Musica

Tre canzoni di Alberto Fortis

Indiscreto 07/09/2022

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Alberto Fortis ha segnato fin dagli esordi la musica italiana, quando nel 1979 uscì il suo primo omonimo album, realizzato con il contributo della PFM. Da lì poi una carriera passata dal grande successo alla nicchia, ma sempre con una costante ricerca di suoni e parole per sfuggire alla ripetitività in cui altri colleghi sono poi caduti. Ultimo album di inediti uscito nel 2014 (qui la nostra intervista), anche per lui è arrivato i momento di mettere in votazione per il Festival di Indiscreto i tre brani più ascoltati su Spotify. 

Si parte con la celeberrima Milano e Vincenzo, atto di accusa verso il suo vecchio discografico (Vincenzo Micocci) con frasi iconiche come “Vincenzo dice che sei fredda, frenetica e senza pietà ma è cretino, e poi vive a Roma e che ne sa” con riferimento a Milano e “Oh, Vincenzo, io ti inseguirò sei troppo stupido per vivere, Vincenzo, io ti ammazzerò perché, perché non sai decidere”.

La sedia di lillà prende anch’essa spunto da un episodio autobiografico, con riferimento a uno zio rimasto tetraplegico. “Stava immobile nel letto con le gambe inesistenti, e una piaga sulla bocca che seccava il suo sorriso” scrive e canta Fortis in una delle sue canzoni più celebri, per raccontare una storia senza lieto fine. “Ma vedevo un’ombra appesa, la vedevo dondolare, l’ombra non voleva stare sulla sedia di lillà”.

Infine Settembre, grande successo contenuto nell’album La grande grotta uscito nel 1981 dopo l’incredibile ‘concept’ Tra demonio e santità, dall’inconfondibile intro al pianoforte e i cori gospel nello scatenato ritornello. “Lascio tutto a te, dille del mio amore, dille che se può, io saprò aspettare”.

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