Sanremo 1993, edizione Rock (o quasi)
24 Gennaio 2023
di Paolo Morati
Manca poco al Festival di Sanremo e come d’abitudine impegniamo i pochi ritagli di tempo disponibili per rivivere una delle edizioni del passato. Oggi tocca al 1993, edizione fondamentale per tante ragioni, tra le quali il fatto è che a vincere fu per la prima volta un brano considerato rock, ossia Mistero di Enrico Ruggeri. Vittoria tra i tanti favoriti in gara, ma giunta in un periodo di grande successo per il cantautore milanese (e interista) che dismessi da tempo gli occhiali e indossando un sano giubbotto di pelle nera arrivava dalle ottime vendite di Peter Pan del 1991.
Sul palco con lui il fido Luigi Schiavone alla chitarra elettrica, oltre che co-autore di tanti brani ruggeriani ma non di quello vincitore. È il Ruggeri meno intimista ma comunque riflessivo, più falco che gabbiano, capace anche in questo caso di regalare massime importanti: “Il breve mestiere di vivere è il solo mistero (mistero) che c’è, dipende solo da te. Prendere la mano è facile, la verità che la vita ti dà è una fredda carezza nel silenzio che c’è”.
Lo stesso anno parteciperà all’Eurovision Song Contest con scarsa fortuna: il brano era Sole d’Europa. Il podio sanremese a sorpresa quell’anno proseguì con Cristiano De André che con Dietro la porta (scritta insieme a Daniele Fossati) arrivò secondo, a otto anni dall’esordio al Festival con Bella più di me e dopo aver militato nei Tempi duri. Terza la coppia Rossana Casale e Grazia di Michele con Gli amori diversi, che lasciò un segno aprendo a diverse interpretazioni del testo. Canzone senz’altra rimasta nella memoria, per lo meno di chi quel Festiva lo aveva vissuto in diretta.
Ma dicevamo dei favoriti. Oltre a Ruggeri, su tutti Renato Zero che se due anni prima era tornato alla grande ribalta con Spalle al muro (scritta da Mariella Nava, da noi intervistata per Indiscreto) nel 1993 giocò la carta mistica con Ave Maria, canzone dai toni iniziali bassi per poi arrivare a un crescendo con tanto di coro gospel. Solo quinto posto per lui, battuto anche dai Matia Bazar (Dedicato a te, con la voce di Laura Valente), mentre Pippo Baudo leggeva la graduatoria con qualche malumore in platea. Peggio andò ad Amedeo Minghi (ottavo con Notte bella, magnifica) e ancor di più alle sorelle Loredana Bertè e Mia Martini penultime in finale con Stiamo come stiamo, operazione non proprio riuscita dal punto di vista della classifica nonostante la direzione di Fio Zanotti (anche lui intervistato per Indiscreto) e il potenziale sulla carta.
Ma il 1993 va ricordato anche (o soprattutto) per la vittoria di Laura Pausini fra le nuove proposte con, naturalmente, La solitudine. Esordio con il botto e successo internazionale, davanti a Gerardina Trovato (Ma non ho più la mia città) e Nek (In te, il suo brano di esordio che scatenò polemiche sul tema dell’aborto…).
Tante le chicche in gara che vi invitiamo a riscoprire, dall’esordiente Angela Baraldi eliminata con A piedi nudi, a Erminio Sinni (L’amore vero) poi vincitore di The Voice Senior tre anni fa fino, tra i big, a Milva fuori subito con Uomini addosso, e alla nostalgia di Maurizio Vandelli, Dik Dik e Camaleonti (Come passa il tempo). E tra vittime sacrificali delle giurie e nuove proposte tornate poi rapidamente nel dimenticatoio (di culto Maria Grazia Impero in Tu con la mia amica), da riascoltare infine per tornare al tema ‘rock e dintorni’ Non è tardi di Marco Conidi, romano e romanista, di nuovo in auge lo scorso anno con lo stadio Olimpico che intonava Mai sola mai. Trent’anni dopo che il suo album C’è in giro un’altra razza risuonava inesorabile anche dal nostro stereo…
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