Salvate il soldato Mediaset

11 Marzo 2011 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
Per la successione di Beretta alla Lega il ticket Carraro-Sensi è favorito su quello composto da Matarrese più manager televisivo, con l’inevitabile Montezemolo di rincorsa. Posta in palio finta: la possibilità di vincere uno scudetto per chi non si chiami Inter, Milan o Juventus. Posta in palio vera: la sopravvivenza del sistema televisivo attuale…
Maurizio Beretta è uno di quei personaggi impalpabili, senza una chiara identità (Giornalista? Manager? Addetto stampa? Lobbista?), che in Italia riescono a mettere d’accordo tutti e che infatti passano da una poltrona all’altra nei settori più diversi. Senza un vero perchè, se non appunto quello di non avere nemici. I suoi quasi due anni di presidenza di Lega non saranno insomma studiati nelle scuole di management sportivo, ma la sua partenza per Unicredit ha aperto un buco difficile da colmare. Perché dovrà essere colmato di contenuti e scelte epocali, invece che da atteggiamenti notarili. Per questo la battaglia per la successione sarà più dura rispetto a quanto si legge.
Senza metterci a fare tutti i nomi possibili, gli schieramenti in campo sono fondamentalmente due. Il primo è quello che vorrebbe una terza vita da presidente di Lega di Franco Carraro, l’uomo che della mediazione fra i grandi club ha fatto una scienza: da presidente della Figc era al tempo stesso uomo Fiat, protetto di Berlusconi, referente di Moratti, per via delle aderenze con Geronzi sponda di Roma, Lazio e del Parma ‘gioiellino’ di Tanzi. Regista dell’operazione Adriano Galliani, attrice non protagonista una Rosella Sensi in cerca d’autore (e di megastipendio) dopo la vendita della Roma. Scopo del gruppo: evitare sopra ogni altra cosa che lo status quo televisivo venga toccato e che nella ripartitizione dei diritti il merito sportivo conti più del numero di tifosi e di quei fumosi parametri ‘storici’ che di fatto l’hanno mantenuta simile a quella dei tempi in cui gli stessi diritti erano soggettivi.
Il secondo schieramento è quello delle squadre medie, dal Palermo alla Fiorentina (togliendo i satelliti delle grandi: Genoa e Parma tifano per il ticket Carraro-Sensi), che buttano lì il nome dell’altro giovane leone Antonio Matarrese pensando in realtà a una ripartizione diversa dei diritti e soprattutto a una tivù di Lega autogestita, che produca e venda in maniera autonoma il prodotto. Per questo il manager della situazione, di fianco al politico Matarrese, dovrebbe avere estrazione televisiva e non essere legato all’advisor Infront, che in privato molti dirigenti criticano per la gestione del digitale terrestre (di fatto l’ormai monopolista Mediaset paga la metà di Sky per lo stesso prodotto). Nomi? Praticamente tutti i direttori di RaiSport e SkySport del presente e del passato.
Abbiamo tagliato tutto con l’accetta, grandi e loro satelliti da una parte e medie dall’altra, ma ci potrebbero essere anche dei cambi di campo. Club come la Roma potrebbero andare contro la loro stessa convenienza finanziaria, scegliendo di lottare per una ripartizione in parti uguali tipo NFL, con l’obbiettivo di rimescolare le carte. Moratti non ha più grande simpatia per Carraro, che in troppi dimenticano essere stato il presidente della federazione in piena era Moggi (con vice Abete e Mazzini, va ricordato) e qualcuno gli sta consigliando di fare quello che non ebbe il coraggio di fare 10 anni fa con Sensi padre. La terza via potrebbe essere invece ispirata da Della Valle e sarebbe legata a una disponibilità per la Lega di Montezemolo, mai stato dentro Roma 2020 e a fine 2011 (dicono) fuori dalla Ferrari: un Montezemolo in qualche modo mediatore fra i due schieramenti, ma certo non gradito a Berlusconi che ne teme le ambizioni (senza voti, peraltro) politiche. Una battaglia durissima, insomma, che deciderà non solo i prossimi scudetti ma anche la sopravvivenza di Sky e Mediaset.

Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

(pubblicato sul Guerin Sportivo)
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