Shevchenko è ormai bollito

22 Maggio 2002 di Stefano Olivari

Mercoledì 22 maggio 2002, Bar Inter, ore 18. Cielo scuro, tanto caldo, poca voglia di parlare. Il Walter aveva puntato al Totonero mille euro, rubati dal materasso della vecchia madre, sulla vittoria di Garzelli al Giro d’Italia. Ma Garzelli è stato cacciato per doping, e il Walter dal dolore non riesce nemmeno più a leggere la Gazzetta. Ci sono risucite però altre 1500 persone, solo per limitarsi al Bar Inter. Gente che si farebbe scuoiare pur di non acquistare un quotidiano, e che preferisce pagare 5 euro un prosecco di merda solo per il gusto di leggere la Gazzetta gratis. Nel tardo pomeriggio del giornale si riescono a leggere a malapena i risultati degli Europei di tamburello femminile Under 23. La notizia dello scambio Vieri-Shevchenko è sparita, e quindi, come sempre fuori tempo massimo, Budrieri, il Roberto, il Lele, Franco, e il Nino possono dire la loro. ”Per me il russo è finito”, Budrieri non ha dubbi. ”Troppe donne, quando uno scopa troppo poi si sgonfia…..”. Strizza l’occhio agli altri e con le mani grinzose mima un qualcosa, non si capisce cosa, che si sgonfia. Shevchenho è per tutti, nessuno escluso, russo. ”Ma no – dice conciliante il Roberto, con la flemma degli impiegati pubblici – è fuori di testa perchè gli hanno rapito il fratello…”. Al Lele sembra che il fratello rapito sia quello di Kaladze (ne parlava due settimane fa con il figlio della portinaia), ma non si fida di se stesso e tace. Nel bar qualcuno annuisce, qualcun altro si soffia il naso. La cena, le mogli rompicoglioni, le figlie troie e i figli succhiasoldi sono lontani. Nino dice di avere sentito che Shevchenko è un culattone, il Lele ribatte che è un grande trombatore e che sta con la figlia di Berlusconi. Franco, con la sua camiciola d’ordinanza, prova a dire che sta con la ex del figlio di Berlusconi e che è ucraino, ma viene travolto dal dibattito tecnico. Il Walter si è risvegliato: ”Shevchenko insieme al Ronaldo sarebbe l’ideale, anche se manca sempre un regista che li possa lanciare”. Manca un regista…..il mantra del Bar Inter risuona affascinante ed eterno. Budrieri, sudato per colpa della solita camiciona di flanella, si scoccia: ”La verità è che uno come il Suarez non lo rivedremo più. Aaaah che lanci….. – accompagna il ricordo con un gesto pagaiante della mano -, …..lanci di 40 metri…..aaaahhhhhhh…….certo, a riceverli c’erano il Jair o il Peirò…..Shevchenko non è da Inter, date retta a me…..”. (3-purtroppo continua)
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

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