Sala il sindaco del pensiero unico milanese

5 Ottobre 2021 di Stefano Olivari

Giuseppe Sala è stato rieletto sindaco di Milano, con un clamoroso 57,7% dei consensi che lo ha esentato dal secondo turno. Cinque anni fa al primo turno Sala e le liste dei partiti che sostenevano Sala presero tutti insieme il 41,7%. Inaccettabili i discorsi sull’astensionismo, che di solito si fanno se il tuo candidato perde: gli assenti hanno sempre torto e chi non decide lascia che siano gli altri a decidere.

Rimane il fatto che la ‘coalizione del cazzo’ (cit. Feltri) che sosteneva Luca Bernardo e che noi per puro tifo (ci piace la trasparenza, non crediamo agli eunuchi, e poi la passione del pediatra per il krav maga ci ha esaltato) abbiamo votato ha preso il 32,0% contro il 40,7% di Stefano Parisi che nel 2016 poi avrebbe perso, fra l’altro di pochissimo, al ballottaggio con Sala.

Veniamo al punto, al di là della fondata battuta che il vero candidato del centro-destra fosse Sala, politicamente inventato da Letizia Moratti e lanciato come personaggio da quella enorme sagra di paese, sia pure a spese dello Stato, che è stata l’EXPO. Lo strepitoso successo di Sala, ad un giro in cui la scomparsa dei 5 Stelle, che venivano da un comunque dignitoso 10%, ha cambiato gli scenari, è il successo di una sorta di pensiero unico milanese che prescinde dai partiti e dai personaggi del momento.

Un pensiero che nasce negli anni Cinquanta e che ha come vera architrave l’edilizia, oggi più che mai trainante a dispetto di intere zone, anche centrali, che sono il festival del VENDESI/AFFITTASI fisso, la moda, gli eventi, la ristorazione per non dire il food, le fiere su tutto, il turismo che è invece una novità degli ultimi anni, la sanità privata, la finanza. In altre parole, una città soprattutto per chi è di passaggio e ne apprezza il dinamismo, ma per un tempo limitato, che può significare anche anni ma sempre limitato è.

Milano non è ovviamente una città di sinistra, per tutto quanto detto precedentemente, ed è per questo che la adoriamo sopra a quasi tutto, ma ha capito che conviene esserlo per poter fare cose di destrissima. E Sala in quest’epoca è il suo sindaco ideale.

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