Ritorno a Casillas

3 Luglio 2010 di Stefano Olivari

Cardozo come Gyan, rigori che avrebbero potuto cambiare la storia. Poi i profeti del dopo possono anche avere trovato una superiorità netta della Spagna, che come costruzione di gioco c’è anche sicuramente stata, ma per il Paraguay questa occasione perduta rimarrà un rimpianto eterno.
Primo di tempo di rara bruttezza ma non certo per il basso ritmo, anzi: semplicemente la squadra di Martino ha pressato altissima per 45 minuti di fila, con una intensità e una concentrazione che solo la freddezza di Busquets e Xabi Alonso poteva fronteggiare. Iniesta alla ricerca della posizione, Xavi mai così impreciso e un Torres al solito largo come Villa hanno prodotto i più brutti minuti della Spagna nella gestione Del Bosque. Nell’attacco paraguayano Cardozo si muoveva, mentre Valdez andava ad attaccare il centro della difesa (Puyol e Piqué sempre in difficoltà nel contrasto fisico) e anche a segnare un gol annullato per un fuorigioco dipendente da un tocco che quasi certamente non c’è stato. Nessun complotto contro il piccolo Paraguay, anche se il mondo aveva una gran voglia di Germania-Spagna, perché il guatemalteco Batres ha mostrato poi personalità nell’assegnare un rigore (netta trattenuta di Piqué in area) alla nazione meno funzionale al marketing. La parata di Casillas ha cambiato la partita, non solo perchè un minuto dopo la Spagna ha avuto e sbagliato anche lei un rigore (assurdo l’annullamento del primo tiro di Xabi Alonso, uno dei rari casi in cui in area non era entrato nessuno…), ma perchè da lì in poi la partita si è aperta e anche senza crolli fisici le squadre si sono allungate. Traduzione: quelli con più tecnica hanno iniziato a mettere la palla dove volevano. Anche se solo da una incursione centrale di Iniesta, con palo di Pedro e palo-palo-gol di Villa è nato il gol delle semifinali mai raggiunte dalla Spagna. Almeno formalmente, perché nel 1950 l’ottima squadra di Ramallets e Zarra arrivò quarta nel girone finale (quello la cui partita decisiva fu l’Uruguay-Brasile di Schiaffino e Ghiggia). Poi Casillas ha fatto tremare la Spagna con una respinta maldestra seguita da una parata clamorosa su Santa Cruz, ma il Paraguay è uscito dimostrando di non essere arrivato lì per caso. Squadra che crea pochissimo ma che potrebbe far giocare male anche il Brasile del 1958, la squadra di Martino chiude la due giorni nera del duello Europa-Sudamerica, con tre confronti diretti vinti su tre per le squadre del vecchio continente. Non vuol dire niente, anche se c’è chi ci farà delle pagine e dei ragionamenti tuttologici, perchè ogni partita ha avuto una sua storia e non è stata rappresentativa di tendenze geopolitiche: se Julio Cesar fosse uscito bene su un cross dalla tre quarti e Cardozo avesse segnato un rigore (due situazioni non certo sovrannaturali) staremmo qui a fare altri bilanci. Di sicuro Olanda-Uruguay e Germania-Spagna sono nobiltà pura, buoni motivi per vivere ancora qualche giorno.
stefanolivari@gmail.com

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