Ultimo feudo

24 Aprile 2008 di Stefano Olivari

Oscar Eleni dall’isola di Sark, nella Manica, l’ultimo feudo dove una vecchia contadina serve una bevanda miracolosa a base di valeriana, passiflora, biancospino, camomilla, melissa, luppolo, tiglio, menta. Ma come, mette insieme tutte queste erbe sedative. No, cerca di darne un po’ alla volta, ma quando ha saputo che arrivavamo dal feudo di Milano ha voluto esagerare perché capiva benissimo lo stato di alterazione dopo settimane passate alla porta Orientale aspettando gli americani di Corbelli, dopo aver assistito, con un certo divertimento, al ballo dei dispetti longobardo, con testate in guerra, anche quelle che una volta sembravano colpevolmente unite nel nome sacro dell’Olimpia. Gli americani non ci sono più. Soros ha preferito il calcio, Roma, altri ricercatori dell’oro europeo non sanno cosa farsene di società italiane che non fruttano niente, producono quasi zero, hanno poche idee, molta confusione in testa, separate anche sulle cose che potrebbero servire alla causa tipo la raccolta di risorse che possa obbligare i finti distratti delle televisioni non collegate con il basket a far sapere almeno cosa succede.
Sarà Armani il nuovo proprietario dell’Olimpia. In pratica lo era già di fatto e nei sentimenti, nel sentire comune della gente, ma adesso, aggiungendo qualche euro, completerà l’operazione seguendo il faro Sasha Djordjevic, sale per ferite aperte, uno che lascerà a terra chi lo ha tradito l’anno scorso, chi ha favorito le aste del Corbelli, chi, purtroppo, come Caja, ha accettato la sfida soltanto perché credeva nella sua forza professionale, rifacendo una squadra sbagliata che il volgo considera frutto delle idee dei due che la pilotavano insieme al Galliani scomparso nell’angolo degli addolorati dopo le dimissioni di Gino Natali, non certo per l’esonero di Markovski che neppure conosceva. Milano e le sue contraddizioni non ancora risolte perché in questa mossa del giovane Gallo di mandare la lettera di eleggibilità verso le scelte NBA c’è qualcosa che ancora andrebbe chiarito considerando che soltanto l’incompetenza potrebbe spingere verso l’AMMERRICA un talento ancora in formazione fisica e tecnica, le cose più importanti. Riconosciamo che il viaggio, l’esperienza di là, sarebbe utile per il progresso mentale, ma difficile da canalizzare quando si parla del lato oscuro della forza che potrebbe essere rafforzato o distrutto da un’esperienza dolorosa come quella di Belinelli.
Milano in fasce alla porta di un play off dove chi la troverà sentirà davvero la paura dell’ignoto ora che l’Artiglio pavese ha completato il lavoro arrivando alla rotazione quasi giusta di otto uomini. Olimpia balbettante davanti a chi ascoltava stupito il messaggio nel quale si chiedeva silenzio, come nel caso dei rapimenti, sulla trattativa Armani-Corbelli. Società inadempiente davanti alla scelta del Galletto di dare soltanto alla rosea del videochat la notizia. Armani Jeans denudata dal comunicato augurale del Corbelli per il giovane talento che vuole l’America. Scarpette quasi rotte ascoltando la voce di Vittorio, padre e agente di Danilo, quando fa sapere che l’Eurolega potrebbe essere il terreno giusto per il progresso del suo virgulto benedetto, aprendo la scatola dei segreti dove gli uomini di Giò hanno sicuramente qualcosa di speciale, magari con l’arrivo di Sergio Scariolo, lo scrigno dove c’è anche la strategia di volo e questo Gengis Gallo che si dichiara disponibile per le scelte NBA toglierebbe a chi è padrone adesso un asso decisivo sia per la scala reale che per fare colore.
Giorni di tempesta per le paturnie romane, per la crisi interna alla federazione, per il Petrucci che si agita moltissimo, anche se ora sembra meno preoccupato, visto che forse non gli metteranno Pescante sulla testa nell’isola CONI al Foro Italico e Malagò fra i piedi del basket propositivo verso il mondiale, ma la verità è che ora le rubriche del basket sono diventate come certi campi lavoro per costruire ponti su fiumi avvelenati: poche soddisfazioni, spazi azzerati come la saliva fantozziana, battaglie impossibili con orari demenziali tipo le 21 della domenica, tipo le ventuno di tante partite importanti, lotte senza senso nel nome di una fede che non merita neppure il sacrificio della novena notturna, figurarsi della tortura. Dai, bel topoline da tisana, perché non ci dai dentro con le pagelle visto che Milano non è il centro del mondo cestistico, considerando che stai per andartene a Madrid, sapendo bene che tutti questi meravigliosi ragionamenti resteranno nascosti nel sito. Quasi vero. allora eccovi ginepro, salvia, verbena, finalmente sapete di cosa cantano i senesi, ortica, piante vulnerarie per la rimarginazione delle ferite e delle ulcere.
10 A Romeo SACCHETTI per aver allungato il contratto con Capo d’Orlando motivando la scelta con il suo senso sentimentale della professione. Abbiamo bisogno ancora di gente che fa le cose seguendo il cuore e non diteci che aveva già capito come sarebbe stato difficile vivere a Varese sapendo che metà di quel cielo voleva Ramagli.
9 A Danilo GALLINARI premiato dalla lega europea, accarezzato da tutti, finito a volare persino su grandi settimanali che solitamente si occupano dello sport quando diventa scandaloso o mieloso. Lui ha in mano la palla, lui il personaggio dell’anno anche se ci spaventa ancora questo assalto senza umanità che potrebbe rubare al futuro filosofo l’idea che il cielo stella stellato è sopra di lui, ma la legge morale deve essere sempre dentro di lui.
8 A Dino MENEGHIN per la sua dedizione a questo basket del tre contro tre che toglie coperte impolverate dai canestri delle scuole dove questa bella trovata dell’ora di ginnastica mista impedisce lo sviluppo tecnico degli sport di contatto. Speriamo che nascano in questi spicchi di campo tanti appassionati, così come ci auguriamo che nel proliferare di tanti campi estivi per ragazzi ci sia qualcuno a controllare con lo stesso rigore con cui si pretende che gli allenatori spendano per aggiornarsi.
7 Ad Arnaldo TAURISANO allenatore di una scuola fiorente come quella canturina, allenatore campione, allenatore maestro, per averlo ritrovato con una lettera delle sue sulla magrissima rivista federale. Saperlo così carico e pieno d’iniziativa ci fa felici.
6 Alla FIBA che ha finalmente deciso, per l’incolumità dei giocatori, per la giusta pietà verso gli spettatori, di abolire le partite che assegnano alle Olimpiadi i piazzamenti dal quinto all’ottavo posto. Se poi sposteranno più indietro anche al linea da 3 punti, se non puniranno più chi si tuffa sul pallone a terra, se ridurranno al minimo il potere decisionale degli arbitri saremo tutti più felici, ma questo lo sapete già.
5 A Jasmin REPESA che organizza una partita di calciotto per la Lottomatica, in assenza di un campo d’allenamento per il basket, consentendo a Crosariol, reduce da una dolorosa distorsione, di essere protagonista persino con un gol. Questo è davvero troppo, ora capiamo perché Allan Ray non guarirà mai, lui non può farcela neppure col calciotto.
4 Agli EROI dell’ultima giornata, tutti quei giocatori che in vista della partita decisiva, dopo averne sbagliate tantissime durante l’anno, Fortitudo in testa, annunciano di essere pronti alla battaglia facendo diventare drammatica l’ultima giornata di un campionato che vive l’epilogo della stagione mercato a porte aperte e si prepara a quello delle finestre che ridono, cioè del mercato in tre fasi che già ha scatenato la fantasia dei mercanti.
3 Al grillo BARGNANI che manda avanti Colangelo per far sapere che in estate potrà occuparsi soltanto di se stesso e la Nazionale italiana trovi altra gente brava come lui se vuole qualificarsi per l’europeo. Non facciamola troppo lunga. Chi va di là abbandona quasi tutto, basta vedere la fine che hanno fatto la Serbia o la stessa Turchia puntando sui campioni perduti nelle grandi arene. Soltanto Argentina e Spagna hanno retto. Ma forse dipende dagli uomini più che dalla nazionalità.
2 Alla LEGA che senza un motivo cambia l

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