Julia Ituma

14 Aprile 2023 di Alberto Rapuzzi

Un sospiro, la speranza che non potesse essere vero, quando mercoledì mattina su tutti i siti di notizie si è visto il viso della giovane Julia Ituma. Una valanga di pensieri si è abbattuta pesantissima su tutti quelli per i quali Julia non è soltanto una persona morta in circostanze ancora da chiarire, ma una ragazza vista crescere. La notizia tremenda, è che la giocatrice dell’Igor Gorgonzola Novara è stata ritrovata senza vita alle 5.30 a Istanbul dal personale dell’hotel dove alloggiava con la sua squadra, dopo una caduta dalla finestra della sua camera al sesto piano.

Julia era una ragazza di 18 anni, nata a Milano da genitori nigeriani, 1.92 di altezza e saltava a 3.25. Madre natura le aveva donato un fisico straordinario, aveva iniziato col basket e poi su consiglio della mamma era passata alla pallavolo. Notata per le sue caratteristiche atletiche non comuni, fu subito selezionata nel Club Italia con sede a Milano nel Centro Pavesi: a questa importante struttura i genitori affidano i giovani aspiranti campioni, un team di alto livello se ne prende cura dal punto sportivo senza tralasciare il lato della crescita umana in un’età così delicata.

Da li sono uscite Egonu, Orro, Danesi e altre, insomma la nostra attuale Nazionale e la stessa Ituma stava seguendo quel cammino, essendoci rimasta 3 anni vincendo anche un europeo under 19. Quest’anno ha avuto l’opportunità di fare la sua prima esperienza con le professioniste, a Novara in prestito da Scandicci, con la possibilità di respirare l’aria del volley dei grandi nel ruolo di opposto, cercando d’imparare, crescere, con la prospettiva di un futuro professionale luminoso.

Tutto questo si è frantumato improvvisamente in pochi secondi, le indagini sono in corso e non saremo certo noi a trarre conclusioni definitive sui motivi della caduta. Restano però le immagini delle telecamere di sorveglianza dell’hotel che la mostrano passeggiare tristemente nei corridoi bui col telefono in mano, in chiara difficoltà prima di entrare nella sua camera. Chissà, forse un momento di debolezza che però non si riesce a superare.

In camera ha avuto modo di dialogare con la sua compagna, la giovane spagnola Lucia Varela, che poi è stata svegliata la mattina presto dalla polizia con la tragica notizia, sorpresa dopo aver dormito senza accorgersi di nulla. Per lei ora c’è una montagna da scalare, il pensiero che forse avrebbe dovuto intuire qualcosa, i rimorsi. In realtà dovrà cercare di togliersi il peso di qualsiasi senso di colpa, aiutata e sostenuta da tutti.

Sorprende quanto è successo anche perché Julia Ituma era sulla strada giusta per coronare i suoi sogni, però non le bastava. Sia a scuola sia nel suo gruppo di lavoro nessuno aveva percepito i suoi tormenti. È poi vero che entrare nell’universo di un essere umano e attraversarlo tutto è molto difficile, qualcosa può sempre rimanere nascosto e poi esplodere all’improvviso, oltretutto in un’epoca di sofferenza giovanile che porta al ripetersi di queste tragedie.

La Lega volley femminile ha deciso di posticipare la partita di playoff che l’Igor avrebbe dovuto affrontare nel weekend contro Chieri, ma a dirla tutta eravamo convinti che si sospendessero anche le altre: lo spazio in calendario c’era. Ci aspettavamo anche una scelta forte del club con il ritiro dalla competizione, concordandola con tutte le parti interessate che certo non avrebbero creato ostacoli. Il club novarese ha le spalle abbastanza grosse per saltare le coppe un anno e anche gli sponsor per la maggior parte locali avrebbero capito il senso della cosa. Non credo proprio sia il caso di disputare 2 o 3 partite in un palazzetto dove si respira l’aria di un cimitero, oltretutto con le ragazze di Novara che certamente non avranno la condizione psicologica per affrontare un evento agonistico, sotto shock: sarebbe stato meglio evitare loro questo ulteriore sforzo.

Il club ha poi una storia tutta sua, che fa dei valori etici i suoi cardini: nasce nel 1983 come Agil volley nell’oratorio di Trecate grazie al Presidente Suor Giovanna Saporiti e a Marilena Bertini, non senza ostacoli di ogni tipo, anche delle gerarchie ecclesiastiche, con un superiore di Suor Saporiti che definiva il tutto un circo equestre. Invece l’obbiettivo era di creare un centro di aggregazione per aiutare i giovani a crescere educandoli a certi valori e principi. Agil sta per amicizia, gioia, impegno, e lealtà, cose di cui c’è sempre molto bisogno, però oltre al sociale non mancano i grandi obbiettivi sportivi. Dal 2003 numerosi sono stati i successi a livelli giovanile, mentre con la prima squadra, grazie all’appoggio di sponsor importanti ma senza passare certi limiti  il club ha vinto lo scudetto nel 2017 e una Champions nel 2019. Come ricordava Suor Saporiti, con lo sport che educa molte giovani vite sono state salvate. Questa volta purtroppo non ci si è riusciti.

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