento dei “fenomeni” più celebrati  scoprendo già prima che le stagioni comincino perché molti finiranno a bere da soli rimpiangendo il talento bruciato e chi si fa la barba al posto loro.

3 A TORTU, ultimo frazionista della staffetta d’oro se riuscirà ad allontanare dalla mente di troppi criticoni che il suo terzo posto a La Chaux de Fonds sui 200 non può essere garanzia per una finale mondiale ad Eugene. Noi ci fidiamo del suo ottimismo: certo davanti, metri avanti, aveva gente che quasi non si conosceva.

2  A Marcell JACOBS che vorrebbe convincerci a puntare tutto su di lui anche ad Eugene perché, come il Paltrinieri vincitore dato a 26 in sala scommesse, lui giura che la clausura nell’Oregon gli toglierà fastidi muscolari e paure. Vietato illudere.

1 All’ETERNO CONFLITTO fra animalisti e il popolo delle contrade che nel Palio ritrova quello per cui la vita, nei quarti della città che ha dedicato una torre ad un guardiano fedele come il Mangia, ha un sapore diverso e dove il mutuo soccorso esiste davvero. Giusto tutelare i deboli, quindi gli animali, ma anche cercare di capire e capirsi.

0 All’amatissimo GIMBO TAMBERI, cestista mancato come PALTRINIERI, benedicano la fortuna e chi li ha convinti  a considerare soltanto un gioco “u baskette”, per questo divorzio a pochi giorni dal mondiale con l’allenatore che, come padre, gli ha dato pure la vita. Siamo sicuri che ci ha pensato bene. Siamo certi, come dice il Roggero, che lui ci stupirà ancora. Però resta la tristezza, la paura e il disagio  pensando ad un mondiale senza podio italiano a meno che non ci salvi Stano.

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