Timecop, la classe media di Van Damme

3 Febbraio 2023 di Stefano Olivari

Spesso scriviamo dei film con protagonista Jean-Claude Van Damme e dobbiamo confessarvi il perché: li abbiamo visti tutti ed almeno la metà la rivediamo sempre volentieri. Non soltanto i capolavori come Universal Soldier o Lionheart, ma anche la solida classe media rappresentata da opere come Timecop, nella versione italiana Timecop – Indagine dal futuro. Film del 1994 e da noi arrivato l’anno dopo (lo vedemmo al defunto Ambasciatori di Corso Vittorio Emanuele), con un Van Damme già baciato dal successo ed in grado di imporre condizioni, quindi di essere parlante e non limitarsi a tirare calci una scena sì e una no.

Qui Van Damme è Max Walker, poliziotto che sta per accettare un incarico presso la TEC, cioè un reparto speciale che si occupa di controllare i viaggi nel tempo. Sì, perché nel 1994 è stata inventata una macchina del tempo ed il governo americano vuole nella sostanza controllarla. Peccato che nel suo tempo, cioè il 1994, alcuni sicari vengano ad ammazzare Walker a casa sua, insieme alla moglie Melissa: lei muore, lui no. Il racconto di fatto parte da lì, con Walker-Van Damme che ritroviamo 10 anni più tardi non per la macchina del tempo ma perché proprio sono passati 10 anni, è il 2004 e lui è l’agente di punta della TEC.

Le incongruenze non diciamo scientifiche ma anche soltanto logiche sono innumerevoli, così un’idea non proprio originale (un miliardo di film parla di viaggi nel tempo) è sostenuta dal solo Van Damme, con cattivi poco interessanti, su tutti il senatore McComb, che vuole rastrellare soldi nel passato per finanziarsi la corsa alle presidenziali, e pochi momenti di vero culto. Vediamo Van Damme mandato nel 1929 per impedire che un suo ex collega si arricchisca conoscendo in anticipo la data del crollo della Borsa di New York, poi avanti e indietro per bloccare il piano di McComb e nel contempo ritrovare la moglie.

Un onesto film d’azione, che si segue bene e in cui il tifo per Van Damme e per il lieto fine, base ideologica di noi classe media, vincono sulla poca originalità e sul vero difetto del film, cioè la quasi totale assenza di vandammate, se escludiamo il modo in cui evita la scossa in cucina, il blocco dello scippatore nel centro commerciale e qualche mazzata distribuita qua e là. Imbarazzanti gli effetti speciali ed anche il modo in cui nel 1994 si vedeva il 2004: l’unico passato avanti nella storia del mondo l’auto senza guidatore, che non esiste nemmeno nel 2023. Classe media, ma quella di Van Damme vale più dei momenti di grazia di altri. Non a caso al cinema Timecop è stato il più grosso successo commerciale del con protagonista il belga più famoso del mondo insieme a Simenon.

stefano@indiscreto.net

 

Share this article